Tag: satyagraha

  • Cari cinesi siete oppressi da una casta di corrotti

    Gli amici e compagni radicali hanno rilanciato in questi giorni l’iniziativa di un grande Satyagraha Mondiale per la pace da avviare nei giorni d’apertura dei giochi olimpici di Pechino. Sostenere la lotta per i diritti umani e per la democrazia è battaglia delle più nobili, condurla senza timori anche contro un paese potente come la Cina lo è in maniera particolare. Invito quindi tutti coloro che vorranno ad aderire a questa iniziativa.

    Tuttavia questa può essere occasione per offrire qualche spunto, tra il serio ed il provocatorio, proprio riguardo agli argomenti da poter usare per intervenire in maniera incisiva sull’opinione pubblica cinese e sostenerla nella richiesta di un cambiamento dell’assetto politico e istituzionale del paese. Un assetto che è interessante analizzare sommariamente, per capire dove stiano i suoi punti più fragili. In primis vale la pena rilevare che oggi la principale risorsa ideologica del regime cinese è il nazionalismo, forse l’unica ideologia che è riuscita a sopravvivere al ‘900. Proprio le Olimpiadi saranno una superba celebrazione della nazione e dell’identità cinese, tanto mutevole quanto radicata nella coscienza dei suoi abitanti. Difficile, pertanto, pensare che un popolo che guarderà al medagliere con tanta ansia di superare gli Stati Uniti, sarà disposto a farsi distrarre da sacrosanti appelli alla democrazia e ai diritti umani.

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  • Il Satyagraha Mondiale per la Pace passa attraverso Kant

    Articolo di Luca Taddio (Socialista e membro del comitato nazionale dei Radicali Italiani)

    Sono passate sotto silenzio le tre giornate organizzate dai radicali a Bruxelles tra il 6 e l’8 dicembre per lanciare la campagna per il Primo Satyagraha Mondiale. Piuttosto che ripetere quanto è possibile ascoltare su radioradicale o leggere sul sito dei Radicali Italiani, a cui rinvio, preferisco soffermarmi sul concetto stesso di “mondiale”.
    All’inizio le grandi idee sono state spesso, se non sempre, interpretate come il parto di intellettuali velleitari o sognatori, o additate come semplicemente strampalate. Un modo come un altro per sbarazzarsi di idee che non si comprendono o che mettono in discussione forme di potere ormai consolidate. Pensate a quanti conflitti ha attraversato l’Occidente prima di iniziare a sperimentare la democrazia, a quante resistenze hanno provocato le rivoluzioni scientifiche, da Galileo a oggi.

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