Ci insegnano a ricordare le idee, perché gli uomini muoiono e ed invece le idee restano, durano nel tempo, sono immortali. Ma le idee non provano sentimenti, emozioni, non amano, non soffrono, non piangono, non possono essere sfiorate; non è di un’idea che sento la mancanza, ma di un uomo, un uomo che ha contribuito a rendere questo Paese più libero, moderno e democratico, un uomo che certamente, non dimenticherò mai.
Otto anni fa, come oggi, stroncato da un arresto cardiaco, moriva un indiscutibile leader nazionale ed europeo, Bettino Craxi. Come da suo desiderio, venne sepolto ad Hammamet, restando così nel Paese che lo ha accolto e difeso. Il piccolo cimitero cristiano della cittadina tunisina divenne da quel momento il luogo del suo ultimo (e magari sereno) riposo, tra le mura della Medina e il mare, rivolto verso l’Italia, quella terra piangente(raffigurata sui suoi celebri vasi) da lui sempre tanto amata e per la quale ha dedicato sino all’ultimo istante ogni suo respiro ed ogni suo battito.
n.b. Il terz’ultimo segretario del PSI(ma ultimo serio) non è neanche stato citato sbadatamente tra i padri della Costituente Socialista(vedi “Le primarie delle idee”).
A distanza di tempo, dopo blasfemi torti subiti ed ingiuriose, ingiustificate ed ingiuste ostilità, finalmente sembrava che la memoria dello statista a cui il Midas diede i natali fosse finalmente riabilitata in una direzione opposta rispetto al clima infame d’antan. A vantaggio dell’affermazione e della tutela di una giustizia(giudiziaria) giusta; della vittoria dello stato di diritto; della solidarietà(tardiva) alle famiglie delle vittime che la magistratura ad orologeria aveva condannato all’oblio dei sensi ed al pudore di uno spaccato straziante; della rivincita di tutto il mondo socialista.
Ma si sa che la storia segue spesso il suo corso, anche in maniera illogica ed irrazionale.
Così, a distanza di sedici anni dall’avvio di quella rivoluzione giudiziaria che ha scavalcato il principio che in uno stato di diritto si risponde delle proprie azioni individualmente commesse e non in base alla propria appartenenza ad un gruppo da demonizzare, la storia rischia di ripetersi.
I registi della serie “law and order” potrebbe nuovamente mietere vittime, ledere sacrosanti diritti elementari, mobilitare l’opinione pubblica, aizzandola al linciaggio, svolgere processi senza contraddittorio ed emettere sentenze già preconfezionate e stabilite a monte. “Si può anche sbagliare, ma non per questo si deve essere sepolti vivi.”
Il burrascoso caso che ha investito il guardasigilli potrebbe essere l’apripista ad un’interminabile serie di provvedimenti teatrali, per mano(non tanto oscura) di sedicenti magistrati alla ricerca di gloria, in un Paese in cui il narcisismo e la mitomania mandano in soffitta la sobrietà e la competenza.
Certamente, è alquanto palese e di dominio pubblico che il re di Ceppaloni non sia uno stinco di santo devoto all’ortodossia della morale; ma in quel pomposo ed inconsistente dossier di 400 pagine, l’accusa mossagli è di concussione ai danni di un “innocente” Bassolino(il cui penoso e camorristico operato sulla questione rifiuti viene “sapientemente” difeso anche da esponenti socialisti), mediante l’uso di (ordinari) artifici di ricatto politico. Folle ed esagerato. Tornano, sorridenti, alla ribalta i magistrati democrats, gli esponenti del partito democrat(con le loro faide interne) ed i centri di potere burattinaio di Debenedettiana connivenza.
E il PS? Silente! Un corpo unipercentuale senza spina dorsale, che in punta di piedi, accenna timidamente qualche inoffensiva formula, oppure si dedica a tempo pieno ed indeterminato all’attacco ad oltranza verso la chiesa e dintorni, in nome degli ideali laic(isti), attendendo un rimpasto di governo(già morto e sepolto), elemosinando l’ingresso di un nostro ministro. Ennesimo autogol, l’estinzione è più vicina!