Tag: elezioni

  • [PostElezioni] La Sinistra e l’Italia che ci meritiamo

    CAMERA
    355.581 voti – 0,975 %
    SENATO
    284.428 voti – 0,867 %

    Una disfatta, una vera e propria disfatta.

    In primis come PS: mai si sarebbe immaginato un risultato così misero. Si sperava ottimisticamente di poter
    raccogliere quel 2,6% della RnP, ma così non è successo. Inoltre c’è anche la beffa dello 0,98%, ad una manciata di voti dal rimborso elettorale che poteva significare la sopravvivenza…

    In generale è stata una vera e propria disfatta di tutta la sinistra: SA che non entra in parlamento, e vede abbattutte le sue roccaforti, ha del clamoroso.
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  • [PostElezioni] Ripartire dagli uomini, ripartire dai programmi

    Ho passato l’intera mattinata e buona parte della serata di ieri a leggere commenti sul risultato elettorale. Stessa cosa avranno fatto (la maggioranza di) quelli che mi stanno leggendo e ognuno avrà ormai raggiunto delle convinzioni che per quanto mi riguarda, spero di trovare condensate, tra qualche giorno, in qualche analisi che mi consenta di evitare di mettere nero su bianco i mille pensieri che adesso mi passano per la testa.
    Quello che invece mi è chiaro fino a volerlo scrivere è l’idea che mi sono fatto sul futuro del PS perchè il passato è gratis, ma il futuro è sempre a pagamento.
    Il disastro elettorale del PS (un partito con 75000 iscritti che raccoglie meno di cinque voti per ogni tessera è un assurdo) trae origine dall’accettazione da parte degli italiani dell’invito al voto ‘utile’ e al voto al ‘meno peggio’.

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  • [PostElezioni] La disfatta annunciata della sinistra italiana

    Si può fare, recitava un famoso slogan di una campagna elettorale di qualche tempo fa. E deve essere stata per quella voluta ambiguità dello slogan che tanti sostenitori di quel partito avvertono oggi un generale senso di smarrimento di fronte alla devastante vittoria di Berlusconi.

    Tutti a ripetere bovinamente che si, si poteva fare, e nemmeno uno che si premurasse di chiedere cosa fosse possibile fare.

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  • [PostElezioni] Tattica, ma anche strategia

    Gli obiettivi in vista delle elezioni politiche che si sono concluse, il Partito Democratico li svelò ancor prima della caduta del Governo Prodi, tramite l’annuncio fatto da Veltroni ad Orvieto di voler porre fine all’Unione. Ovvero, la scelta tattica di puntare esclusivamente alla crescita quantitativa del partito, senza accompagnarne in alcun modo il progresso strutturale. Ed è alquanto curiosa, per non dire paradossale, l’analisi inerente la riuscita – effettiva, c’è da dire – del progetto: si è centrizzato il più possibile il PD, guadagnando suffragi “drogati” – poichè guidati unicamente dalla logica del voto utile e dall’aspettativa dell’unica-alternativa-possibile-a-Berlusconi e non sorretti nemmeno dal più flebile barlume di fiducia nella consistenza politica del progetto – soltanto a sinistra, senza riuscire effettivamente a far avvicinare quell’area moderata, cattolico-liberale e cautamente riformista cui si rivolgeva la massima parte del programma elettorale.

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  • [PreElezioni] Non facciamo come Fantozzi

    Vi scongiuro, non voglio sentir parlare di risultati finali anche perché sappiamo, dalla famosa massima di Trapattoni (”Non dire gatto se non l’hai nel sacco”), che ogni cosa che sarà detta potrà essere usata contro di noi. Non voglio sentir parlare benché mai di exit poll, anche perché abbiamo visto che nel 2006 non hanno fatto un figurone, anzi si sono dimostrati molto deboli e sensibili alle bugie degli italiani. Nel 2006 c’è stata la maggior concentrazione di fesserie dette fuori dai seggi che non ha avuto precedenti nella storia italiana. Molti elettori, che non hanno detto la verità alle società private di statistica, hanno reso la vita un inferno per questi poveri statistici. Persone bugiarde che – in un clima molto favorevole alla sinistra – vergognandosi del loro voto per Berlusconi (Forza Italia), hanno fatto sballare il sistema degli exit poll. Come si è spiegato poi che FI fosse il maggior partito d’Italia? Mistero della fede. Oppure per un ex RnP come me, i sondaggi dovrebbero essere oramai un tabu. Nel 2006 si contava molto sul voto d’opinione dei radicali…

    L’avete visto voi? Numeri incredibili che facevano accapponare la pelle, si parlava di 3 milioni di persone che l’avrebbero votata, poi venne il responso finale dalle urne: un misero 2,6 che equivaleva a 990.000 elettori. Un pugno allo stomaco difficile da digerire. Dati i precedenti non molto incoraggianti gradirei – come si fa a Roma – un modo per scongiurare il malocchio, ma credo che sia impossibile.
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  • INTERVISTA AD ARISTOTELE

    Per intervistarLo ho dovuto sudare le pene dell’Inferno. Letteralmente, o quasi. Visto che vivendo Lui nel Limbo, ho potuto evitare le malebolge che invece si è dovuto sorbire il povero Dante. Ma il Poeta si sa, voleva anche mondarsi dei peccati. Invece a me bastava fare quattro chiacchiere con Lui, sì con Aristotele, per parlare di attualità e politica con uno dei più grandi pensatori del passato, il maestro di color che sanno. E credetemi ne è valsa la pena.

