Tag: Italia

  • [PostElezioni] La Sinistra e l’Italia che ci meritiamo

    CAMERA
    355.581 voti – 0,975 %
    SENATO
    284.428 voti – 0,867 %

    Una disfatta, una vera e propria disfatta.

    In primis come PS: mai si sarebbe immaginato un risultato così misero. Si sperava ottimisticamente di poter
    raccogliere quel 2,6% della RnP, ma così non è successo. Inoltre c’è anche la beffa dello 0,98%, ad una manciata di voti dal rimborso elettorale che poteva significare la sopravvivenza…

    In generale è stata una vera e propria disfatta di tutta la sinistra: SA che non entra in parlamento, e vede abbattutte le sue roccaforti, ha del clamoroso.
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  • Una sola clausola: RESPONSABILITA’

    Responsabilità

    Come in ogni campagna elettorale che si rispetti, anche stavolta i politicanti italici si sono lanciati al reciproco inseguimento sul piano della demagogia e della mistificazione della realtà. Primattori di questa patetica commedia sono Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, ovvero i leaders dei principali partiti che si sfidano per il governo dell’Italia. I due si stanno sperticando in mirabolanti promesse, a base di detassazioni, abolizioni d’imposte, miracolose ricette per il rilancio dell’economia con relativa creazione di posti di lavoro (sicuro e ben retribuito beninteso). Non mancano piani straordinari, degni del miglior Amintore Fanfani, per dare una casa ad ogni giovane coppia che desideri metter su famiglia (a patto che questa sia regolarmente sposata – meglio se con il rito di Santa Romana Chiesa).

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  • Per un partito … Democratico

     

    Per un Partito … Democratico

    “Non pretendo di essere un gran leader, preferisco essere un gran democratico”
    José Luis Rodríguez Zapatero

    Il 9 Marzo 2008 José Luis Rodríguez Zapatero ha vinto le elezioni politiche in Spagna e ha visto riconfermato il suo mandato alla presidenza del governo.
    Il suo successo dovrebbe far riflettere perché si è concretizzato alla luce di numerose battaglie sia in ambito sociale che in quello dei diritti civili.
    Il socialismo di Zapatero è risultato vincente perché si è dimostrato nuovo e moderno senza perdere di vista i principi fondamentali di un partito di tradizione riformista e popolare.

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  • [Socialists-1]Questione socialista: ripartiamo dal 15 aprile

    icona-rosselli2.jpgCome ha scritto qualcuno, il 15 aprile ci sarà il decesso (che spero comunque non avvenga) del socialismo italiano che avrà però, mandanti e sicari ben precisi individuabili nel Pd, come hanno ben commentato Massimo Franco, Enrico Rusconi ed Ernesto Galli della Loggia.
    In effetti, anche se – all’indomani del 15 aprile – con la possibile scomparsa del Partito socialista sembrerà estinta la questione socialista in Italia, questa si riproporrà nella sua intatta drammaticità anche dopo quella data: l’intrinseca debolezza e la persistente frammentazione di un’area socialista che non riesce a trovare e costruire il soggetto politico che la possa rappresentare nella sua totalità sociale ed elettorale.

    Sul Corriere della Sera del 14 marzo nel bell’articolo di Massimo Franco – L’Europa di fronte all’anomalia parallela del sistema italiano – si legge: “…la polemica mette in ombra che a livello europeo viene attribuita all’Italia una doppia anomalia. Una riguarda il Pdl berlusconiano; l’altra il Partito democratico di Walter Veltroni, seppure per motivi molto diversi. Il Pd rischia di trovarsi ad affrontare problemi di identità non irrilevanti, in prospettiva. E non per la questione del fascismo o del comunismo, ma per il suo profilo continentale tuttora indefinito. Se si dovesse eleggere adesso il Parlamento di Strasburgo, il Pd avrebbe parlamentari iscritti a gruppi separati: in uno, quello dell’Alde (Alleanza liberali e democratici europei), gli ex della Margherita; nel Pse, gli ex diessini.
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  • [n.12] Labouratorio … non si fida

    lab12.jpgLabouratorio non si fida. Non si fida molto nemmeno di ciò che sta per scrivere, né dell’immagine scelta per aprire questo numero. Eppure deve farlo.
    Deve fare ciò che Veltrusconi non fa: raccontare la verità.

