Author: Redazione

  • [PostElezioni] Yes we can … distruggere la Sinistra!

    articolo di Antonello Cresti

    Alla fine Walter Veltroni ha ottenuto la vittoria che desiderava: è riuscito laddove neanche Benito Mussolini, con la legge Acerbo del 1924, aveva potuto fare qualcosa. Il 14 Aprile del 2008 la soppressione della sinistra dal parlamento è finalmente una realtà…

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  • [PostElezioni] Prima che arrivino …

    articolo di Pasquale Dario Serpico

    La tornata elettorale è passata come uno tsunami sulla sinistra italiana, cacciandola dal Parlamento. Non solo la sinistra socialista, ma anche quella comunista e ambientalista hanno perso nei confronti della paura (di chi ha votato PD), della rabbia (di chi ha votato Lega e IdV), della delusione dinanzi ad una proposta politica ritenuta insufficiente, insoddisfacente, incapace di incidere (gli astenuti, in lieve crescita). Non credo che il PS abbia sofferto di un problema di inadeguatezza ideologica: resto convinto che la migliore sinistra possibile sia quella del socialismo liberale, eminentemente pragmatico, anti-dogmatico, la vera essenza della laicità come modus vivendi.

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  • Paradossi – Veltroni e il voto utile

    di Nicola Carnovale

    Pochi giorni e sapremo. Sapremo chi vincerà, con quale margine e soprattutto se quell’agognato premio di maggioranza su base regionale per l’elezione del nuovo Senato della Repubblica darà o meno in quel ramo del parlamento una maggioranza adeguatamente ampia o sufficiente per iniziare sin da subito senza scuse e batticuore alcuno, un’azione di governo forte ed incisiva. Per ora dobbiamo accontentarci nell’assistere all’ultimo atto di questa campagna elettorale, che se per un verso come detto unanimemente dagli osservatori-spettatori, di parte o meno, non ha regalato grandi emozioni, ha altresì avuto un grande ed instancabile liet motiv che ha interessato tutti, nessuno escluso: quello dell’ utilità. Tutto ciò che riguarda quel mondo politico percepito come casta, lontano dai cittadini e dai problemi del paese, improvvisamente è diventato utile. Partiti utili, candidati utili, coalizioni utili che sono diventati inutili, province inutili che per l’occasione elettorale diventano utili, e chi più ne ha più ne metta. Ma il primo posto nel hit parade la merita la trovata del voto utile.
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  • [n.16] Labouratorio e il voto utile

    di Tommaso Ciuffoletti e Fabio Cruciani

    Non bastava il Porcellum, una simpatica legge elettorale che perfino Mugabe pare abbia definito “antidemocratica”, c’era bisogno anche della retorica del “voto utile”, di cui Berlusconi, Veltroni e i rispettivi sodali (sarebbe meglio dire sottoposti) fanno largo uso in questa campagna elettorale. No, non bastava la ratio squisitamente liberticida della riforma elettorale che porta il nome dell’ex-ministro della Repubblica Roberto Calderoli, perché in Italia si sa, non ci si fa mancare niente.

    Ed ecco che la “nuova stagione” promessa dai vecchi leaders, si apre all’insegna dell’invito “bigpartisan” ad autolimitare ulteriormente quel po’ di libertà di scelta rimasta agli elettori italiani. “Non dovete votarci per i nostri programmi o per i nostri candidati – dicono in coro Silvio e Walter – dovete votarci perché ce l’abbiamo grosso” (il partito ovviamente). Dunque compagni, non azzardatevi a scegliere sulla base della vostra libera volontà, sulla base di ragioni o passioni politiche, tutto questo – sempre secondo Veltrusconi – è inutile e dannoso per la democrazia. Questo la dice lunga sulla pedagogia democratica di questi simpatici partiti nuovi e grandi.

    E’ curioso che dei “partiti nuovi e grandi” come il PD e il PdL abbiano bisogno di ricorrere alla retorica del “voto utile” per chiedere, o meglio per “giustificare”, il voto dei cittadini per le proprie liste. Possibile che non abbiano argomenti migliori? Sì, è possibile. Perché si tratta di partiti non fondati su grandi ragioni politiche, ma su mere ragioni elettorali.

