Tag: moratoria

  • Quando si dice conquiste sociali…

    sociali.jpgQuesta inutile prodigalità di supplicii, che non ha mai resi migliori gli uomini, mi ha spinto ad esaminare se la morte sia veramente utile e giusta in un governo bene organizzato. Qual può essere il diritto che si attribuiscono gli uomini di trucidare i loro simili? Non certamente quello da cui risulta la sovranità e le leggi. Esse non sono che una somma di minime porzioni della privata libertà di ciascuno; esse rappresentano la volontà generale, che è l’aggregato delle particolari. Chi è mai colui che abbia voluto lasciare ad altri uomini l’arbitrio di ucciderlo? Come mai nel minimo sacrificio della libertà di ciascuno vi può essere quello del massimo tra tutti i beni, la vita?
    (Dei Delitti e delle Pene. Cesare Beccaria, 1764)

    Queste parole sono il mio compiacimento per il lavoro svolto a sostegno della moratoria della pena capitale nel mondo. L’ Italia ha svolto un ruolo di primissimo piano in tale battaglia fin dal 1994 quando per la prima volta il governo Italiano raccolse attorno a sè numerosi consensi pubblici e calorosi compiacimenti da parte di altri governi conducendo una battaglia in sede Onu contro la pena capitale.
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  • Pena di morte ed analisi economica

    Articolo di Mario Gregori (Università di Udine)

    Con il SI’ di 99 paesi, il NO di altri 52 e 33 astenuti, alle 17,35 del 15 novembre 2007, la terza commissione delle Nazioni Unite ha approvato a New York un documento a favore della moratoria delle esecuzioni capitali nel mondo. Un tale voto è un civile gesto che intende stimolare la rimozione dalle legislazioni nazionali di un relitto barbarico, quale la pena di morte, o una masochistica rinuncia ad un poderoso strumento di dissuasione nei confronti di una criminalità sempre più aggressiva?

    Apre il dibattito, nei giorni immediatamente successivi, il Wall Street Journal, che sposa apertamente la seconda tesi. Lo fa sulla scorta dei risultati di una ricerca di due studiosi della Pepperdine University (Malibu, CA), Roy Adler e Michel Summers. Essi hanno dimostrato come, in America, all’aumento delle condanne a morte eseguite si associa, negli anni ’90, una riduzione degli omicidi, mentre alla riduzione delle stesse, avviata a partire dal 2001, si accompagna un‘impennata dei crimini capitali.

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