Non ci girerò troppo intorno a questo discorso: in materia di legge elettorale il PS ha l’obbligo morale e politico di accettare la sfida dello sbarramento al 5%.
Non esistono mediazioni.
Si può dire tutto il male del mondo di Veltroni e Berlusconi, ma il dialogo tra loro sembra essere l’unica risposta alle esigenze di un paese che fondamentalmente si è rotto i coglioni di giochi e giochini di potere fatti da nemici dello stato e della democrazia quali sono i rappresentanti di microscopici partiti, i cui successi/insuccessi elettorali li devono al clientelismo o a residuali ideologie antistoriche e anacronistiche(che siano comuniste o fasciste).
Un partito socialista forte, prima ancora che servire anche al PD (e questo è tutto da vedere) deve avere innanzitutto il coraggio di misurarsi con la sua (del tutto singolare) situazione interna.
Figlio di anni di lacerazioni interne e lotte contro il mondo quello che sembra destinato ad essere il partito dei socialisti italiani ad oggi pare lo SDI degli ultimi 10 anni: una nullità politica e ideologica, con l’unica differenza di essere più che mai affollato nelle cariche rappresentative e dirigenziali.
È inutile nasconderci: il consenso ad oggi è scarso e le motivazioni non sono difficili da individuare: il costituendo PS non fa politica, chiacchiera!
Palese è stata la partecipazione dell’On. Angius, clamoroso colpo del mercato estivo del PS, alla trasmissione Porta a Porta dedicata alle varie ipotesi di legge elettorale fino ad oggi proposte: sembrava, o almeno a me ha dato l’impressione di essere, il portavoce di Mastella.
Se vogliamo rispondere al paese è ora di iniziare ad ascoltarlo seriamente anche se, va detto, basterebbe alle volte anche ascoltare i membri che si hanno all’interno del partito.
La semplificazione del sistema partitico è una richiesta giusta, sacrosanta, indiscutibile.
Logica vorrebbe inoltre che in un sistema così denso di partiti fondamentalmente si dovrebbe registrare un livello di partecipazione della società civile alla politica clamoroso perché ognuno dovrebbe sentirsi rappresentato e invece c’è ancora difficoltà a trovare la giusta collocazione perché non si sa più di cosa i partiti oggi parlino.
Cosa l’Italia dei valori ci vuole dire? Cosa l’udeur ci vuole dire? Cosa i comunisti italiani ci vogliono dire?cosa noi, noi PS vogliamo dire??
La risposta è un sacrosanto BO!!!
Non si può dare credibilità ad un partito, talaltro in fase di ricostruzione, che neanche fa in tempo a riallacciarsi col mondo politico, ma soprattutto con le persone, e subito si muove su posizioni e su logiche che ne minano la credibilità, l’onesta, la trasparenza.
Secondo la mia modesta opinione, il PS che sarà dovrà avere come grido di battaglia la parola “Coraggio!”: il coraggio di non piegarsi ai ricatti dei grandi partiti; di andare avanti nonostante trovare spazi sui media sia molto difficile; nonostante fosse prospettato un sistema elettorale con un medio-alto sbarramento; nonostante le difficoltà di rapporti che potranno esserci al nostro interno; il coraggio di parlare ai giovani e valorizzarli; di farci portavoce di una nuova morale che si fondi sulla laicità, sul rispetto, sulla giustizia,sul merito e sulla libertà.
Ho sinceramente paura!
Paura di trovarmi in un partito che per il 20esimo anno consecutivo elegga Boselli candidato in tutti i collegi, Piazza al collegio di Bologna, Schietroma dalla Ciociaria, Villetti dal collegio dell’oltretomba o peggio ancora dagli stessi collegi ma nelle liste del partito democratico.
Mi rammarica l’attuale solitudine politica dell’On. Turci, il quale da sempre si sta battendo all’interno della costituente per promuovere tesi coraggiose e per affrontare la sfida dell’alto consenso dicendo ovunque da Bologna a Fiuggi a Formia “Dobbiamo accettare la sfida dello sbarramento, sennò ce ne stiamo tutti a casa!!!”…E aggiungo io: si può fare politica anche senza rappresentanza parlamentare, puntando su un progetto che cresca nel medio-lungo periodo puntando una volta per tutti sulla crescita dei giovani.