Author: Mattia Panazzolo

  • Pronto carabbinieri!

    Cronaca di un normale incontro ravvicinato tra privato cittadino e forze dell’ordine

    ore 15:54
    via prenestina 376. Cerco di individuare l’entrata tra le impalcature. Un tipo prima di me sta per entrare, invece si ferma e mi apre la porta. Evidentemente è un carabiniere in borghese, che da ora in poi chiameremo “ricercatore”.
    Entro.
    io: “Salve”
    carabiniere Imbroglia Salvador: “Buongiorno, dica”
    io: “Vorrei denunciare il furto del mio portafoglio avvenuto all’università La Sapienza”
    car: “Quando è avvenuto il furto?”
    io: “ieri”
    car: “si accomodi” indicando una vuota sala d’aspetto.
    Mi accomodo. Cosa aspetto poi in sala d’aspetto? non sembra esserci nessuno. Sarà la prassi.

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  • ALLitalia

    Beh, a questo punto se va come un po’ tutti ci auguriamo non ci resta che ringraziare. Il compratore per la benevolenza, il venditore per tanta grazia. In questo capitalismo approsimativo, basato sull’amicizia e sull’amore, è quanto di meglio ci possa capitare.
    Alitalia… i conti più in rosso (colore che non ci dispiace), la flotta più vecchia, i dipendenti più numerosi e più pagati. Pregi opinabili, ve lo concedo, ma volete mettere la soddisfazione di viaggiare su una compagnia di bandiera? Dico, prendi il volo e già senti che il tricolore garrirà. Chiudi gli occhi e ti vedi sfilare davanti i nostri orgogli nazionali: Garibaldi, Badoglio, Moro, Craxi, Riina ecc.

    E poco importa se c’è sciopero del catering e viaggi con un’ ora e mezza di ritardo su una tratta di due ore, perchè lì ti senti parte di una piccola-grande famiglia. Anzi, vi dirò di più. Lì a bordo di quel boeing dalle pareti un po’ scollate ti senti cittadino-imprenditore. Sei consapevole del fatto che le perdite, nel biennio 2006-2007, sfioreranno il miliardo di euro, quindi non badi alle maldicenze sulle tasse sempre più alte. La vivi come un consapevole aumento di capitale. Quindi ti permetti una paternalistica occhiata all’attempato sedere dell’assistente di volo, concedi un cenno di benevolenza al secondo ufficiale e al suo turno corto (“non si preoccupi, tenga pure il resto”) e ti senti un gran signore.

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  • Intervista a Marco Cappato

    cappato_ev.jpgMarco Cappato (Milano, 25 maggio 1971), è eurodeputato radicale eletto con la Lista Bonino, iscritto al gruppo Liberaldemocratico (ALDE). Segretario della Associazione Luca Coscioni (per la libertà di ricerca scientifica) è dirigente e attivista radicale, e come tanti altri ha partecipato a Bruxelles, dal 7 all’8 dicembre, ai lavori del Consiglio Generale del Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito. In tale occasione abbiamo avuto modo d’incontrarlo e di realizzare con lui questa intervista.

    Le elezioni presidenziali francesi sono state attese come una tappa fondamentale sul cammino dell’integrazione europea dopo lo stop dettato dal referendum. Tu, da parlamentare europeo, come giudichi l’operato di Sarkozy in questi primi mesi?

    Gli va dato sicuramente atto di una cosa: sta facendo quello che diceva di voler fare, sia nel bene che negli aspetti per me meno positivi. Tra questi ultimi c’è sicuramente la questione dei confini dell’europa. Credo che Sarkozy stia cercando, nel deragliare il processo di adesione della Turchia all’Unione Europea, di tracciare con nettezza dei confini che taglino fuori il mediterraneo. Da questo punto di vista Sarkozy è l’espressione di una strategia “nazionalista”, che considera lo Stato francese e la diplomazia francese comunque al centro, che vede l’integrazione esclusivamente nell’ottica di “europa delle patrie”, di nazioni che si confrontano.
    Anche l’unione mediterranea da lui proposta è in realtà una soluzione che riguarda i governi e mai gli individui e i singoli cittadini. Un tentativo di relegare l’integrazione a settori considerati strategici, mettendo in secondo piano ogni altra cosa.
    La proposta di Sarkozy si colloca quindi in netta contrapposizione con la nostra, che vede nel superamento del nazionalismo l’urgenza preminente del processo di integrazione e allargamento.

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  • Socialisti?

    SocialismCi son fortune che non si regalano facilmente. Accade infatti, nell’unico paese europeo avulso dalla socialdemocrazia, di poter assistere ad annose dispute tra chi fu comunista per finta (dicesi migliorista) e chi socialista all’italiana. I primi orgogliosi della loro appartenenza “perchè i socialisti italiani sono i peggiori d’europa”, i secondi a rivendicare la lungimiranza delle loro scelte.

    Peccato che i secondi, che pur dovrebbero essere facilitati nelle proprie argomentazioni dalle scelte poi compiute dagli ex avversari, finiscano spesso per incespicare sul famigerato orgoglio retrosocialista.
    Il buon Ghirelli sul Riformista ha preso di petto la questione, sostenendo le ragioni del p.s.i. e stilando un breve decalogo dei successi del suo ex partito, finendo però tristemente col dedicare quasi metà dell’ autocompiacimento alla legge Merlin e alla revisione del concordato perchè “molto più dignitoso del primo”.

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