Author: Tommaso Ciuffoletti

  • [18] Labouratorio…va a labourà!

    Per oggi Labouratorio aveva pronto un numero speciale dedicato a i sani valori dell’ippica. Purtroppo nel frattempo son capitate delle elezioni politiche e così abbiamo riposto lo speciale sull’ippica (che pure, mi dicono, potrebbe tornarci utile), per affrontare una rigorosissima(!) analisi del voto.

    La sinistra muore di antiberlusconismo
    L’annullamento della Sinistra Arcobaleno è in buona parte dovuto all’astensione degli elettori storici di Rifondazione & co. Per altra parte è dovuto al voto che si è spostato da sinistra verso il Partito Democratico. Quest’ultimo è il voto che rappresenta in maniera tanto sublime quanto feroce la logica autodistruttiva dell’antiberlusconismo de’sinistra. Un antiberlusconismo che per lunghi anni ha gonfiato d’aria le pance di coloro che se ne sono cibati – quando invece a sinistra si sarebbe dovuto mangiare il pane azzimo del ripensamento – fino a farle scoppiare in un colpo solo.
    Se la priorità predicata è infatti quella del “tutti tranne Berlusconi” il risultato non potrà che essere la rinuncia alle proprie ragioni. Queste del resto son cadute troppo facilmente di fronte ad un appello al “voto utile” che non avrebbe avuto questo effetto devastante senza il supporto fondamentale dell’antiberlusconismo. L’elettorato di Rifondazione o dei Verdi che “nonostante tutto” ha preferito il PD alla Sinistra Arcobaleno l’ha fatto nella speranza di sventare “il pericolo Berlusconi”. Intenzione tanto pia (almeno tale è ritenuta), quanto nefasta negli esiti … e non per Berlusconi, ma per la sinistra.
    Sospendiamo per adesso ogni ulteriore valutazione su ciò che potrebbe rappresentare la condizione extraparlamentare a cui sono adesso relegate forze che rappresentano una base sociale forse non molto ampia, ma sicuramente presente e animata.

    Il PD vittima di un equivoco
    Il PD è stato pensato e costruito da Walter Veltroni per espugnare la mitica cittadella del voto moderato. La gloriosa macchina da guerra del PD pare non esservi riuscita. Al netto di Casini, questo traguardo è stato mancato, nonostante una campagna elettorale giocata con grande coraggio e spregiudicatezza, accentuando con forza i caratteri liberal di un programma già ricco di spunti nuovi rispetto al fu programma dell’Unione. Evidentemente resiste una certa pregiudiziale anticomunista e l’alleanza con Di Pietro non ha certo dato “garanzie” ai moderati incuriositi dal PD (lo stesso Di Pietro che adesso per bocca – e che bocca! – di Leoluca Orlando fa intendere che potrebbe costituire un autonomo gruppo parlamentare dell’Italia dei Valori).
    Il PD ha invece fatto polpette della Sinistra Arcobaleno. Curiosamente c’è riuscito – come dicevamo sopra – anche grazie al sostegno ideologico dell’antiberlusconismo. Un sostegno non cercato – chè anzi Veltroni ha misuratamente evitato uno scontro frontale con Berlusconi – ma che pure è arrivato e con il quale il PD dovrà fare i conti. Come si svolgerà il “dialogo” (o sarà chiamato “inciucio”?) con il governo sulle principali riforme annunciate? Allo stesso modo il PD dovrà fare i conti con l’assenza dal Parlamento della Sinistra fu Arcobaleno ed il movimentismo che potrebbe seguirne. Come si comporterà Veltroni di fronte alle prime proteste sindacali?
    Ottobre si annuncia caldo non solo per il governo.