    Innanzitutto mi complimento con Lei, ancora in ottima forma.

    A differenza di Achille, che avrebbe preferito essere l’ultimo dei rematori piuttosto che un principe nel regno dei morti, io qua ci sto bene. Credo che ciò che conti sia il ricordo che serbate di me, non sono un tipo attaccato alla poltrona insomma.

    A questo proposito avrebbe molto da insegnare ai politici italiani…

    Non è possibile o non è facile mutare col ragionamento ciò che da molto tempo si è impresso nel carattere e nell’abitudine

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  • Yes, we can. Survive.

    Ultime due settimane di una delle più deprimenti campagne elettorali degli ultimi due secoli, i contendenti si preparano ad affilare gli artigli in vista degli ultimi decisivi giorni per fare breccia nel muro dell’indifferenza, meritata, del popolo bue.

    Previsione scontata, l’assenza per legge dei sondaggi e la necessità di sopravvivere all’esito della tornata elettorale spingerà i nostri democratici eroi a cimentarsi nell’impegnativo compito di rendere credibile la fantomatica rimonta veltroniana onde poter perpetuare fino all’ultimo l’appello accorato al inutile voto utile.

    Dunque la parola d’ordine dalle parti del loft da qui al 13 Aprile sarà inevitabilmente: “si può fare”, con tanto di discesa in campo di molti dei campioni dell’antiberlusconismo militante (alla Flores D’Arcais per intenderci, che non a caso ha recentemente esplicitato il suo endorsment al PD).

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  • [Per far chiarezza] Cos’è la vittoria elettorale?

    articolo di Carlo D’Ippoliti

    Vittoria

    Secondo molti commentatori, PD e PDL hanno assunto caratteristiche da “partito maggioritario“, nel senso del sistema elettorale: con una specie di bulimia di voti, allo scopo di diventare più grandi possibili, hanno caricato dentro soggetti molto etereogenei, che finiscono per costituire correnti interne al partito.
    Il problema delle correnti, in un sistema proporzionale come il nostro (seppur mitigato dal premio di maggioranza) è che tendono a rendere un partito “strabico”, oscillante tra posizioni anche molto distanti, e in casi estremi producono fratture e ulteriore frammentazione. Per di più, una frammentazione “cattiva” rispetto a quella propria di un sistema proporzionale, in quanto molto dipendente dagli accidenti della storia, e in particolare una frammentazione soggetta a “duplicazioni”, nel senso dell’esistenza di partiti su posizioni sostanzialmente analoghe, distinti solo a causa della loro differente origine.

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  • [Liberatorio]Il surrealismo di Veltrusconi

    veltrusconi2.jpg

    Come in ogni campagna elettorale che si rispetti, anche stavolta i politicanti italici si sono lanciati al reciproco inseguimento sul piano della demagogia e della mistificazione della realtà. Primattori di questa patetica commedia sono Silvio Berlusconi e Walter Veltroni, ovvero i leaders dei principali partiti che si sfidano per il governo dell’Italia. I due si stanno sperticando in mirabolanti promesse, a base di detassazioni, abolizioni d’imposte, miracolose ricette per il rilancio dell’economia con relativa creazione di posti di lavoro (sicuro e ben retribuito beninteso). Non mancano piani straordinari, degni del miglior Amintore Fanfani, per dare una casa ad ogni giovane coppia che desideri metter su famiglia (a patto che questa sia regolarmente sposata – meglio se con il rito di Santa Romana Chiesa).
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  • [Politicantes]Questa nuova politica fatta di regole incerte

    di Nicola Carnovale

    Non ho mai creduto, in questo clima generalizzato di antipolitica venutosi a creare negli ultimi mesi, che la stessa fosse realmente capace di rispondervi in maniera concreta e non semplicemente per enunciati e atti dimostrativi. Ma francamente non pensavo che la politica potesse giungere a diventare un semplice show, o meglio un reality show, dove tutto è lecito, basta che si soddisfino le poche, ma sacre, regole del mercato mediatico. Pessimismo o visione troppo critica?

    Ad ognuno il suo giudizio. Ma consentitemi di esprimere il mio. La formazione delle liste per le elezioni politiche di aprile rappresentano quanto meglio non si può una spettacolarizzazione della politica che non risponde assolutamente ai canoni di cui il Paese necessita. Cosa sarà il nuovo Parlamento? Saprà essere la sede istituzionale più alta per un confronto democratico che faccia avanzare un processo complesso di riforma del sistema-Paese, o semplicemente una sede obbligata per eseguire ordini di scuderia, chissà dove e con chissà quali forze, che sfuggono a qualsiasi controllo democratico? È questa la domanda che dobbiamo fortemente porci. L’unica pratica nel corso del ventennio trascorso, condivisa trasversalmente in modo coerente e preoccupante, con una metodologia di silenzio assenso, è stata quella di svuotare sempre più di funzioni e vitalità la vita parlamentare e relegare, l’esercizio stesso, a semplici chiamate di fedeltà in cui rispondere puntualmente “sì, signore”. (more…)