Articolo di Andrea Pisauro e Francesco Maiorella
Da un’attenta disanima del confuso vociare dei più attenti opinionisti (una degenerazione piuttosto diffusa dell’“homo giornalisticus”) e degli artigiani della politica politicante c’è parso di capire che questa strana cosa chiamata “antipolitica”, presentata come il sintomo del disinteresse e analfabetismo del popolo bue, sia invero cosa assai negativa.
Ci siamo dunque presi la briga di esplorare baretti, bocciofile, fermate dell’autobus e circoli di briscola per cercare di capire questo strano fenomeno nei suoi santuari e per sentire dal vivo, senza contaminazioni giornalistiche, i capisaldi della filosofia antipolitica.
“Questi politici sono tutti uguali e fanno tutti schifo” ci spiega Ignazio, canuto pensionato intento a caricare a bastoni. Che banalità, viene da dire, che concetto infantile! Fa forse schifo il nobile ripensamento del senatore Cusumano che lo ha spinto (tutta colpa dell’amor patrio…) a dissentire dalla linea del suo Clemente benefattore? E che dire del leggiadro salto di coalizione con cui il senatore dipietrista De Gregorio è atterrato sulla poltrona di presidente della Commissione difesa per il bene delle Forze Armate? E come non applaudire la coraggiosa battaglia degli amministratori campani Bassolino e Iervolino contro la camorra e a difesa dell’ambiente, in questo ben supportati dall’ottimo ministro Pecoraro? Si resta stupefatti dalla passione politica dei parlamentari di An spumante-muniti. Ammiriamo attoniti la dignitosa uscita di scena dei pochi di loro che sbagliano, come il goloso presidente Cuffaro. Del resto così si denigra la coerenza, che ben caratterizza strenui difensori della famiglia naturale come Cosimo Mele e il suo leader cristiano e democratico Pierferdinando Casini. E come non commuoversi di fronte alla statura politica e morale di uomini (politici mio caro Ignazio!) quali Maurizio Gasparri, Sandro Bondi, Giovanna Melandri, Lorenzo Cesa e tanti altri che non menzioniamo per questioni di spazio. Ma si sa, il popolo è ignorante…
“E’ tutto un magna magna” ci dice invece Maria Pia, dopo 45 minuti di attesa di un fantomatico tram 19. Quale ingenuità, che lamenti puerili. Non capiamo poi bene a cosa Maria Pia si riferisca, se al denaro pubblico che giustamente rifornisce le 103, anzi 106…ops scusate 110 province italiane che distribuiscono risorse pubbliche sul territorio o alle necessarie comunità montane che permettono di preservare intatto il mare di Taranto come le dolomiti di Belluno…Ma forse non si riferisce agli enti pubblici quanto piuttosto agli stipendi dei politici, evidentemente commisurati all’encomiabile sforzo che essi compiono giornalmente verso il paese. Questi stipendi che devono necessariamente sostenere l’integerrima morale dei nostri rappresentanti rendendoli incorruttibili come infatti essi sono.
“Questi pensano solo alla poltrona” inveisce Salvatore mentre sfoglia la Gazzetta al bar. Ma ci sentiamo di contraddirlo, se così fosse infatti, nel dibattito sulla legge elettorale questi politici spingerebbero solo per una legge che garantisca loro il meritato scranno, quando sappiamo invece che il dibattito è focalizzato sugli interessi del paese e su nobili criteri di governabilità e rappresentanza che garantiscano il diritto di scelta dell’elettore. In questo è maestro il socialista Enrico Boselli così come l’ineffabile leninista Oliviero Diliberto!
Del resto cos’è questo accanirsi contro le poltrone: 630+315=945 parlamentari cui si somma la carica dei 102 tra ministri e sottosegretari del virtuoso e longevo governo Prodi, tutelano ogni giorno il paese dal rischio della dittatura garantendo il pluralismo e il confronto tra idee diverse. Per non parlare della arcinecessaria pletora di consiglieri, assessori, governanti regionali, provinciali, comunali e circoscrizionali che quotidianamente avvicinano la politica alla gggente.
In conclusione della nostra analisi, ci sentiamo di affermare che con una simile classe dirigente, capace e dedita al bene del paese, l’antipolitica è un inutile orpello che inutilmente denigra questi onesti servitori della patria, alimentata dalla disinformazione, dall’invidia, e dalla miopia di un’opinione pubblica decisamente ingrata.
E mai ci sentiremmo dunque di affermare che, in Italia, nel 2008, per fare politica, è assolutamente necessaria una dose di antipolitica contro la cattiva politica, che è ovviamente un’invenzione giornalistica.
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Vedi anche: Rilettura critica del brand “Beppe Grillo” di Andreas