    Questo paese sta per andare incontro ad una brutta crisi. Qualsivoglia governo non potrà fare molto per evitarlo … di certo non potrà farlo se chi si candida oggi non pone come primo punto del proprio programma la verità.

    La prima verità è che l’andamento dell’economia di un paese che fa parte del sistema economico e finanziario globale dipende solo in parte dalle scelte di un governo nazionale.

    Labouratorio non si fida di chi fa finta di niente, perché prezzi delle materie prime continuano a salire: dal petrolio al grano. Salgono perché ci sono paesi, come la Cina, che non solo consumano di più rispetto al passato, ma perché (sembrerà banale, ma nessuno lo dice) possono permettersi di continuare ad acquistare anche se i prezzi salgono oltre soglie ritenute un tempo impensabili. Il petrolio sfonda il tetto dei 100 dollari a barile? Non importa, la Cina continua a comprare … e intanto si aggiungono anche le speculazioni.

    Gli Stati Uniti, intanto, continuano a tagliare i tassi d’interesse e chissà che non si debba arrivare alla versione a stelle e strisce del modello nipponico dei tassi zero. Si continuerà a drogare un sistema che rimanda la crisi d’astinenza e intanto si brucerà ricchezza per centinaia (forse migliaia) di miliardi di dollari. Se qualcuno crede che l’Italia sia al riparo da questo fuoco grazie al rigido tetto Europeo forse vuol dire che si droga anche lui …

    Labouratorio non si fida di chi fa finta di niente, perché l’Italia sta già male senza bisogno d’aiuti esterni. Debito pubblico superiore al 100% del PIL e che ogni anno fa spendere il 4,5% delle entrate solo per rimborsare gli interessi. Nel 2007 l’economia è cresciuta meno delle attese e la pressione fiscale ha toccato il livello record del 43,3%. In cambio riceviamo servizi pubblici inefficienti ed un welfare inadeguato ed ingiusto.
    Oggi in Italia solo il 18% di chi perde un lavoro può contare su delle forme di ammortizzatori sociali. In Inghilterra invece il 60% e la media europea è del 56%.

    Se avete meno di 30 anni abbiate inoltre la cortesia di non rompere i coglioni. Pagate la pensioni dei vostri padri e dei vostri nonni , ma non sperate di riceverne voi. Senza dimenticare che l’abolizione dello scalone Maroni è avvenuta senza che nessun giovine abbia avuto da ridire.
    Zitti stiamo. Scendiamo in piazza solo per le manifestazioni indette da qualche partito. Gli stessi partiti che poi mandiamo affanculo, ma che non siamo in grado di cambiare.

    Labouratorio si fida della relazione conclusiva della Commissione parlamentare antimafia, ma a questo punto che fiducia può ancora avere?
    Che fiducia può avere nell’Mtv Democratic Party o nel Gregge delle Libertà?

    Se almeno qualcuno spiegasse la verità oggi, forse sarebbe più facile dargli fiducia ed essere persuasi domani che sparare non serve a niente.
    Perché Labouratorio non si fida dei violenti, ma non è detto che altri saranno disposti a fare altrettanto tra qualche tempo.

    Fidatevi almeno del numero 12 di Labouratorio

  • L’Italia, il PS e il fattore Paura

    Questa estate mi ha colpito molto un articolo di Giuliano da Empoli: “I moderati messi in fuga non da Caruso, ma dalle tasse”. Ho trovato l’articolo egregio nella sintesi dei dilemmi dei riformisti, in quanto veniva messo in risalto il fattore paura come elemento aggregativo per inerzia.

