In Kosovo nasce un fiore chiamato bozur. E’ un fiore rosso dal colore sanguigno che il folklore popolare attribuisce al sangue che innumerevoli volte ha macchiato la terra della regione. Nel 1389 il principe serbo Lazar Hrebeljanović formò una coalizione di signori cristiani per fronteggiare le armate del sultano ottomano Murad I. Sebbene Lazar venne ucciso ed il suo esercito sgominato, la morte del sultano lasciò una situazione incerta ed instabile in tutta la regione. Quella battaglia, nella Kosovo Polje (la Piana dei merli), viene ricordata ancora oggi dai Serbi come l’inizio della fine della loro indipendenza ma anche allegoricamente come il sacrificio del popolo serbo per salvare l’Europa dall’avanzata ottomana. E’ una mitologia pericolosa, che vede il nazionalismo più feroce mischiarsi alla dimensione cristologica del sacrificio. Il Kosovo dunque è una delle sedi originarie della cultura e del folklore serbi, ma anche il luogo dei più importanti centri di culto della chiesa serbo-ortodossa come il monastero di Dečani e pur tuttavia la maggioranza della sua popolazione nell’ultimo secolo è di origine albanese. I due popoli sono ferocemente divisi per cultura e tradizioni e lingua ma uniti da una storia comune che rende il Kosovo, mai come altro luogo, l’esempio più eclatante della condizione della polveriera balcanica.
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[Balkanika] Kosovo: una questione europea
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Potenziare e prevenire: le due parole per una città sicura
(*) La sicurezza delle città in cui viviamo costituisce uno dei temi più scottanti nei dibattiti alimentati dall’opinione pubblica italiana.
Il diritto alla libertà e alla sicurezza del cittadino , per l’importanza che riveste nello scenario politico globale negli ultimi vent’anni, viene persino sancita nella legislazione internazionale, ovvero nella Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea.
Oggi, infatti, è il tema che occupa il primo o il secondo posto nelle preoccupazioni dei cittadini, soprattutto di quei segmenti sociali più “deboli”, ovvero donne, anziani e bambini. Per questo costituisce un fattore “strumentale” che le politiche di Governo, locale e nazionale devono affrontare organicamente e efficacemente.Il concetto di sicurezza nel territorio urbano ha subito negli ultimi anni una significativa evoluzione. La vecchia idea di città sicura riconduceva essenzialmente la criticità ad un problema di incolumità personale rispetto a fenomeni criminosi: questo tipo di sicurezza, relativo all’ordine pubblico nel suo aspetto di “polizia”, fa riferimento sia ad approcci risolutivi di tipo repressivo che preventivo, ma è tipicamente afferente alle competenze delle sole forze dell’ordine.
La domanda di sicurezza da parte dei cittadini sta assumendo un’accezione più ampia, riferita alla vivibilità, alla libertà di muoversi, lavorare e usufruire con serenità degli spazi pubblici e privati delle città, in una situazione di convivenza civile tra etnie, culture e generazioni differenti: il tema, quindi, è quello del contrasto all’emarginazione, di una gestione responsabile dell’impatto del fenomeno dell’immigrazione, della tutela dell’ambiente e delle risorse culturali, della valorizzazione dello sviluppo locale, della protezione dei siti sensibili, della diffusione della legalità e al contempo della cultura delle regole.