Intervista ad uno spacciatore

20 anni e qualche chilo distribuito. Non è un curriculum da grande spacciatore; infatti Matteo (nome di fantasia) è uno studente universitario che si mette a ridere a sentirsi chiamare spacciatore. “Solo droghe leggere” ad un giro di amici piuttosto ristretto; “sono più tranquillo io e sono più tranquilli loro”.
Una chiacchierata fra antiproibizionismo, sonnolenza critica e cinismo.

Mi viene da ridere ad iniziare questa “intervista ad uno spacciatore”!

Esagerato! Questa è l’intervista ad un ragazzotto che raccoglie le richieste di un gruppo di amici e si fa carico di esaudirle, guadagnando qualcosa per il disturbo.

Ineccepibile, ma la richiesta è quella di sostanze non lecite.

Sostanze che vengono chiamate “droghe leggere”. Non so se la definizione è la migliore, ma serve per chiarire che io vendo solo fumo o erba. Detto questo, sì, sono sostanze non lecite … altrimenti io non sarei qui a fare questa intervista! Sono un prodotto dell’antiproibizionismo!

Dai non buttarti giù. Come mai solo droghe leggere? E’ una scelta etica?!

Il fatto è che io stesso sono un semplice fumatore di cannabis. Altre droghe non ne ho provate e sinceramente non m’incuriosiscono nemmeno. Vendo quello che comprerei per me, tutto qua.
Poi se vuoi c’è anche un po’ di etica personale dietro questa cosa. La tua domanda suonava come una presa di culo, ma guarda che invece la risposta potrebbe essere interessante.

Dimmela, sono curioso.

Non credo che spaccerei mai cocaina o altro. Io stesso ritengo certe droghe pericolose. Sì, pericolose per la testa o per la salute … che poi è la stessa cosa. Insomma riutilizzando la frase di prima: non venderei mai quello che non comprerei per me; perché lo ritengo dannoso e non vorrei farmi strumento di danno altrui.

Volendo essere critico fino in fondo, però, te alimenti un commercio illegale i cui proventi vanno alla criminalità organizzata.

Hai ragione e la cosa mi dà un certo fastidio. Cinicamente potrei dirti che se non lo facessi io lo farebbe qualcun altro, ma si tratterebbe di un argomento che non annulla la tua critica. Allo stesso modo posso dirti che è lo Stato a consegnare questi proventi alla criminalità organizzata, che giustamente ringrazia. La gente in Italia fuma e fuma parecchio – almeno da quanto posso vedere io, ma anche dalla lettura dei dati che si possono trovare al riguardo – credo sarebbe ora di rivedere le leggi sul consumo e sulla vendita di “droga”, soprattutto per quel che riguarda sostanze minimamente dannose come cannabis e derivati.

Su questo vorrei tornare dopo; voglio prima chiederti com’è che hai iniziato a fare il commerciante al dettaglio di cannabis?

Fumo cannabis da quando ho16-17 anni. Nel mio gruppo di amici siamo in parecchi a fumare … come dire, una richiesta costante e continua. L’anno scorso avevo qualche soldo messo da parte, fra regali pecuniari di nonne e parenti. Invece di spenderli ho pensato potesse essere il caso d’investirli.
Ho pensato che avrei potuto essere io quello che comprava una grossa quantità e poi s’occupava di rivendere al dettaglio, come dicevi te.
In fondo avevo la garanzia della richiesta non solo del gruppo più stretto di amici, ma anche di un giro più largo di conoscenti. La cosa ha funzionato la prima e così l’ho ripetuta altre volte.

Non ti chiedo come reperisci queste “grosse quantità” …

Non è difficile, ma non si tratta nemmeno di grandissime quantità, al massimo mezzo chilo per volta.

La cosa è redditizia?

Sì, si può guadagnare qualche soldo e fumare gratuitamente.

Ma i rischi penali?

Sì, lo so, non manco di pensarci anch’io, ovviamente. Però vendere come vendo io è molto meno rischioso. Il telefono non lo uso per queste cose, sono più tranquillo io e sono più tranquilli gli amici. Ho la fortuna di avere una frequentazione pressoché quotidiana con gli amici che comprano … perché ribadisco, si tratta di amici, non di clienti.
Ti ripeto, non è che io mi sono messo a fare lo spacciatore, ho solo colto un’opportunità offerta da una situazione di quotidiana normalità. Amici, persone normalissime, che consumano una sostanza che è considerata illegale, ma che si reperisce con una certa facilità.

Quindi sei il prodotto di un antiproibizionismo inefficace e dannoso.

E soprattutto sciocco per quel che riguarda la canapa. Insomma proibirne il consumo è come proibire il consumo di insalata! Si tratta di una pianta che non deve essere lavorata, solo essiccata per essere consumata. Non arreca danni permanenti e non crea dipendenza, a differenza dell’alcool. Ma soprattutto è già oggi diffusissima ed immagino che lo sarà sempre di più, nonostante tutto.
Rivedere le leggi sul consumo, ma anche sulla vendita, di quelle che sono chiamate “droghe leggere”, che per quanto mi riguarda è la cannabis, sarebbe un atto di responsabilità e di presa d’atto di una situazione che non ha senso continuare a nascondere sotto il tappeto dell’illegalità.

Sei un antiproibizionista quindi.

Sì, ma non militante, né sfegatato. Insomma non scelgo le mie preferenze politiche sulla base esclusiva di questioni antiproibizioniste. Credo ci siano urgenze più importanti. Sono convinto che la mia generazione, quando – un giorno credo molto lontano – avrà la possibilità di esprimersi in merito sceglierà una soluzione antiproibizionista, qualunque sarà la forza politica alla guida del paese.

E per l’oggi?

Per oggi continuo a fumare.