La via socialista alla globalizzazione

In risposta alla critica odierna del Pontefice al fenomeno della globalizzazione

L’intera società nazionale ed internazionale, per molti versi già postmoderna, è oggi teatro di un profondo cambiamento evolutivo, che, dal punto di vista tecnologico e quindi della capacità dell’uomo di dare risposta ai propri bisogni trasformando le risorse di cui dispone, la definisce in termini post-industriali ma anche post-ideologici. Infatti, tale caratterizzazione emerge nella fase attuale di superamento del modello di società industriale, avviata nel corso dell’Ottocento e alimentata, ideologicamente, dallo scontro tra due opposti sistemi di pensiero, il marxismo e il liberalismo. Per entrambi, una società industriale si costituisce quando, in economia, si diffondono tecnologie basate sulla produzione con macchine, in imprese di relativamente grandi dimensioni, per un mercato di massa che conduce alla formazione di una diversificata classe di capitalisti e di operai. Tale processo di sviluppo economico attrae sul piano sociale gli strati più deboli della popolazione, che muovono dalla realtà agricola a quella industriale, dalle periferie verso il centro, dalla piccola e media industria verso la grande industria, oggi anche multinazionale. Nell’ottica del pensiero liberale, il processo conduce all’integrazione ed alla cooperazione tra gli individui; nell’ottica del pensiero marxista, viceversa, al conflitto ed alla lotta tra diverse e contrapposte classi produttive. In entrambi i casi, l’errore della teoria consiste nell’immaginare un processo di produzione di tipo unilineare; che tuttavia, storicamente, non giustifica alcuni fenomeni economici e politici tipici delle odierne società industriali avanzate, come ad esempio la presenza di mercati del lavoro differenziati, la persistenza della piccola impresa, la conservazione del potere da parte di ceti tradizionalmente forti, etc. Rispetto alla contrapposizione di queste ideologie, che per circa due secoli hanno in prevalenza orientato il dibattito culturale politico ed economico dell’Occidente, il socialismo ha viceversa rappresentato il diverso tentativo, la terza via, in una versione soprattutto liberale-riformista, non ideologica, di mediazione concreta tra esigenze, individuali e collettive, di libertà e uguaglianza. Con riferimento alla storia italiana del secolo appena trascorso, esempi ne sono il socialismo liberale dei fratelli Rosselli, di Salvemini, di Bobbio, e di tantissimi altri cittadini che, nel corso della propria vita, hanno raccolto questa eredità più propria del socialismo. Si tratta, in breve, di una tradizione di valori che occorre perseguire, nonostante ad esempio i difetti strutturali connessi ai diversi modelli di welfare state presenti oggi in Europa, anche in relazione al fenomeno internazionale, e multiforme, della globalizzazione. Fenomeno questo che, in definitiva, rivela in una sua dimensione universale l’eterno bisogno dell’uomo, attraverso le varie epoche storiche, di contemperare i diritti-doveri dell’individuo con le esigenze di libertà e giustizia sociale. Motivo essenziale per cui il socialismo mantiene da sempre la sua attualità di pensiero!