    A Sinistra ed in Europa vince la Lega
    Fino a che punto è una provocazione dire che nel nord Italia la Lega ha vinto a sinistra? Non c’è solo l’antipolitica dietro il risultato del movimento di Bossi, ma c’è anche un pratica di governo locale profondamente radicata, che in termini politici compensa il carattere (in parte) antisistemico della propaganda leghista nel quadro nazionale. Risultati come quelli di queste politiche e, forse ancor di più, di queste amministrative non sono solo il risultato dell’antipolitica. Il padano, insomma, non è semplicemente l’Uomo Qualunque.
    E’ forse ancor meno provocatorio dire che la Lega ha vinto in Europa; ovvero in quelle regioni che più di altre in Italia si avvicinano, secondo i comuni indicatori socio-economici, agli standard europei.
    Ormai parlare di anomalia italiana appare perfino superfluo.

    Socialista in crisi
    L’analisi della batosta del Partito Socialista – che così è onesto chiamare “batosta” – richiederebbe uno spazio più ampio, che ci prenderemo più volentieri nei prossimi numeri.
    Cedendo il passo al personale dico che al momento sto ragionando sul mio essere fuori dal mondo … sì, mi sento piuttosto fuori dal mondo. Nei prossimi giorni sarò pertanto impegnato a fare i documenti per potervi rientrare di nuovo … anche se oltre la carta d’identità pare che chiedano anche la tessera del PD … il guaio, per me, è che se prendo la seconda, rinuncio alla prima, se invece tengo la prima, non posso prendere la seconda.
    Tuttavia oggi la telefonata di un amico mi ha rincuorato. E’ bastato che mi suggerisse una frase, anzi, tre semplici parole per pensare che forse anche da clandestini si può continuare … o forse riprendere a fare politica. Non sarà una formula a salvar qualcosa, ma forse …
    Purtroppo la sua frase è coperta da capyright morale, onde per cui ne scriverò solo dopo aver ricevuto il permesso!
    Intanto, da extraparlamentare, mi dedico all’antiproibizionismo.

  • [17]Labouratorio vota così

    Sì, Labouratorio è schierato, schieratissimo. Fanaticamente schierato ed orgoglioso di esserlo. Perchè Labouratorio voterà i propri candidati. Fabio Cruciani, Andrea Pisauro, Carlo D’Ippoliti, non solo, ma anche Michelangelo Stanzani e Guido Padalino.
    Sono nostri amici, compagni e fratelli candidati alle prossime elezioni. Michelangelo e Guido sono candidati alla Camera per il Partito Socialista in Emilia Romagna. Non c’è la preferenza, ma non importa, sono loro i nostri preferiti.

    La preferenza invece potete e dovete darla ai nostri amici compagni e fratelli candidati a Roma.
    Carlo D’Ippoliti dovete votarlo non tanto perché è un giovane e preparatissimo studioso e ricercatore di economia, non tanto perché ha dato una mano decisiva a scrivere quei famosi emendamenti con cui il Partito Socialista rese migliore l’ultima Finanziaria … o meglio, potete farlo anche per questo, ma sarebbe niente in confronto alla vera ragione per cui votarlo. Carlo è il ragazzo che per segnalare la propria candidatura agli amici scrive una mail che si apre così: “mi sento in colpa e in imbarazzo per mandare questa mail “nel momento del bisogno”, specie nei confronti di quelli di voi con cui -per le solite ragioni- non mi sento da un pò”. Carlo è candidato al Consiglio comunale di Roma nella lista del Partito Socialista per Grillini Sindaco.
    Sulla scheda azzurra scrivete D’Ippoliti.

    Non solo D’Ippoliti, “ma anche” Pisauro. Andrea Pisauro, per l’esattezza. Sulla scheda azzurra, insieme a D’Ippoliti, scrivete Pisauro, anche lui è candidato nella lista del Partito Socialista per Grillini Sindaco. Scrivetelo perché Andrea non può non entusiasmarvi. Su queste pagine trovate tanti suoi articoli, trovate la sua biografia … purtroppo non potrete trovare che una minima parte della sua capacità di sorprendervi. Un socialista liberale vero, curioso, preparato … eppoi studia Fisica all’Università. Suvvia, lo sapete tutti, chi studia Fisica è un cervellone e ai cervelloni va portato rispetto e dato il voto.
    Ha il difetto di riuscire a battermi a Winning Eleven 2008 … ma che volete … studia Fisica all’Università!
    Pisauro è candidato col Partito Socialista anche al XVII Municipio, quindi, cari residenti della zona voi dovrete votarlo anche lì.

