Beppe disse di averlo intercettato al cesso, Marco per tutta risposta lo sfidò in Rete. Grillo e Pannella. Oggi è il leader radicale a chiamare di nuovo “Mr Vaffa”, per “approfondire un pochino il fattibile suo e il fattibile nostro”.
Diavolo d’un Pannella! Quando ti sembra che la situazione non abbia sbocchi lui invece di arrendersi raddoppia gli sforzi e mantiene la fantasia al potere, uno dei pochi che l’ha sempre fatto prima e dopo gli anni ’70. La situazione apparentemente priva di sbocchi è quella dei radicali, lo ha ammesso lo stesso Pannella durante la direzione congiunta di Radicali Italiani e Associazione Luca Coscioni, tenutasi nei giorni scorsi nella sede di Torre Argentina.
Fallita la Rosa nel Pugno come soggetto politico a conduzione Sdi-Radicali Italiani, se si andasse a votare in tempi brevi sarebbe molto arduo per i radicali trovare l’accordo giusto per tornare in Parlamento.
A proposito del rapporto con i socialisti; diavolo d’un Pannella, tocca ripetere! Nelle sue sempre più frequenti incursioni in radio (Radicale ovviamente), Marcone ha comunicato qualche giorno fa una chicca giornalistica, ripresa da pochissimi organi d’informazione (tra cui ItaliaOggi): sorpresi a cena insieme Gavino Angius, Angelo Piazza e Giovanni Consorte!
Ma lasciamo cenare i nostri tre compagni e torniamo da quel diavolo d’un Pannella e ai suoi recenti rapporti con il Grillo fenomeno politico-mediatico.
Ricordate quando Giacinto detto Marco sostituì la segretaria dei Radicali Italiani, Rita Bernardini, al vertice di Caserta con i ministri del governo Prodi e i segretari dei partiti dell’Unione?
Era l’11 gennaio 2007 e quel diavolo d’un Pannella, seduto ad un tavolo con tanti papaveri (da Prodi a D’Alema, passando per Diliberto), pensò bene di utilizzare il suo cellulare per intercettare e trasmettere a Radio Radicale le secrete cose del conclave prodiano.
Fu beccato da quel puliziotto di un Di Pietro, complice la solita soffiata di un delatore che stava ascoltando Radio Radicale. Pannella dovette interrompere le comunicazioni, ma non prima di aver rivolto parole velenose all’allora ministro delle Infrastrutture (parole che come vedremo ricorrono ancora oggi): “Occupati dell’Italia dei Valori e di De Gregorio, del resto mi occupo io…”.
Capirete! Pannella non sopporta, giustamente, di essere stato eletto ad un Senato a cui non ha potuto essere nominato per via di illegalità trasversali … Figuriamoci poi se pensa a gente come il senatore Segio De Gregorio, eletto con l’Italia dei Valori e poi passato al centrodestra a poche ore dall’elezione.
Tonino Di Pietro però, se la lega al dito e invece di lavare l’onta personalmente, lascia che sia il sodale Beppe Grillo a prendere una greve e volgare vendetta su quel diavolo d’un Pannella.
E’ infatti il 12 gennaio, quando sul milionario blog di Grillo appare il post intitolato “Pannella intercettato”. Credo con l’intento di risultare simpatico, il comico genovese gioca a intercettare l’intercettatore Pannella, dicendo di aver registrato i rumori provenienti dal cesso dove Pannella si era recato durante il vertice di Caserta. Il fine allegato al post è un mp3 denso di peti ed altre amene sonorità attribuite al Marcone transnanzionale. Se scorrete tra i commenti di quel post trovate anche quello del sottoscritto. Lo riporto brevemente:
Caro Grillo,
ricordando l’”Inno del corpo sciolto” mi verrebbe da pensare che la bassa ironia di questo post sia figlia di gelosia da stitico. Invece di partorire una cacata come questa forse sarebbe stato meglio se Lei, prima, si fosse dedicato ad una piacevole cacata nel vero senso della parola. Dopo essersi pulito il culo “con foglia di zucca, di bietola o di vite” forse il Suo sguardo ne sarebbe risultato “lieto, il corpo puro” e la mente occupata in faccende più interessanti per Lei e per i Suoi lettori.