    Condivido l’idea che il fattore paura è la discriminante decisiva per vincere l’elezioni in Italia. Alla base di questo concetto c’è l’assunto secondo il quale si prendono voti non in base alle proprie idee, ma perché il mio oppositore farà molti più danni di me una volta al Governo. Data la società italiana è la migliore strategia cui ricorrere, visto anche il bassissimo tasso di partecipazione dentro i partiti. In una società che ha una percezione della politica non proprio lusinghiera, è molto facile che una politica concentrata contro l’avversario risulti alla fine quella vincente. Bastano due o tre slogan ad effetto ed il gioco è fatto. Perché perdere tempo ad elaborare progetti, basta accusare l’avversario di ogni male che per inerzia aumentano le mie quotazioni. Ma l’Italia ha bisogno di questo?
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  • Je m’accuse

    maffei.jpg

    Labouratorio ha concusso ed è stato concusso. Labouratorio è un mariuolo. Labouratorio è marcio. Labouratorio si autodenuncia e si costituisce, non ad un magistrato irresponsabile, ma all’opinione pubblica che responsabile è non per legge, ma perché è lei che soffoca della puzza dell’immondizia che pure non ha saputo differenziare.
    Labouratorio si fa inquirente di sé e, visto che non c’è separazione di carriere, si autocondanna anche. Sentenza giusta emessa in nome e per il bene del popolo italiano. Basta, si chiude la bottega del pizzo e si va casa, chiedendo pietosamente un atto di clemenza in cambio della promessa di non riprovarci più.
    E’ l’unica vera riforma che possiamo consegnare ai nostri lettori. Sarebbe questa l’unica vera riforma di una classe che per la prima volta si potrebbe scoprire dirigente. Altrimenti “come volete che il paese sappia orientarsi nella tormenta, se quegli stessi che si dicono sue guide tacciono per meschina tattica di politicanti oppure per il timore di compromettere la loro situazione personale?”.

    Anche se in fondo la verità è che ci siamo rassegnati anche noi. Il virgolettato qua sopra continuava così: “…lo spettacolo è stato così penoso, così crudele, così duro per la nostra fierezza, che intorno a me sento ripetere: “La Francia è proprio malata perché si sia potuta produrre una simile crisi di aberrazione pubblica”. No! È soltanto sviata, fuori di sé, del suo cuore e della sua indole. Le si parli il linguaggio dell’umanità e della giustizia e si ritroverà intera, nella sua generosità leggendaria”.
    Ma quella era la Francia del 1897, non l’Italia del 2008 all’alba di una terza Repubblica o molto più semplicemente di un nuovo ventennio.

  • Il processo di secolarizzazione e le religioni politiche del ‘900

    Vi proponiamo, di seguito, il lavoro di “tesina” presentato da un amico, Gabriele Pucci (19 anni), per l’ esame del corso di Storia Contemporanea presso la facoltà di lettere dell’Università di Firenze. Si tratta di una lettura che vi consigliamo per la sua sintetica chiarezza nell’affrontare temi complessi e di grande interesse.

    Articolo di Gabriele Pucci

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  • Intervista a Tommaso Nannicini – Il segreto della Spagna? La capacità di “selezionare”

    Tommaso NanniciniTommaso Nannicini è un economista e vive in Spagna da due anni, dove insegna e svolge attività di ricerca presso l’Università Carlos III di Madrid. I suoi interessi di studio abbracciano l’economia del lavoro, l’econometria applicata e l’analisi empirica dei processi politici. In passato, ha studiato o lavorato presso l’Università di Firenze, l’Università Bocconi, l’Istituto Universitario Europeo, il MIT di Boston e il Fondo Monetario Internazionale. Per un periodo, ha pensato di darsi non all’ippica ma alla politica (ricoprendo vari incarichi locali e nazionali prima nell’associazionismo della diaspora socialista, e poi nei Ds e in LibertàEGUALE). Ma la politica, a quanto pare, aveva altri piani. (more…)