Labouratorio nasce nel novembre del 2007 da un’idea di Tommaso Ciuffoletti che, insieme al re dei webmaster Fabio Cruciani, mette in piedi, al termine di una serie di provanti riunioni fiume in epoca messengeriana, uno dei più sconclusionati e folli luoghi del web.
Nato come settimanale, completamente gratuito, di elaborazione politica e culturale alla ricerca di una nuova sinistra, in pochissimo tempo Labouratorio diventa il refugium peccatorum d’eccellenza per intellettualoidi alcolizzati, sempre svegli a orari improbabili e a volte con problemi legali pendenti. Da tali criticità esistenziali, ognuno ha cercato di trarre una qualche morale e metterla a disposizione dell’umanità tramite il sito, ma invano.
Con queste premesse e dopo una pausa sabbatica che si legge cazzeggio estivo, nell’Ottobre del 2009 Labouratorio annuncia di avere un piano, ma uno dei membri della redazione lo utilizza come cartina d’emergenza e dunque tutto si arena nell’oblio.
Il primo Gennaio 2011, tuttavia, mentre il mondo festeggia e nessuno se lo aspetta, un gruppo di labouranti fa il colpo di stato, incatenando il caporedattore Ciuffoletti nella prigione di Mordor e riaprendo il sito, a un anno e 21 giorni dalla fine del mondo, e poi non si dica che non ci sono stati segni premonitori.
Labouratorio insomma è tornato, e con lui le querele che i suoi nemici minacciano di giorno in giorno di spedire. Forse dovremmo trovarci qualche finanziatore, qualche amorevole protettore, ma viviamo un disagio antropologico nei confronti del clientelismo, delle cricche, delle mafie, delle sette che piegano la libertà, l’espressione, la creatività individuale. (Ovviamente scherziamo, abbiamo cercato di venderci tutto, anche i voti in assemblea condominiale. Il punto è che nessuno ci caga.)
E proprio a contributi, spunti, critiche e interventi di chiunque voglia animare un dibattito aperto, Labouratorio si mette a disposizione.
Oltre ai commenti, è possibili scrivere alla redazione: redazione@labouratorio.it. Indirizzo aperto anche per insulti.