[Dalla periferia dell’Impero] Roma, quartiere Villa de Sanctis: per una svolta LAICA e SOCIALISTA.

 

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Villa De Sanctis, ex Casilino 23 (nome derivato proprio dalla denominazione del piano di zona originale), il quartiere in cui vivo e che mi sta vedendo crescere e maturare, nasce nella seconda metà degli anni ’70 dalla penna del famoso architetto romano Ludovico Quadroni.

La storia recente di questa zona ha come linea di demarcazione proprio il Piano di Zona Casilino 23, che diede una vita a questa vasta area, prima occupata da baracche e vecchi casali, compresa tra la Via Casilina e il più “famoso” quartiere di Centocelle.

Nel giro di 30 anni il territorio si è letteralmente trasformato e, quello che all’inizio era un semplice agglomerato di palazzine popolari scollegato totalmente dal resto della città, ora è un quartiere perfettamente servito dai mezzi pubblici (con la futura Metro C ad un passo), con un mercato rionale, un centro commerciale, una chiesa, un centro culturale (il Casale Garibaldi) ed ampi spazi di verde.

Questo trend di crescita è andato consolidandosi negli anni, permettendo di confermare quell’immagine di Villa De Sanctis vista come “distaccamento raffinato” della più caotica Centocelle, anche se oramai il “distaccamento” ha una sua vita propria, indipendente da Centocelle stessa.

Purtroppo non è tutto esattamente rose e fiori.

L’onda lunga della politica Veltroniana è arrivata anche qui, con il suo “non-decisionismo cinematografico”: è tutto molto bello, curato, con dei bei giardini, marciapiedi nuovi, strade rifatte, ecc. ed infine le questioni più importanti…puff, sotto il “tappeto”.

  • Sappiamo tutti dell’esistenza di un campo Rom abusivo in mezzo le “fratte” di via Belmonte Castello, eppure è lì da mesi e nessuno fa nulla. Inoltre c’è una crescente sensazione di insicurezza, dovuta all’aumento della microcriminalità: chi deve intervenire?
  • Sappiamo tutti qual è la condizione “notturna” del parco tra la scuola materna Guattari e la scuola elementare Iqbal Masih(ex Ferraironi), che diventa facile luogo per “attività illecite”, in quanto privo di qualsiasi illuminazione: chi deve intervenire?
  • Sappiamo tutti che non vi sono punti di aggregazione culturale per i giovani, posti al bivio “o entro in Chiesa oppure vado in un’altra zona”: chi deve intervenire?
  • Sappiamo tutti che il parco Villa de Sanctis ogni estate vede puntualmente rinsecchire il suo “verde” con una rapidità impressionante. Una volta c’erano gli schizzetti, e ora? Chi deve intervenire?
  • Sappiamo tutti che ci sono tante piccole problematiche che si notano di più o di meno, dall’antenna per i telefonini (nessuno si è mai interrogato di valutare l’impatto delle onde elettromagnetiche nel nostro quartiere?) ai dossi “trampolino” su via Balzani e via Ferraironi, fino ad una “banalità” come la festa di San Gerardo(che dallo scorso anno è divenuta una celebrazione “interna” alla parrocchia; perché questa festa non si trasforma in una FESTA DI QUARTIERE, organizzata dai cittadini con l’aiuto del municipio e parallela alle celebrazioni religiose?). Perciò mi chiedo per l’ennesima volta: CHI DEVE INTERVENIRE?

C’è bisogno di una svolta netta, decisa.

Di sicuro non una svolta “a destra”: Alemanno credo che sia ancora dell’idea di voler abbattere il nostro quartiere, in quanto “obbrobrio di edilizia modernista” al pari di Corviale!Votarlo significherebbe darsi la zappa sui piedi…

Il Casilino 23 (perché nel mio cuore il nome è rimasto quello) merita una svolta LAICA e SOCIALISTA: perché è pur vero che il quartiere inizia ad avere una età media piuttosto alta ma bisogna dare ai giovani nuovi spazi e alternative CULTURALI (la parrocchia non può essere sempre una risposta al problema, e il Casale Garibaldi incentra le sue attività maggiormente per gli anziani); perché un Centro Commerciale NON PUO’ ESSERE UN VERO PUNTO di aggregazione sociale per i giovani; perché il Casilino 23 non potrà essere considerato per sempre un semplice “quartiere dormitorio”; perchè il futuro del quartiere deve essere nelle mani dei giovani, per i giovani.