Cordiali saluti,
Tommaso Ciuffoletti
Diavolo d’un Ciuffoletti. Se Di Pietro attacca Pannella a mezzo Grillo, è giusto che il Ciuffo gli risponda a dovere!
Pannella registra l’onta subita da Grillo, ma appena capita l’occasione, come il Cyrano di Guccini, “non perdona e tocca”. In un’intervista al Corriere della Sera del 17 settembre 2007, lancia il suo guanto di sfida al vile servitore Grillo: “una sfida in Rete”.
“Poveri, miseri obiettivi” quelli del Grillo propositore di leggi sul “Parlamento pulito”, dichiara secco Pannella; ben meschina cosa di fronte a ciò che fanno i radicali. “In poche migliaia di organizzati continuiamo a conquistare a questo Paese – dice Marcone – leggi e profonde consapevolezze che ne salvano, sanano i concreti vissuti. Fondamenti di speranze e di religiosità forti, positivi”.
Diavolo d’un Pannella. Grillo non raccoglie la sfida, ma deve incassare la giusta lezione dell’ayatollah radicale.
Fin qui tutto bene. Ma cosa succede nei mesi successivi?
Marcone si fa definitivamente giapponese dell’utopia prodiana, solo che Prodi pensa bene di non credere nemmeno lui a questa baggianata dell’utopia prodiana. Cade il governo e le casse radicali piangono quasi quanto le prospettive politiche.
Il Partito Democratico non ha voluto che quel diavolo d’un Pannella sporcasse l’acquasantiera della primarie e ancora oggi, dalle parti del loft, si sente ripetere che “la Bonino ancora, ancora; ma Pannella mai!”.
I socialisti, urla Giacinto, sono tutti corrotti, anche quelli che sono liberali e radicali, a partire da quello stronzo del Ciuffoletti e del suo padrone Turci. I comunisti sono comunisti e Berlusconi è uno sfascista fascista.
Vadano tutti affanculo dice Marcone …. Ma mentre lo dice gli si accende una lampadina … “Dov’è che ho già sentito dire questa cosa qua?” – s’interroga il Giacinto teramano – “Ma certo! La diceva quel meschino del Grillo! Quel meschino che se si presenta alle elezioni, dicono i sondaggi di questi giorni, qualche cosina raccatta …”.
Diavolo d’un Pannella! Prende la parola per un breve intervento (un’ora e mezzo circa) durante una direzione congiunta di Radicali Italiani e Associazione Luca Coscioni e fra una parentesi e l’altra (solo il 15% vengono chiuse ha dimostrato l’Ocse) tira in ballo nuovamente il puliziotto Di Pietro e lo sgherro Grillo. “Diavolo d’un Pannella – penso tra me e me – adesso gli dà il resto a quei due manigoldi”. E invece cosa fa il mio amico Marco? Lancia un “appello ufficiale” per parlare con Grillo e “approfondire un pochino il fattibile suo e il fattibile nostro”. Approfondire un pochino il fattibile suo?
Fatto dev’essere Marcone, mi dico. Poi sento che tira in ballo il puliziotto Di Pietro per ricordargli della storia di De Gregorio. “Vai è rinsavito!” esclamo, ma è un attimo.
Pannella sostiene che sia Grillo che Di Pietro hanno bisogno di lui e del patrimonio radicale per non perdersi nel populismo e nella demagogia.
Chiudo gli occhi, tiro un sospiro e accetto la realtà: Marco che rischia di perdersi le prossime elezioni e che gli farebbe comodo un po’ del patrimonio di voti d’opinione di Grillo e di quelli “familiari” di Tonino il puliziotto.
Non c’è da biasimarlo, qua si fa politica, mica balocchi. O meglio, non ci sarebbe da biasimarlo se almeno gli andasse in porto l’operazione.
Il dramma è che il fiero Pannella oggi cerca di “approfondire un pochino”, ma temo proprio che il vile Grillo e il bravo Di Pietro gli risponderanno in coro “Vaffanculo!” … povero diavolo d’un Pannella.
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