    Quanto sciocca sia la retorica del voto utile veniva spiegato in maniera brillante da un’indimenticata pubblicità degli anni ’80, quella del pennello Cinghiale (http://www.youtube.com/watch?v=xOSWSI5iLR8). “Per dipingere una parete grande serve un pennello grande”, diceva lo stolto imbianchino che intasava il traffico portando a tracolla per le strade di una città un pennello di dimensioni spropositate. “Non ci vuole un pennello grande – rispondeva infastidito il povero vigile che cercava di fare ordine nel caos provocato dall’ingenuo imbianchino – ci vuole un grande pennello!”.

    Ecco, considerato che nel sistema politico italiano di caos ne abbiamo già in abbondanza, riterremmo più salutare se questi partiti grandi e nuovi provassero a chiedere un voto, così come fanno tanti altri partiti più piccoli, sulla base di ragioni politiche realmente consistenti. Ci rendiamo conto che ciò possa non essere facile per dei partiti grandi, ma privi di una reale anima politica come PD e PdL, ma crediamo che sarebbe un buon viatico per cercare di diventare dei “grandi partiti”.

    Nel frattempo però, il nostro contro-appello è quello per un voto realmente utile, utile alla democrazia; un voto, pertanto, espresso sulla base di reali ragioni e passioni politiche. Un voto che sancisca la libertà del cittadino anche contro questa legge elettorale e contro la retorica veltrusconiana del voto utile.

    IL SOMMARIO DEL NUMERO 16

  • “Eccovi il risultato del voto utile”: Il senso di una protesta.

    di Tommaso Ciuffoletti e Fabio Cruciani

    PS: PROTESTA CONTRO ‘VOTO UTILE’, OSCURATI DUE SITI SOCIALISTI
    (ANSA) – ROMA, 31 MAR – ‘Eccovi il risultato del voto utile’. Con queste parole due siti di area socialista, www.perlarosanelpugno.it e www.labouratorio.it, oscureranno i propri spazi web, a partire da stanotte, per ‘protestare contro la logica antidemocratica e liberticida del voto utile’.
    ‘La legge elettorale e’ gia’ sufficientemente ‘suina’ senza aver bisogno di ulteriori inviti a tradire il senso del voto, che dovrebbe essere innanzitutto l’espressione di una libera volonta’ del cittadino’, cosi’ commentano i due responsabili dei siti oscurati, Tommaso Ciuffoletti e Fabio Cruciani.
    ‘La protesta – aggiungono – proseguira’ a tempo indeterminato e potrebbe coinvolgere altri siti d’area, e non solo’.(ANSA).

    Con questa agenzia abbiamo cercato di dare notizia delle ragioni di una protesta che ha colto alla sprovvista molti amici e compagni. Abbiamo messo in atto la nostra protesta senza preavviso, come si confà alla già dichiarata “guerriglia da web e da strada” ( http://www.labouratorio.it/2008/02/18/10-labouratorio-antimilitarista-ma-pronto-a-combattere/ ).
    Inutile dire che ci sono state reazioni contrastanti, da chi ci dava di bambini viziati a chi esaltava il nostro genio.
    Noi abbiamo semplicemente voluto dare una dimostrazione pratica di quale sia la più diretta conseguenza della logica perversa ed antidemocratica del “voto utile”. Evidentemente una dimostrazione shocking, ottenuta al prezzo di oscurare i nostri siti per un’intera giornata.
    Adesso la protesta non viene sospesa, ma prosegue in maniera diversa. Non un oscuramento totale, ma la sostituzione della home-page dei siti con il messaggio, “Eccovi il risultato del voto utile …”, che rimane come schermata iniziale, attraverso la quale è però possibile accedere ai contenuti di www.perlarosanelpugno.it e di www.labouratorio.it .
    Una protesta “light”, che però continua, mantenendo salde le proprie ragioni.

