PREMESSA
Mi permetto di intervenire in questo web magazine per sollevare un problema che ha una rilevanza squisitamente locale ma che può essere paradigmatico e facilmente trasposto in qualsiasi realtà locale italiana: le opere pubbliche e le infrastrutture.
Sicuro di svilire il target di questo sito credo, tuttavia, che non si possa sottovalutare la portata, spesso deleteria, delle decisioni concrete delle classi politiche locali. Credo che una seria riflessione sull’insipienza della classe dirigente attuale non possa essere ulteriormente rinviata.
Mi trovo costretto, pertanto, a scrivere per denunciare l’ennesimo episodio di faziosità e cattiva amministrazione e spezzare una lancia a favore della “vera” società civile che si autoconvoca “veramente” e si organizza di conseguenza; in soldoni l’antitesi del Girotondismo.
Potrebbe essere il primo passo per quel riavvicinamento di chi si vuole occupare della “cosa pubblica” e quelle persone che ormai sono giustamente sfiduciate dalle istituzioni e ricorrono, legittimamente, ad una forma di autotutela nei confronti della “politica”.
CITTADINI A SOVRANITÀ LIMITATA
I comitati “no al Civis” crescono e si organizzano. Quando le scelte sbagliate di un’ amministrazione costringono la cittadinanza a mobilitarsi.
A Bologna è accaduto un miracolo. Forse, è il caso di dirlo, dopo tanti anni di contrapposizione bipolare che ripeteva stancamente l’archetipo nazionale, sta lentamente nascendo un movimento trasversale di critica e proposta nei confronti delle scelte dell’amministrazione locale. Pomo della discordia, neanche a dirlo, il trasporto pubblico e tutto ciò che attiene la mobilità urbana.
Non sembra opportuno, pertanto, liquidare con sufficienza questi moti di protesta alla stregua della solita “polemichetta” strumentale del commerciante inviperito con il Comune per squisite ragioni di “bottega” sindacale. Vi è una caratteristica peculiare in questi comitati: la spontaneità.
Sul banco degli imputati innanzi a questo tribunale autenticamente popolare formato da diversi comitati che nei fatti rappresentano il tessuto sociale della città ovvero cittadini residenti e commercianti, “siede” il sistema di trasporto su gomma con lettore ottico denominato “Civis”
Un sistema di trasporto pubblico scelto dalla giunta guidata da Guazzaloca e avversato dalla compagine di centro sinistra che sedeva, al tempo, sui banchi dell’opposizione. Tuttavia tale progetto, il quale prevedeva inizialmente il collegamento tra San Lazzaro di Savena e Borgo Panigale, è stato successivamente avallato, dopo una sostanziale modifica (non più Borgo Panigale come capolinea ma la stazione ferroviaria), dalla giunta Cofferati. Motivo? Trenta milioni di euro di penale da corrispondere alla società vincitrice dell’appalto in caso di rinuncia ai lavori. Sicuramente sono state poste motivazioni politiche, logistiche, funzionali nonché logiche davanti al pagamento di una penale di tale entità a carico dei contribuenti. Ma anche una logica stringente, in alcuni casi, può vacillare.
Ci si può porre il dilemma sulla convenienza di siffatta operazione, con la rinuncia all’esecuzione dell’opera, ma salvare 30 milioni di euro e avere come contropartita un pressoché totale stravolgimento del traffico urbano non giova alla vivibilità, se la vivibilità è annoverabile tra quei diritti che hanno come corrispettivo i tributi a carico dei cittadini.
Così come sembra ancor meno logico impegnare una delle arterie principali della città, la Via Emilia, prima con estenuanti lavori di adeguamento strutturale per consentire, poi, il passaggio di un filobus troppo ingombrante il quale, rispetto ai filobus attualmente utilizzati dall’ATC, è dotato solo di una fantomatica guida a lettura ottica per giunta neppure collaudata. Se fosse così Bologna diventerebbe il banco di prova, per non dire la “cavia”, di questo innovativo sistema di guida.
Non si devono nemmeno dimenticare i lavori che interesseranno il centro storico per consentire il passaggio del Civis; abbiamo già assistito alla diatriba creatasi tra il Comune e la Sovrintendenza ai beni culturali sulla pavimentazione di Strada Maggiore. La sfida è solo agli nizi; forse nei prossimi mesi ne vedremo delle belle
A coronamento di tutto ciò la distanza che separa l’amministrazione, democraticamente eletta, e la cittadinanza, organizzatasi in comitati contro le scelte dell’amministrazione, è sempre più ampia.
Andando a sommare tutti questi elementi si crea una situazione che non contribuisce ad un dibattito ragionato sui problemi della mobilità della città. L’immagine ricorrente che risulta è quella di una realtà in affanno con un governo locale che non è in grado di pianificare, o meglio, riorganizzare i tempi e le modalità di fruizione della città.
Anche il semplice cittadino, senza alcuna competenza in materia, sarebbe in grado di affermare e concludere che il traffico su gomma e il trasporto pubblico di superficie non portano benefici ma contribuiscono al collasso del sistema. Così come il semplice cittadino potrebbe affermare che non sono sufficienti le ordinanze di limitazione del traffico o l’introduzione di telecamere con funzione inibitoria e sanzionatora. Manca il ragionamento di insieme, sull’idea che, forse, Bologna non è più il “paesone” di provincia di Giuseppe Dozza che costruiva la tangenziale, bensì una realtà che soffre di tutte le criticità della grande metropoli e ancor di più soffre delle scelte di corto respiro delle istituzioni di fronte a mastodontici problemi.
Forse i comitati che si sono creati sull’emergenza Civis non riusciranno nell’impresa di fermare questa inutile opera pubblica. L’unico auspicio è che dalla spontaneità e dalla freschezza che viene portata da queste realtà, nate e cresciute veramente “dal basso”, possa iniziare una seria riflessione su queste tematiche per giungere alla programmazione certa e concreta della metropolitana. Non di superficie però.
CIVIS
DIAMO I NUMERI
Costo per l’acquisto di una vettura CIVIS: 1.300.000 €
Costo di un Filobus utilizzato per l’attuale linea 13: 670.000 €
Frequenza di passaggio: CIVIS ogni 2.5 minuti contro i 2 minuti di
attesa delle attuali linee che operano sulla
Via Emilia (linee 19 e 27)
Dimensioni: CIVIS altezza 3.40 m, larghezza 2.55 m
Filobus attuali altezza 2.93 m, larghezza 2.50 m
Entità penale in caso di rinuncia all’opera: 30.000.0000 €
Anno consegna lavori: 2010