Tag: laicità

  • [Valori] Ma anche NO

    Nel manifesto dei valori del PD, al punto 3 leggiamo:

    “La laicità presuppone uno spazio pubblico di libero confronto: noi concepiamo la laicità, non come il luogo di una presunta neutralità, ma come rispetto e valorizzazione del pluralismo degli orientamenti culturali, e quindi anche come riconoscimento della rilevanza, nella sfera pubblica e non solo privata, delle religioni, dei convincimenti filosofici ed etici, delle diverse forme di spiritualità. Le energie morali che scaturiscono dalle esperienze culturali, spirituali e religiose, quando riconoscono il valore del pluralismo e del dialogo, rappresentano un elemento vitale della democrazia.”

    Questa analisi, per quanto possa sembrare animata da un sincero spirito laico è, a mio parere, piuttosto viziata dalla sudditanza confessionale che impera nel nostro paese. Al solito tratterò gli argomenti per punti, con la finalità di rendere più chiaro il mio pensiero. (more…)

  • [FuoriLinea] Perchè voterò PD

    Politicamente scorretto. Labouratorio ci piace così, anche quando è politicamente corretto votare PS. Lo ripetiamo: ogni affinità è divergenza. Labouratorio mostra tutto il suo lato “free”, libero dai condizionamenti MA ANCHE autolesionista e un pò masochista…non aggiungiamo altro, visto che il titolo dell’articolo è eloquente! Buona lettura!

    spelloni1.jpgNormalmente nelle argomentazioni politiche si ricerca l’aderenza dei programmi e degli intenti ai propri ideali ed ai propri valori. La passione è una componente fondamentale della politica stessa ma a volte mi sembra che la nostra società sia pronta a dimenticare l’antico insegnamento che ci arriva dal passato, ovvero che la politica è anche un’arte. L’arte della politica richiede quindi non solo la passione ma soprattutto la ragione e con essa la scelta ragionevole. Ho deciso che alle prossime elezioni politiche di Aprile darò il mio voto al Partito Democratico. Ho preso questa decisione sulla base di riflessioni che considero razionali e ragionate e che quindi sono, a mio avviso, il modo migliore per creare una base di intenti con gli altri elettori, al di là del loro colore politico.
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  • L’Italia, il PS e il fattore Paura

    Questa estate mi ha colpito molto un articolo di Giuliano da Empoli: “I moderati messi in fuga non da Caruso, ma dalle tasse”. Ho trovato l’articolo egregio nella sintesi dei dilemmi dei riformisti, in quanto veniva messo in risalto il fattore paura come elemento aggregativo per inerzia.

    Condivido l’idea che il fattore paura è la discriminante decisiva per vincere l’elezioni in Italia. Alla base di questo concetto c’è l’assunto secondo il quale si prendono voti non in base alle proprie idee, ma perché il mio oppositore farà molti più danni di me una volta al Governo. Data la società italiana è la migliore strategia cui ricorrere, visto anche il bassissimo tasso di partecipazione dentro i partiti. In una società che ha una percezione della politica non proprio lusinghiera, è molto facile che una politica concentrata contro l’avversario risulti alla fine quella vincente. Bastano due o tre slogan ad effetto ed il gioco è fatto. Perché perdere tempo ad elaborare progetti, basta accusare l’avversario di ogni male che per inerzia aumentano le mie quotazioni. Ma l’Italia ha bisogno di questo?
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  • Mi chiedo se il PD può arrivare al 40% – Intervista a Stefano Menichini

    Intervista a Stefano Menichini


    Stefano Menichini
    (Roma, 15 ottobre 1960) è un giornalista e scrittore italiano. Comincia a lavorare a il manifesto a 19 anni. Trascorrerà nella redazione del giornale comunista diciotto anni, iniziando come diffusore militante per passare a cronista politico, caposervizio, caporedattore centrale, editorialista. (more…)

  • [Papa a La Sapienza] L’astuzia dello staff papalino

    Papone

    Giovedì 17 gennaio è avvenuta l’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Università La Sapienza di Roma.
    Tre mesi prima il rettore ed il senato accademico decidevano di invitare il papa perché pronunciasse una lectio magistralis. Il papa accetta. Un mese fa decidono, coscienti della gaffe, che forse è meglio un intervento semplice. Il papa accetta. Nel frattempo il professor Marcello Cini viene a sapere che è previsto l’intervento di inaugurazione del papa: decide di scrivere una lettera al rettore in cui manifesta il suo dissenso (invito tutti a leggerla prima di commentare). Poi 67 docenti della Sapienza, il cui nucleo è nella facoltà di Fisica, inviano un comunicato al rettore affermando che condividono la lettera del prof. Cini.