  • [Per far chiarezza] Cos’è la vittoria elettorale?

    articolo di Carlo D’Ippoliti

    Vittoria

    Secondo molti commentatori, PD e PDL hanno assunto caratteristiche da “partito maggioritario“, nel senso del sistema elettorale: con una specie di bulimia di voti, allo scopo di diventare più grandi possibili, hanno caricato dentro soggetti molto etereogenei, che finiscono per costituire correnti interne al partito.
    Il problema delle correnti, in un sistema proporzionale come il nostro (seppur mitigato dal premio di maggioranza) è che tendono a rendere un partito “strabico”, oscillante tra posizioni anche molto distanti, e in casi estremi producono fratture e ulteriore frammentazione. Per di più, una frammentazione “cattiva” rispetto a quella propria di un sistema proporzionale, in quanto molto dipendente dagli accidenti della storia, e in particolare una frammentazione soggetta a “duplicazioni”, nel senso dell’esistenza di partiti su posizioni sostanzialmente analoghe, distinti solo a causa della loro differente origine.

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  • AdDio partiti laici

    articolo di Luca Bagatin

    Addio partiti laici

    Con l’avvento della Seconda Repubblica abbiamo assistito alla pressoché totale scomparsa dei laici dal panorama politico italiano. Dal 25 % al 2 o 3 %.
    La caduta della Prima Repubblica per mezzo della “falsa rivoluzione giudiziaria” che consegnò alla “giustizia” i principali esponenti dei partiti democratici e liberali che aveveno governato l’Italia dal 1948 ha, di fatto, portando al governo populisti, macchiette e incompententi del calibro di Silvio Berlusconi, Umberto Bossi, Romano Prodi, Massimo D’Alema, Pecoraro Scanio & Co(mpagnia rossa). Ovvero, in soldoni, ha portato al dissesto economico, finanziario e civile di questi ultimi 15 anni.

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  • [Kosovo] Territori a “maggioranza sbagliata”

    articolo di Elisa Benzoni

    Paesi a maggioranza sbagliata

    Possiamo continuare a ripetere che il bombardamento Nato (con il sostegno della risoluzione Onu) del 1999 contro la Serbia è stato un errore; possiamo continuare a parlare del fallimento della politica (in questo caso, attenzione, multilaterale) delle Nazioni Unite, della Nato e con loro dell’Europa; possiamo continuare ad analizzare e contestare il comportamento del governo D’Alema; e infine possiamo invocare a gran voce il Diritto internazionale. Ma a cosa serve tutto questo? A cosa serve, in una sorta coazione a ripetere, fare convegni su quello che avrebbe dovuto essere e non è stato?
    O meglio: certe domande un senso lo hanno, nella definizione di errori e responsabilità, in un quadro però che è, e deve rimanere, tutto storico e d’analisi.

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  • [Politicantes]Questa nuova politica fatta di regole incerte

    di Nicola Carnovale

    Non ho mai creduto, in questo clima generalizzato di antipolitica venutosi a creare negli ultimi mesi, che la stessa fosse realmente capace di rispondervi in maniera concreta e non semplicemente per enunciati e atti dimostrativi. Ma francamente non pensavo che la politica potesse giungere a diventare un semplice show, o meglio un reality show, dove tutto è lecito, basta che si soddisfino le poche, ma sacre, regole del mercato mediatico. Pessimismo o visione troppo critica?

    Ad ognuno il suo giudizio. Ma consentitemi di esprimere il mio. La formazione delle liste per le elezioni politiche di aprile rappresentano quanto meglio non si può una spettacolarizzazione della politica che non risponde assolutamente ai canoni di cui il Paese necessita. Cosa sarà il nuovo Parlamento? Saprà essere la sede istituzionale più alta per un confronto democratico che faccia avanzare un processo complesso di riforma del sistema-Paese, o semplicemente una sede obbligata per eseguire ordini di scuderia, chissà dove e con chissà quali forze, che sfuggono a qualsiasi controllo democratico? È questa la domanda che dobbiamo fortemente porci. L’unica pratica nel corso del ventennio trascorso, condivisa trasversalmente in modo coerente e preoccupante, con una metodologia di silenzio assenso, è stata quella di svuotare sempre più di funzioni e vitalità la vita parlamentare e relegare, l’esercizio stesso, a semplici chiamate di fedeltà in cui rispondere puntualmente “sì, signore”. (more…)