    Al Municipio, stavolta il VI Municipio (Villa De Sanctis – ex Casilino 23) è candidato lui: www.fabiocruciani.it. Fabio Cruciani, il gemello del goal di Pisauro.
    Questo sito esiste grazie a lui, il sito dell’associazione per la Rosa nel Pugno esiste grazie a lui, tante, troppe iniziative sono riuscite grazie a lui. Non ha senso che io provi a parlarvi del suo valore, perché ho lavorato con lui negli ultimi due anni e non basterebbero poche righe per raccontarli. A volte lo considero un fratello minore … ma il guaio è che è molto più maturo di me! Se abitate a Villa De Sanctis dovete votare Fabio Cruciani, candidato per il Partito Socialista al VI Municipio.

    Non fidatevi di me, fidatevi di loro. Votateli, perché se lo meritano davvero.

    P.S _ Fermi tutti! Aggiungo un post scriptum con giusto mea culpa (lo sapete che siamo cristiani no?). Roma, Municipio 12, lista del Partito Socialista, Andrea Natalini. Quando la passione è passione vera. L’età è all’incirca quella dei succitati amici, compagni, fratelli … lui è uno di loro. Peppino Caldarola può testimoniare (anzi l’ha già fatto pubblicamente) cosa significa trascorrere una serata al Circolo III Millennio alla Garbatella. Io non devo aggiungere molto … ah no! Una cosa la devo aggiungere, lì alla Garbatella hanno continuato ad essere socialisti …

    SOMMARIO DEL NUMERO 17

  • Intervista a Mauro Del Bue – “Prima ci sputavano addosso, adesso scippano la nostra storia”

    Era stato Mauro Del Bue a fare il nome Camillo Prampolini (vedi sotto), con grande precisione storiografica, nei giorni delle polemiche sullo spot del Partito Socialista che vedeva Gesù Cristo nelle vesti di “primo socialista” della storia. Del resto proprio Del Bue, parlamentare socialista oggi candidato alla Camera per il PS come capolista in Abruzzo, si era occupato dell’attività di Prampolini anche in qualità di studioso.
    Perché – aveva dichiarato Del Bue in una nota d’agenzia dello scorso 25 marzo – menar scandalo se si dice ‘Cristo è stato il primo socialista’? Cari Gasparri e Baccini, dimostrate di non conoscere la storia. E in particolare la storia del primo socialismo. Più in particolare ancora la figura di Camillo Prampolini, deputato e laeder socialista riformista, che nel 1897 scrisse ‘La predica di Natale’ osservando proprio che Cristo è stato socialista, mentre la Chiesa del suo tempo non era cristiana. Prampolini stesso era definito il ‘Cristo socialista’ e usava simbologie e parabole di stampo cristiano per convincere i contadini del suo tempo a diventare socialisti. Cosa che gli riuscì perché nella provincia di Reggio Emilia, dove seminava la sua predicazione, i socialisti divennero maggioranza già agli inizi del secolo scorso“.
    Ma la rinnovata notorietà di Prampolini era destinata a vivere un ulteriore fiammata d’attualità nel corso dei giorni scorsi. Il (de)merito va assegnato alla decisione di far celebrare l’insediamento del Comitato nazionale per le celebrazioni dei 150 anni dalla nascita di Camillo Prampolini da un parterre interamente composto da esponenti del Partito Democratico, escludendo categoricamente ogni presenza riconducibile ad un partito che si chiama oggi come quello che Prampolini contribuì a fondare oltre 100 anni fa. Un atteggiamento che la dice lunga su quanto la storia si faccia politica e quanto la politica pretenda di riscrivere la storia. Un atteggiamento duramente contestato da tanti socialisti reggiani (e non solo), tra cui proprio Mauro Del Bue.

