Tag: debito pubblico

  • Una sola clausola: RESPONSABILITA’

    Responsabilità

    Come in ogni campagna elettorale che si rispetti, anche stavolta i politicanti italici si sono lanciati al reciproco inseguimento sul piano della demagogia e della mistificazione della realtà. Primattori di questa patetica commedia sono Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, ovvero i leaders dei principali partiti che si sfidano per il governo dell’Italia. I due si stanno sperticando in mirabolanti promesse, a base di detassazioni, abolizioni d’imposte, miracolose ricette per il rilancio dell’economia con relativa creazione di posti di lavoro (sicuro e ben retribuito beninteso). Non mancano piani straordinari, degni del miglior Amintore Fanfani, per dare una casa ad ogni giovane coppia che desideri metter su famiglia (a patto che questa sia regolarmente sposata – meglio se con il rito di Santa Romana Chiesa).

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  • [n.12] Labouratorio … non si fida

    lab12.jpgLabouratorio non si fida. Non si fida molto nemmeno di ciò che sta per scrivere, né dell’immagine scelta per aprire questo numero. Eppure deve farlo.
    Deve fare ciò che Veltrusconi non fa: raccontare la verità.

    Questo paese sta per andare incontro ad una brutta crisi. Qualsivoglia governo non potrà fare molto per evitarlo … di certo non potrà farlo se chi si candida oggi non pone come primo punto del proprio programma la verità.

    La prima verità è che l’andamento dell’economia di un paese che fa parte del sistema economico e finanziario globale dipende solo in parte dalle scelte di un governo nazionale.

    Labouratorio non si fida di chi fa finta di niente, perché prezzi delle materie prime continuano a salire: dal petrolio al grano. Salgono perché ci sono paesi, come la Cina, che non solo consumano di più rispetto al passato, ma perché (sembrerà banale, ma nessuno lo dice) possono permettersi di continuare ad acquistare anche se i prezzi salgono oltre soglie ritenute un tempo impensabili. Il petrolio sfonda il tetto dei 100 dollari a barile? Non importa, la Cina continua a comprare … e intanto si aggiungono anche le speculazioni.

    Gli Stati Uniti, intanto, continuano a tagliare i tassi d’interesse e chissà che non si debba arrivare alla versione a stelle e strisce del modello nipponico dei tassi zero. Si continuerà a drogare un sistema che rimanda la crisi d’astinenza e intanto si brucerà ricchezza per centinaia (forse migliaia) di miliardi di dollari. Se qualcuno crede che l’Italia sia al riparo da questo fuoco grazie al rigido tetto Europeo forse vuol dire che si droga anche lui …

    Labouratorio non si fida di chi fa finta di niente, perché l’Italia sta già male senza bisogno d’aiuti esterni. Debito pubblico superiore al 100% del PIL e che ogni anno fa spendere il 4,5% delle entrate solo per rimborsare gli interessi. Nel 2007 l’economia è cresciuta meno delle attese e la pressione fiscale ha toccato il livello record del 43,3%. In cambio riceviamo servizi pubblici inefficienti ed un welfare inadeguato ed ingiusto.
    Oggi in Italia solo il 18% di chi perde un lavoro può contare su delle forme di ammortizzatori sociali. In Inghilterra invece il 60% e la media europea è del 56%.

    Se avete meno di 30 anni abbiate inoltre la cortesia di non rompere i coglioni. Pagate la pensioni dei vostri padri e dei vostri nonni , ma non sperate di riceverne voi. Senza dimenticare che l’abolizione dello scalone Maroni è avvenuta senza che nessun giovine abbia avuto da ridire.
    Zitti stiamo. Scendiamo in piazza solo per le manifestazioni indette da qualche partito. Gli stessi partiti che poi mandiamo affanculo, ma che non siamo in grado di cambiare.

    Labouratorio si fida della relazione conclusiva della Commissione parlamentare antimafia, ma a questo punto che fiducia può ancora avere?
    Che fiducia può avere nell’Mtv Democratic Party o nel Gregge delle Libertà?

    Se almeno qualcuno spiegasse la verità oggi, forse sarebbe più facile dargli fiducia ed essere persuasi domani che sparare non serve a niente.
    Perché Labouratorio non si fida dei violenti, ma non è detto che altri saranno disposti a fare altrettanto tra qualche tempo.

    Fidatevi almeno del numero 12 di Labouratorio

  • L’Italia e i suoi fardelli economici. Alcuni spunti programmatici

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    Per gettare solide basi per una crescita economica seria e duratura è corretto soffermarci sul principio ispiratore dell’azione riformatrice.
    L’Italia soffre di un’eccessiva pressione fiscale, di un debito pubblico enorme, di una spesa pubblica troppo spesso inefficiente e non in grado di tutelare le fasce più deboli della popolazione. La spesa pubblica deve essere sia tagliata nelle sue mutevoli e numerose inefficienze, ma anche reimpostata per essere veramente da supporto ai meno abbienti. La scuola, l’università, la sanità, la ricerca scientifica, la sicurezza sono temi fondamentali che abbisognano non solo di ingenti fondi ma anche di una più oculata gestione delle risorse finanziarie.

    La migliore gestione della spesa pubblica è di vitale importanza anche per il fatto che sull’economia italiana grava come un macigno un enorme debito pubblico che tarpa le ali a qualsiasi spinta economica. Da ogni statistica che mette a confronto la crescita italiana con quella internazionale, in primis europea, risulta palese come i nostri tassi di crescita siano costantemente inferiori. L’ultimo dato ci vede come fanalino di coda della crescita europea. Secondo l’ultime stime della Commissione europea il Pil italiano nel 2008 crescerà soltanto dello 0,7%. Rispetto a quanto previsto in autunno si tratta di un taglio secco del 50%, ben più della discesa dell’area euro, anche perché nel quarto trimestre 2007 l’Italia dovrebbe segnare il passo con crescita pari allo zero o anche inferiore (-0,2%). L’inflazione aumenterà del 2,7% (stima precedente 2%). Meno crescita e più inflazione è questo il quadro italiano. Risultano quindi ridicole tutte queste promesse elettorali di tagli alle tasse e investimenti in opere pubbliche. Ma dove li prendiamo i soldi? Se non è chiaro l’Italia è ultima rispetto a tutti i grandi: (Germania: +1,6% il Pil e +2,3% l’inflazione: Francia +1,7% il Pil e +2,4% l’inflazione; Spagna +2,7% il Pil e +3,7% l’inflazione)
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