La parabola del buon Walter

Personaggio principale: il Maestro alias Walter Veltroni. Nacque in un lontanissimo paese siberiano, figlio di una famiglia poverissima. Riuscì a sopravvivere ai lunghissimi e gelidi inverni russi, grazie alla sua capacità di adattamento e alla tessera del Partito Comunista. Mangiava bambini, odiava la proprietà privata e i cugini socialisti.

Un giorno nella lontana terra italica, il Maestro della stirpe democratica, incontrò un socialista in preda al panico. Lo guardò dritto negli occhi e scorse il grande tormento di questo poveretto. Non ce la faceva più a pagare il mutuo prima casa e la banca Monte dei Pascoli Democratici voleva la sua abitazione.
Piangeva disperato: “Dove andranno a dormire i miei figli?” diceva con fare disperato.
Il Maestro prese la sua mano e disse: “Tu troverai posto nella grande casa del popolo democrat.”
Il povero socialista si inginocchiò e lo ringraziò. Si mise al polso un Rolex gentilmente regalato dal Maestro e lo seguì nel predicare.
Qualche giorno più tardi il Maestro e il socialista si imbatterono in un bello guaglione. Era incatenato in segno di protesta contro il nucleare, per il verde, per le grandi opere, per la TAV, per la No TAV, per la difesa della famiglia, per la difesa della canapa indiana, per la difesa del nucleare, per la difesa delle coppie di fatto, per la difesa della laicità dello Stato in uno Stato Vaticano libero di fare e disfare a proprio piacimento. Il Maestro alla vista di cotanta coerenza spezzò le catene, gli pose la mano sulla spalla e lo battezzò con olio ottenuto da un albero di ulivo piantato nel 30% DC.
I due discepoli non andavano molto d’accordo, bisticciavano molto. Al socialista piacevano le rose al guaglione le margherite. Il socialista si sballava fumando marijuana, il guaglione si sballava respirando incenso. I due dopo l’ennesimo bisticcio si rivolsero al Maestro per vedere chi dei due aveva ragione.
Il Maestro li guardò dritti negli occhi e disse: “Ha ragione il socialista, ma il guaglione non ha torto”, si girò e continuò a predicare.
I due si scervellarono per tutta la notte per cercare di capire chi avesse torto o ragione, ma non riuscirono a venire a capo di nulla così il giorno seguente riproposero lo stesso quesito al maestro. Questi li fissò e disse: “Ha ragione il guaglione, ma il socialista non ha torto”.
Da quel momento in poi il guaglione smise di sballarsi con l’incenso e cominciò a fumare barbabietola da zucchero rigorosamente biologica, mentre al socialista, che di barbabietole ne aveva fumate tante ed essendo da sempre progressista le aveva fumate anche geneticamente modificate, la parabola democrat cominciava ad andargli stretta, così decise di mettere alla prova finale il Maestro, rivolgendogli un quesito: “Maestro, qualora dovessi scegliere di sacrificare me o il guaglione, chi salveresti?”
“Il guaglione naturalmente” disse il Maestro con voce maestosa.
Il socialista lo guardò stupefatto e disse: “Perché mio Maestro.”
“Vedi figliolo, non solo voi socialisti pensate troppo e fate troppe domande, ma rompete pure le palle con la storia del Partito Socialista Europeo. Siete sempre lì a pensare a Zapatero, a Blair, a Rasmussen, ma insomma un po’ di coerenza.”
Il socialista, colpito nell’orgoglio, prese una zappa, la porse al Maestro e disse: “Sono piccolo sì, ma scemo no. Ora lascio la grande casa democrat e mi metterò a lavorare seriamente per pagare il mutuo di casa mia, pur piccina che sia è la più bella che ci sia. A te lascio in dono questo arnese da lavoro per arare i campi democratici, usalo con cura”.
Fu così che inizio lo scisma tra la chiesa socialista e la chiesa di democratica che già aveva preso sede nella città del Vaticano in Roma.

Prologo: il Maestro fu ricoverato qualche tempo più tardi in una clinica per ricomporre le fratture ai piedi dovute alle continue zappate. Da qui l’antico detto popolare darsi la zappa sui piedi.
Amen.