    Per parlare di questo, ma non solo, abbiamo dunque approfittato della cortesia proprio del compagno Mauro Del Bue.

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  • Camillo Prampolini – “Semplicemente” un socialista

    Come piccolo contributo a chiarir chi fosse il socialista Camillo Prampolini (Reggio Emilia 1857 – Milano 1930) vi proponiamo un piccolo, ma significativo estratto dal Dizionario biografico de Il Movimento Operaio Italiano di Franco Andreucci e Tommaso Detti (Editori Riuniti, 1978, Roma). Una piccola parte delle oltre 10 pagine dedicate a Prampolini.
    Inoltre vi alleghiamo anche la celebre Predica di Natale pubblicato sulla rivista “La Giustizia” il 24 Dicembre 1897. Al riguardo segnaliamo anche questo intervento di Mauro Del Bue del 20 dicembre 2007.

    Prampolini Camillo

    “[…] Nelle polemiche di corrente sostenne sempre l’indirizzo gradualista. In preparazione del congresso di Imola (6-9 settembre 1902) e successivamente, difese tale indirizzo soprattutto in polemica con Ferri […] Ma la presenza di P. nelle lotte interne e nei conflitti di carattere ideologico – pur non venendo mai meno nei congressi locali e nazionali – si era rarefatta e si manifestava solo in «in momenti di particolare gravità». Considerava «come assolutamente preminente il lavoro che oggi in gergo politico si chiama di base, il lavoro cioè di minuta propaganda, di organizzazione di leghe e cooperative, di cura delle amministrazioni comunali della sua zona, allo scopo di penetrare attraverso questi strumenti nei gangli delle strutture borghesi locali» (G. Arfé) […]. (more…)

  • Colletti legge Rosselli

    Un maestro, Lucio Colletti, che rilegge un maestro, Carlo Rosselli. Una lezione al quadrato. Oggetto: il socialismo liberale.

    Tanto Colletti, quanto Rosselli sono stati dimenticati in fretta dalla Sinistra italiana, che ha preferito non ascoltare le loro parole di critica severa, perdendo quindi anche il senso della loro proposta, che oggi suona ancora profondamente attuale.

    Questo scritto di Lucio Colletti risale ad un periodo particolare della vita politica italiana: un 1987 in cui si chiudeva l’esperienza del secondo governo Craxi, che aveva visto il premier socialista imprimere al suo partito prima e al paese poi, la forte impronta di un socialismo di governo, moderno e fortemente riformista (anche se, in scia con i governi di allora, carente sul fronte del contenimento della spesa pubblica).

    Il colpo più poderoso che conduceva alla definitiva rottura col marxismo risaliva al 1978, in forma di un articolo pubblicato su l’Espresso e intitolato (vedi te i casi della storia) “Il Vangelo socialista”. Portava la firma proprio di Bettino Craxi, in calce ad un articolo elaborato con Luciano Pellicani.

    In realtà la rottura era già stata annunciata da un altro grande maestro, quel Luciano Cafagna che nel 1974 scrisse su Mondoperaio un articolo dedicato al Sistema sovietico tra Stalin e Breznev. Erano i prodromi di quella guerra culturale (quella sì, degna di questo nome) che proprio dalle pagine di Mondoperaio fu sferrata da intellettuali socialisti, più o meno devianti, nei confronti del Pci di Berlinguer, che non trovò altro che rifugiarsi nell’eurocomunismo e nella “questione morale”. Una guerra culturale serrata, forte e vibrante, dai colpi della quale non si salvò nemmeno Gramsci. Cafagna, Salvadori, Bobbio, Pellicani, Galli della Loggia alcuni dei nomi dei protagonisti di allora.

