E’ stata la settimana della “censura”, del mancato intervento di Papa Benedetto XVI all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università La Sapienza di Roma, degli interventi appassionati e indignati in Parlamento di esponenti di entrambi gli schieramenti.
Ebbene, la presenza mediatica del Papa e delle alte gerarchie ecclesiastiche, già considerevole per usare un eufemismo, è cresciuta a dismisura, si sono organizzate veglie di solidarietà, il discorso papale è stato comunque letto e pubblicato su tutti i maggiori quotidiani, Piazza San Pietro in occasione dell’Angelus domenicale ha registrato una grande manifestazione di sostegno al Papa.Verrebbe proprio da chiedersi cos’hanno da rallegrarsi quei professori e quegli studenti che avevano chiesto al rettore già da novembre di ritirare l’invito…
Author: Filippo Modica
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[Papa a La Sapienza]Maledetta “censura”
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Gobetti: fra equivoci e strumentalizzazioni
Piero Gobetti, scrittore, editore, antifascista, vero e proprio organizzatore di cultura, è una delle figure che più mi ha colpito nel corso dell’adolescenza.
Fin troppo facile risulterebbe per un liberale di sinistra farne un mito, ma qui occorre far posto ad un’analisi più fredda del suo pensiero per comprendere meglio il dibattito che si è scatenato intorno alla sua figura negli ultimi 15 anni.
Uso non a caso la parola “scatenato” perché, proprio a pochi anni dalla caduta del muro di Berlino, Gobetti è stato ora esaltato ora accusato di essere un contraffattore del liberalismo.
A chi scrive è sembrata più una partita fra intellettuali di professione, una gara a dimostrare chi è “l’autentico liberale” in Italia facendo un uso politico spericolato della storia.Se da una parte il filone neoliberale (in primis Bedeschi e Galli della Loggia) ha visto in Gobetti un fraintenditore del liberalismo e un criptocomunista, dall’altra un settore della sinistra che fa riferimento alla rivista Micromega di Flores d’Arcais e che si autodefinisce continuatrice dell’eredità etico-politica dell’azionismo ha elogiato le analisi di Gobetti per la profonda attualità.
Certo che raffigurare Gobetti come un fascista alla rovescia da un lato o parlare di Mani Pulite come la traduzione a livello giudiziario della rivoluzione liberale gobettiana sconcerta chi abbia letto con curiosità gli scritti di Gobetti cercando di storicizzarli.