Marco Cappato (Milano, 25 maggio 1971), è eurodeputato radicale eletto con la Lista Bonino, iscritto al gruppo Liberaldemocratico (ALDE). Segretario della Associazione Luca Coscioni (per la libertà di ricerca scientifica) è dirigente e attivista radicale, e come tanti altri ha partecipato a Bruxelles, dal 7 all’8 dicembre, ai lavori del Consiglio Generale del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito. In tale occasione abbiamo avuto modo d’incontrarlo e di realizzare con lui questa intervista.
Le elezioni presidenziali francesi sono state attese come una tappa fondamentale sul cammino dell’integrazione europea dopo lo stop dettato dal referendum. Tu, da parlamentare europeo, come giudichi l’operato di Sarkozy in questi primi mesi?
Gli va dato sicuramente atto di una cosa: sta facendo quello che diceva di voler fare, sia nel bene che negli aspetti per me meno positivi. Tra questi ultimi c’è sicuramente la questione dei confini dell’europa. Credo che Sarkozy stia cercando, nel deragliare il processo di adesione della Turchia all’Unione Europea, di tracciare con nettezza dei confini che taglino fuori il mediterraneo. Da questo punto di vista Sarkozy è l’espressione di una strategia “nazionalista”, che considera lo Stato francese e la diplomazia francese comunque al centro, che vede l’integrazione esclusivamente nell’ottica di “europa delle patrie”, di nazioni che si confrontano.
Anche l’unione mediterranea da lui proposta è in realtà una soluzione che riguarda i governi e mai gli individui e i singoli cittadini. Un tentativo di relegare l’integrazione a settori considerati strategici, mettendo in secondo piano ogni altra cosa.
La proposta di Sarkozy si colloca quindi in netta contrapposizione con la nostra, che vede nel superamento del nazionalismo l’urgenza preminente del processo di integrazione e allargamento.