    Ma se fra i “chierici” di Mondoperaio vi erano ancora alcuni che intendevano aggiornare il marxismo, piuttosto che abbandonarlo, Colletti, nel suo articolo è scientificamente drastico. Così come drastico era stato Carlo Rosselli sessant’anni prima. Drastico nella critica e nella risposta: “pensare insieme liberalismo e socialismo”.
    Proprio con queste parole, un altro “maestro”, a noi più vicino cronologicamente parlando, ebbe a titolare un suo articolo dedicato alla Rosa nel Pugno. Si tratta di Biagio de Giovanni. Per farvi un ulteriore regalo vi alleghiamo l’articolo in questione, pubblicato il 4 marzo 2006 sul quotidiano il Riformista.

    Oggi, le parole di Rosselli, di Colletti e di De Giovanni, così come quelli di Pellicani, Cafagna e Craxi, devono essere patrimonio del Partito Socialista, ammesso che ci sia qualcuno disposto a farle proprie.

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  • [n. 15] Labouratorio è cristiano

    lab15.jpgDiciamocela chiara, Labouratorio non ci tiene ad assegnare a Gesù Cristo la responsabilità d’esser stato il primo socialista. Pover’uomo, di croci ne ha già avute abbastanza, non mi pare il caso d’assegnargli anche questa.
    Piuttosto siamo noi ad essere cristiani e soprattutto fedeli.
    Siamo liberali e socialisti profondamente religiosi e ciecamente fedeli. Fedeli anche contro la nostra stessa ragione, che anzi tradiamo ripetutamente.
    Liberale è infatti colui che compie l’atto fede più scellerato ed irrazionale che si possa conoscere
    : l’atto di fede verso il proprio prossimo.
    Il socialista (non il marxista) fa un atto di fede diverso, forse ancor meno ragionevole e ancor più azzardato: l’atto di fede verso un prossimo collettivo: i propri simili. Più il socialista è democratico più quei simili saranno prossimi alla semplice categoria di umanità. Meno il socialista è democratico, più quei simili saranno prossimi alla sua presunta classe, al suo partito, alla sua corrente, alla sua cricca e infine alla sua “famiglia”.
    La differenza che passa tra i due atti di fede, quello del liberale e quello del socialista democratico è sottile, ma decisiva.
    Il socialista liberale, infine, fonda l’atto di fede del socialista su quello del liberale, e compie il proprio verso ciascuno dei propri simili.
    In tutti i casi la matrice è comune: proprio coloro che di fede son meno degni, vengono invece omaggiati dal nostro amore così liberale, socialista e anche così cristiano.
    Ecco, non so se il povero Gesù fosse più liberale, più socialista o più socialista liberale. Dopo la sua morte ciascuno lo ha raccontato come meglio ha creduto.
    Certo noi ci sentiamo un po’ cristiani e se vero che il Cristo è sempre vicino agli esclusi e agli emarginati … beh … allora forse davvero anche Gesù, di questi tempi, è un po’ socialista pure lui.

  • [n.13] Tra pelle e palle Labouratorio sbatte la Porta a Porta

    Labouratorio 13Per adesso la campagna elettorale si è giocata tra candidature spettacolo e sondaggismo esasperato. Il gioco delle prime sarà presto chiuso, il secondo continuerà a minare la percezione della realtà. A poco è servita la lezione della scorsa tornata elettorale, quando tutti i sondaggisti dimostrarono la propria incapacità di leggere il paese. Incapacità che faceva pienamente il paio con quella di coloro che quei sondaggi commissionavano, ovvero i partiti politici.
    Quegli stessi partiti che adesso chiudono liste che i cittadini dovranno prendersi così come sono, tanto che oggi ha più senso parlare di nominati, che di eletti. La mortificazione della cittadinanza elevata a sistema e ridotta a sudditanza.

    In questo clima anche il Partito Socialista ha deciso di mettersi a giocare. A giocare in maniera tanto sfrontata da cogliere più che di sorpresa coloro che si erano abituati alla mitezza come cifra di una dirigenza politica che oggi invece pare non avere più remore.

