Tag: riformismo

  • L’Italia, il PS e il fattore Paura

    Questa estate mi ha colpito molto un articolo di Giuliano da Empoli: “I moderati messi in fuga non da Caruso, ma dalle tasse”. Ho trovato l’articolo egregio nella sintesi dei dilemmi dei riformisti, in quanto veniva messo in risalto il fattore paura come elemento aggregativo per inerzia.

    Condivido l’idea che il fattore paura è la discriminante decisiva per vincere l’elezioni in Italia. Alla base di questo concetto c’è l’assunto secondo il quale si prendono voti non in base alle proprie idee, ma perché il mio oppositore farà molti più danni di me una volta al Governo. Data la società italiana è la migliore strategia cui ricorrere, visto anche il bassissimo tasso di partecipazione dentro i partiti. In una società che ha una percezione della politica non proprio lusinghiera, è molto facile che una politica concentrata contro l’avversario risulti alla fine quella vincente. Bastano due o tre slogan ad effetto ed il gioco è fatto. Perché perdere tempo ad elaborare progetti, basta accusare l’avversario di ogni male che per inerzia aumentano le mie quotazioni. Ma l’Italia ha bisogno di questo?
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  • Il socialismo giovane del nuovo millennio

    Le proposte dei giovani per un partito socialista che nasca dalla gente e per la gente
    Il riformismo del nuovo millennio

    PamSoc“Accanto a chi è indietro e compiendo un passo in avanti”, così Pietro Nenni spiegava il senso del socialismo.
    Ma oggi, cosa significa essere socialista in Italia? E ancor più, giovani e socialisti.

    Non è soltanto ideologia ma è una cultura, un modo di vivere. Non potrà mai essere soltanto un partito.
    Partiti degli uomini e non uomini del partito, forse, questo è il senso di una diaspora così lunga, forse, il problema di un socialismo ridotto a pochi pensieri, non propositivo, non degno a volte dell’ alta cultura degli esponenti del passato, svilito e accomodato su quelle briciole caritatevolmente donate dal magnate di turno.
    Il socialista, l’ uomo dei lumi e del senso della società, il riformismo dalla parte del popolo. Uomini che come Pertini hanno molto più parlato con le azioni e non con la prosa che spesso non diventa né poesia, né storia.

    Ma oggi, noi della generazione cresciuta nell’ assenza del partito socialista italiano, quello che in Europa non seguiva ma si faceva seguire nelle idee e nei contenuti, quello che non credeva che soltanto esserci abbia un senso. Quello della lotta partigiana, della Costituente, delle scissioni, del Presidente Pertini, del Concordato, dei ministri, del Presidente del Consiglio, di Sigonella, dei grandi errori, di tangentopoli e della distruzione del 1992.
    Noi, per continuare ad essere socialisti abbiamo bisogno di un futuro. Vogliamo un partito socialista vero, intraprendente, a 360 gradi e non arroccato solo su pochi temi e pure di nicchia. Un partito memore degli errori del passato ma anche orgogliosamente fiero delle grandi innovazioni apportate.

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