Aldo Torchiaro, classe 1974, romano (ma con parte di sangue toscano) è giornalista professionista dal 2006. Non frequenta il calcio, anche se ultimamente va in giro con la maglia del Real Madrid. E’ laico, socialista, radicale e liberale, non siamo noi a dirlo, ma le testate per cui ha lavorato. Prima fra tutte la Diaconale Opinione, dove è nato, e il Riformista, col quale collabora.
Senza abbandonare la carta stampata il nostro si dedica al video. Intervista e commenta a Nessuno TV (canale 890 di Sky) ormai da qualche anno.
E’ il 2007, quando Antonello Piroso lo porta a La7, gli taglia baffi e capelli e lo mette a co-condurre Omnibus Estate, insieme a Luisella Costamagna e Paola Cambiaghi.
Da qualche giorno però, Aldo ha assunto l’incarico di ufficio stampa di Enrico Boselli … e già questa è una notizia che vi consegniamo.
Dobbiamo però partire, come di rito, con il magico pendolino. Dunque Aldo, Manichini si è lanciato sul 40%, Labate è sceso al 36,5. Te quanto gli dai alla lista del Partito Democratico?
Il 34 % con i radicali.
Accanto a quella del PD ci sarà la lista dei Valori di Antonio Di Pietro. Quanto sono compatibili questi ultimi con quelli di un partito che dichiara di voler essere moderno, riformista e, soprattutto, liberale e “democratico”?
Il giustizialismo è la quinta colonna del qualunquismo all’italiana, e Italia dei Valori è la sua espressione parlamentare. Quando si parla di visione politica, per Di Pietro, si usano almeno due parole di troppo. E’ stato al governo con Berlusconi, in piazza con Beppe Grillo e pare anche dietro le quinte della Rosa Bianca, fino a ieri. Non si è fatto mancare niente, e oggi lo ritroviamo per volontà di Veltroni in un “asse riformista”, pur di racimolare i voti dell’antipolitica. Lascia senza parole. Aspettiamo con ansia che faccia la sua corrente lì dentro, non so, “Manette Democratiche”.
Sarà una campagna elettorale tutta dedicata ai “grandi partiti”? Come ci si difende mediaticamente dal duopolio d’intesa Walter-Silvio?
Molotov e Ribentropp hanno fatto scuola. Qui è stato stretto un patto segreto ma non troppo: Pd e Pdl sono d’accordo su tutto, fanno come se la legge elettorale fosse già cambiata, creando nanocoalizioni e inglobando i più piccoli. Fanno credere agli elettori che la scelta sia esclusivamente tra Veltroni e Berlusconi. Non dubito che Veltroni e Berlusconi ne trarrebbero vantaggio. Però non è così. I padri costituenti chiamarono i partiti “i pilastri della democrazia”. Che all’improvviso il pluralismo dell’offerta democratica sia diventato un mostro da abbattere, non me lo spiego.
Quanta parte delle elezioni ci si gioca sui grandi media?
Una parte, ma non tutta. In Italia c’è una penetrazione politica diffusa, con oltre settecentomila addetti nell’indotto dei partiti. Però è verissimo che in un periodo di riassetto complessivo, come quello di oggi, il voto d’opinione conta molto.
I post-comunisti cacciano i socialisti, sua Emittenza Silvio e gli ex-missini cacciano i popolari. Quand’è che l’Europa caccerà l’Italia?
Non siamo un modello per nessuno e infatti i corrispondenti stranieri in Italia faticano per capirci. Rimaniamo bizantini, pur se attaccati all’Europa. La invochiamo, la vagheggiamo. Ma rispetto ai grandi gruppi parlamentari europei, siamo sempre il Paese delle eccezioni. Quanto all’essere cacciati, potrebbe non essere solo una provocazione. Con il numero altissimo di procedure di infrazione aperte verso di noi, direi che l’avviso di garanzia è stato già spiccato.
Veniamo ai socialisti. Orgoglio e paura. Mi sembrano questi i termini della schizofrenia politica del Partito Socialista di questi giorni. Orgoglio identitario e paura contabile. Quand’è che abbandoniamo la seconda per affidarci al primo e alla voglia di parlare ai cittadini?
In politica bisogna fare i conti con i dati di realtà. Ma è nel dna dei socialisti quello di parlare ai cittadini, sempre, anche in condizioni avverse e con spazi e strumenti limitati.
Noi di Labouratorio, lo sai, siamo stronzi. Ma puoi dire a Boselli che se tira fuori la grinta noi, pur antimilitaristi, siamo pronti a metterci l’elmetto?
Riferirò, se le linee non sono troppo disturbate. Perché anche Boselli è in trincea.
Tre temi che potrebbero risultare efficaci per la campagna elettorale del PS?
Riconquistare il potere d’acquisto; liberare la crescita del Paese; nuovi diritti per un salto nel futuro.
Presentare un po’ di facce nuove, senza paura, sarebbe una cattiva idea? Oppure vogliamo ricandidare ovunque gente che era in Parlamento da prima che io nascessi?
Eh no, scherziamo? Facce nuove, giovani, con idee forti. E si facciano avanti le donne, perché il PS è il loro partito.
Da Radicali, cosa possiamo augurarci per i Radicali?
Che si laicizzino, con più Emma e meno Marco, più attenzione all’economia e meno cloro al clero.
I nostri amici ex-liberal DS riusciranno a rendere il PD più liblab meno cattocom?
Non li vedo più ruggenti come prima. Si sono accasati da timidi pantofolai quali in realtà sono, accanto al caminetto nel salotto di Veltroni.
Nel sondaggio sugli economisti intellettuali (Ichino, Draghi, Cisnetto, Kostoris, Cazzola, Alesina, Boeri) chi voti?
Un fuorilista, mio caro. Franco Debenedetti.
W Zapatero?
Viva Zapatero, perché siamo inguaribilmente esterofili. Quando sono a Madrid, e ormai capita spesso, dico però “Viva Boselli”. Nessuno pensi che siamo da meno, rispetto ai compagni spagnoli. E’ che loro hanno avuto decenni di guerra civile, di dittatura franchista, poi di governo delle destre. E’ dalle difficoltà che si esce migliori. “Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori”, diceva De André. Per l’Italia inquinata da tanto letame, sarebbe utile un bel risveglio di primavera. Rose rosse per tutti.
Grazie mille Aldo … e digli a Boselli di essere meno mite. A noi piacciono i rompicoglioni.