    La “crespata” del lasciare Porta a Porta è stata accolta con un’ovazione. L’accusa franceschiniana di essere dei rompicoglioni è una medaglia da appuntarsi orgogliosamente sul petto. La trovata dell’offerta a Mastella è stata invece accolta con non pochi malesseri, anche in considerazione di quanto sopra dicevamo sulla legge elettorale con cui voteremo.

    Ma intanto qualcosa si muove e i telegiornali sono costretti ad accorgersi che esiste altro oltre la prima fila della griglia di partenza. Noi di Labouratorio non possiamo non esserne contenti. Ora però viene il difficile: la pars construens. Che siamo incazzati lo hanno capito in molti. Cosa proponiamo oltre l’incazzatura dovremo dirlo con chiarezza, insistenza e convinzione nei giorni di campagna elettorale che ancora rimangono.

    Anche per questo oggi Labouratorio è un po’ più serio del solito, perché sa bene che un risultato come quello segnato da Zapatero è ancora lontano. Ma dalla Spagna arriva un segnale incoraggiante, che ci fa dimenticare le beghe romane sortite in seguito all’annunciata candidatura di Grillini come sindaco di Roma per il Partito Socialista.
    Non ci preme qua dare un giudizio politico della reazione che alcuni compagni hanno avuto di fronte a tale scelta. Ci basta considerare che se qualcuno preferiva tenersi la poltrona poteva scegliere prima. Saltare all’ultimo sul carrozzone di Rutelli non è la scelta migliore nemmeno per chi vuole vendersi bene.

    A noi resta da vendere cara la pelle … e come scrive il sempre scorretto D’Angelis, tirando fuori le palle, “ma anche” gli argomenti.

    IL SOMMARIO DEL NUMERO 13

  • [n.12] Labouratorio … non si fida

    lab12.jpgLabouratorio non si fida. Non si fida molto nemmeno di ciò che sta per scrivere, né dell’immagine scelta per aprire questo numero. Eppure deve farlo.
    Deve fare ciò che Veltrusconi non fa: raccontare la verità.

    Questo paese sta per andare incontro ad una brutta crisi. Qualsivoglia governo non potrà fare molto per evitarlo … di certo non potrà farlo se chi si candida oggi non pone come primo punto del proprio programma la verità.

    La prima verità è che l’andamento dell’economia di un paese che fa parte del sistema economico e finanziario globale dipende solo in parte dalle scelte di un governo nazionale.

    Labouratorio non si fida di chi fa finta di niente, perché prezzi delle materie prime continuano a salire: dal petrolio al grano. Salgono perché ci sono paesi, come la Cina, che non solo consumano di più rispetto al passato, ma perché (sembrerà banale, ma nessuno lo dice) possono permettersi di continuare ad acquistare anche se i prezzi salgono oltre soglie ritenute un tempo impensabili. Il petrolio sfonda il tetto dei 100 dollari a barile? Non importa, la Cina continua a comprare … e intanto si aggiungono anche le speculazioni.

    Gli Stati Uniti, intanto, continuano a tagliare i tassi d’interesse e chissà che non si debba arrivare alla versione a stelle e strisce del modello nipponico dei tassi zero. Si continuerà a drogare un sistema che rimanda la crisi d’astinenza e intanto si brucerà ricchezza per centinaia (forse migliaia) di miliardi di dollari. Se qualcuno crede che l’Italia sia al riparo da questo fuoco grazie al rigido tetto Europeo forse vuol dire che si droga anche lui …

    Labouratorio non si fida di chi fa finta di niente, perché l’Italia sta già male senza bisogno d’aiuti esterni. Debito pubblico superiore al 100% del PIL e che ogni anno fa spendere il 4,5% delle entrate solo per rimborsare gli interessi. Nel 2007 l’economia è cresciuta meno delle attese e la pressione fiscale ha toccato il livello record del 43,3%. In cambio riceviamo servizi pubblici inefficienti ed un welfare inadeguato ed ingiusto.
    Oggi in Italia solo il 18% di chi perde un lavoro può contare su delle forme di ammortizzatori sociali. In Inghilterra invece il 60% e la media europea è del 56%.