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  • [Papa a La Sapienza] Laicità a targhe alterne.

    PaponeCi ho riflettuto un pò, non volevo esser preso dall’enfasi del momento e dalle prime impressioni iniziali che questa vicenda mi aveva suscitato.

    I DOCENTI
    Sono con LORO. Sono vicino a quelle che potevano essere le loro PREOCCUPAZIONI, le loro PAURE per un invito esteso a chi:

    1. già in Novembre aveva chiesto di fare una Lectio Magistralis a La Sapienza. Sappiamo cos’è, no? Si danno alcuni indirizzi di lavoro… Fatta da un Papa una cosa del genere non mi piace. Non mi piace nemmeno da un sindaco, da un geometra o da una porno attrice; (more…)

  • [Papa a La Sapienza]Il Papa, l’Università e l’amarezza che ci portiamo dentro

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    di Andrea Pisauro e Daniele Granata

    Avete presente la frustrazione che ti prende quando ti accorgi che le cose non sono andate per niente come dovevano andare?

    Immaginate di essere due studenti di fisica dell’Università la Sapienza, entrambi laici, uno credente e l’altro un po’ meno, all’indomani della mancata partecipazione del papa alla cerimonia inaugurale dell’anno accademico del nostro ateneo, col conseguente coro di critiche che si sono levate contro studenti e professori della nostra facoltà.

    Questa vicenda e il dibattito tra opposti estremismi che l’ha accompagnata ci ricordano da vicino le vicissitudini di un paese capace solo di dividersi in fazioni senza riuscire a ragionare sui problemi.

    Da qui nasce l’amarezza che ci spinge a raccontare il nostro punto di vista sull’argomento.

    La nostra è l’amarezza di chi vede un rettore debole e sotto inchiesta cercare di ridare linfa alla propria immagine sfruttando un’autorità morale (il papa) e istituzionale (il sindaco) che la sua guida e l’istituzione che rappresenta sembrano non avere più. Un rettore che, forse per incuranza, non riesce a vedere che il suo personale interesse non coincide con quello dell’università che dirige così come con quello del paese. Che non coglie le ragioni di inopportunità politica nell’invitare la massima autorità religiosa all’inaugurazione di un’istituzione laica in un determinato momento storico, nel quale è sempre più evidente una contrapposizione frontale tra la Chiesa cattolica e parte dell’opinione pubblica insofferente alle sue ingerenze nel dibattito pubblico.

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  • [Papa a La Sapienza]Maledetta “censura”

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    E’ stata la settimana della “censura”, del mancato intervento di Papa Benedetto XVI all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università La Sapienza di Roma, degli interventi appassionati e indignati in Parlamento di esponenti di entrambi gli schieramenti.
    Ebbene, la presenza mediatica del Papa e delle alte gerarchie ecclesiastiche, già considerevole per usare un eufemismo, è cresciuta a dismisura, si sono organizzate veglie di solidarietà, il discorso papale è stato comunque letto e pubblicato su tutti i maggiori quotidiani, Piazza San Pietro in occasione dell’Angelus domenicale ha registrato una grande manifestazione di sostegno al Papa.Verrebbe proprio da chiedersi cos’hanno da rallegrarsi quei professori e quegli studenti che avevano chiesto al rettore già da novembre di ritirare l’invito…

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  • Il processo di secolarizzazione e le religioni politiche del ‘900

    Vi proponiamo, di seguito, il lavoro di “tesina” presentato da un amico, Gabriele Pucci (19 anni), per l’ esame del corso di Storia Contemporanea presso la facoltà di lettere dell’Università di Firenze. Si tratta di una lettura che vi consigliamo per la sua sintetica chiarezza nell’affrontare temi complessi e di grande interesse.

    Articolo di Gabriele Pucci

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