Ripercorrere, a grandi linee, la storia del socialismo italiano, significa porre la lente d’ingrandimento sugli eventi che hanno accompagnato, dalla nascita alla diaspora, quel partito dei lavoratori nato a Genova nel giorno di ferragosto del 1892.
E’ la storia di una tensione dualista, dai risvolti spesso drammatici e insuperabilmente equivoci, che attraversa oltre un secolo di cronache politiche nostrane. Dalla discrasìa tra anarchici e marxisti sul finire dell’800, a quella tra gradualisti e riformisti nel quindicennio che precede la Grande Guerra, o alle schermaglie tra interventisti e neutralisti durante la medesima. Tensione che, da tendenzialmente endogena nei primordi, arriva a sgretolare il dogma dell’unità d’azione della Classe Lavoratrice con lo scisma livornese, fino a raggiungere il suo limite apicale nel duello a sinistra, aspro e con poche esclusioni di colpi, dell’ultimo quarto del secolo passato.
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L’anomalia italiana è la questione socialista
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Il socialismo giovane del nuovo millennio
Le proposte dei giovani per un partito socialista che nasca dalla gente e per la gente
Il riformismo del nuovo millennio“Accanto a chi è indietro e compiendo un passo in avanti”, così Pietro Nenni spiegava il senso del socialismo.
Ma oggi, cosa significa essere socialista in Italia? E ancor più, giovani e socialisti.Non è soltanto ideologia ma è una cultura, un modo di vivere. Non potrà mai essere soltanto un partito.
Partiti degli uomini e non uomini del partito, forse, questo è il senso di una diaspora così lunga, forse, il problema di un socialismo ridotto a pochi pensieri, non propositivo, non degno a volte dell’ alta cultura degli esponenti del passato, svilito e accomodato su quelle briciole caritatevolmente donate dal magnate di turno.
Il socialista, l’ uomo dei lumi e del senso della società, il riformismo dalla parte del popolo. Uomini che come Pertini hanno molto più parlato con le azioni e non con la prosa che spesso non diventa né poesia, né storia.Ma oggi, noi della generazione cresciuta nell’ assenza del partito socialista italiano, quello che in Europa non seguiva ma si faceva seguire nelle idee e nei contenuti, quello che non credeva che soltanto esserci abbia un senso. Quello della lotta partigiana, della Costituente, delle scissioni, del Presidente Pertini, del Concordato, dei ministri, del Presidente del Consiglio, di Sigonella, dei grandi errori, di tangentopoli e della distruzione del 1992.
Noi, per continuare ad essere socialisti abbiamo bisogno di un futuro. Vogliamo un partito socialista vero, intraprendente, a 360 gradi e non arroccato solo su pochi temi e pure di nicchia. Un partito memore degli errori del passato ma anche orgogliosamente fiero delle grandi innovazioni apportate.