    Se avete meno di 30 anni abbiate inoltre la cortesia di non rompere i coglioni. Pagate la pensioni dei vostri padri e dei vostri nonni , ma non sperate di riceverne voi. Senza dimenticare che l’abolizione dello scalone Maroni è avvenuta senza che nessun giovine abbia avuto da ridire.
    Zitti stiamo. Scendiamo in piazza solo per le manifestazioni indette da qualche partito. Gli stessi partiti che poi mandiamo affanculo, ma che non siamo in grado di cambiare.

    Labouratorio si fida della relazione conclusiva della Commissione parlamentare antimafia, ma a questo punto che fiducia può ancora avere?
    Che fiducia può avere nell’Mtv Democratic Party o nel Gregge delle Libertà?

    Se almeno qualcuno spiegasse la verità oggi, forse sarebbe più facile dargli fiducia ed essere persuasi domani che sparare non serve a niente.
    Perché Labouratorio non si fida dei violenti, ma non è detto che altri saranno disposti a fare altrettanto tra qualche tempo.

    Fidatevi almeno del numero 12 di Labouratorio

  • [n.11 – Viviamo strani giorni] Labouratorio…ma ‘ndo va?

    lab11.jpg

    Tommaso Ciuffoletti Premier, la campagna è partita anche sul Riformista. E’ la prova che viviamo strani giorni.

    Sono giorni in cui partecipo al Comitato di Radicali Italiani e trovo una classe dirigente che non sa bene come dirigere se non c’è Marco che indica una via.
    Giorni in cui mi alzo in piedi per applaudire Sergio D’Elia; non mi era mai capitato e non avrei mai creduto che mi sarebbe capitato così.
    Giorni in cui un Comitato di Radicali Italiani non viene interamente trasmesso in diretta da Radio Radicale …
    … giorni in cui è meglio così, perchè prima dell’intervento di D’Elia, e poi di Marco (il secondo e il terzo intervento di Marco), il clima era spettrale.
    Giorni in cui una Voce dice “Questa è la fine di una storia“.
    Giorni in cui Marco è tenuto ad indicare una via, “ma anche” a far intendere che lui è per seguirla come dice lui e non come hanno fatto altri.
    Giorni in cui Emma Bonino, durante il suo intervento al succitato Comitato, sente il bisogno di sottolineare, per ben due volte, che lei è felice della candidatura di Ichino col PD, “anche se non condivide proprio tutte le proposte di Ichino” …
    Giorni in cui quest’accordo è tutto da capire.

    Giorni in cui il Partito Socialista forse si muove.
    Giorni in cui chiedo di essere candidato premier … e sono serissimo.

    Giorni in cui Labouratorio non smette di essere Liberatorio.

  • Walter e Silvio? Mi ricordano Molotov e Ribbentropp – Intervista ad Aldo Torchiaro

    Intervista ad Aldo Torchiaro

    Aldo Torchiaro, classe 1974, romano (ma con parte di sangue toscano) è giornalista professionista dal 2006. Non frequenta il calcio, anche se ultimamente va in giro con la maglia del Real Madrid. E’ laico, socialista, radicale e liberale, non siamo noi a dirlo, ma le testate per cui ha lavorato. Prima fra tutte la Diaconale Opinione, dove è nato, e il Riformista, col quale collabora.
    Senza abbandonare la carta stampata il nostro si dedica al video. Intervista e commenta a Nessuno TV (canale 890 di Sky) ormai da qualche anno.
    E’ il 2007, quando Antonello Piroso lo porta a La7, gli taglia baffi e capelli e lo mette a co-condurre Omnibus Estate, insieme a Luisella Costamagna e Paola Cambiaghi.
    Da qualche giorno però, Aldo ha assunto l’incarico di ufficio stampa di Enrico Boselli … e già questa è una notizia che vi consegniamo.
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