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  • Liberiamoci del L.A.-Beur-Oratorio

    Non si tratta di un gioco di parole.
    Ma neanche di un ”Arabe metropolitain” trapiantato a Los Angeles, convertito al cristianesimo protestante.

    Molto di più, o molto meno in quanto ad aspettative.
    Di area socialista, liberale, libertaria, e anche un pò pannelliano.
    (apriti cielo, ancora qualcuno che parla di quel Giapponese Prodiano)
    Si tratta solo di una promessa, di un auspicio.
    Il Labour, l’oratorio….

    Ma cos’è? Un compromesso storico ultra-bonsai? Quel ragioniere pro-palestinese del Sottosegretario Intini, ne sarebbe lusingato.
    Molto di meno allora, non vorremo imbarazzare uno degli oligarchi, loro sì, ultra-superstiti dello Sdi( opps! Partito Socialista).

    Non mi resta che sproloquiare un poco di Labouratorio.it, affermare solennemente la brancaleonaggine della sua straordinaria redazione, un sito troppo rosso e troppo nero, e ciononostante libero da sé, libero da noi, un pò troppo concentrato sulla sua pretesa di parlare dei Militanti con la M maiuscola.

    Informiamo e divertiamo. Senza grillismi. Un luogo aperto, di riflessione, di sicumera laica, di alterigia giacobina, e spirito voltairiano.

    Vogliamo un Labouratorio cha parli di una realtà che non esiste e che non esisterà mai.
    Di una realtà sognata diversa da quella che Mitterand chiamava ”realitè reèlle”.
    E che sarà tale, solo se riusciremo a non sbrodolarci addosso, a non tediarci a vicenda sulle vicende delle tribù partitiche, dei familismi ideologici, dei complessi dell’ ”IO PARLO DI COSE IMPORTANTI”.

    E allora brambillizziamo il nostro Labouratorio, non ci capezzonizziamo troppo, e ciuffolettizziamoci il giusto, senza crederci.

    Liberiamoci in volo, senza stare sul pulpito, senza fretta, e con costanza.
    Benvenuto Labouroratorio, ennesimo conciliabolo laico.