INTERVISTA AD ARISTOTELE

Per intervistarLo ho dovuto sudare le pene dell’Inferno. Letteralmente, o quasi. Visto che vivendo Lui nel Limbo, ho potuto evitare le malebolge che invece si è dovuto sorbire il povero Dante. Ma il Poeta si sa, voleva anche mondarsi dei peccati. Invece a me bastava fare quattro chiacchiere con Lui, sì con Aristotele, per parlare di attualità e politica con uno dei più grandi pensatori del passato, il maestro di color che sanno. E credetemi ne è valsa la pena.

Innanzitutto mi complimento con Lei, ancora in ottima forma.

A differenza di Achille, che avrebbe preferito essere l’ultimo dei rematori piuttosto che un principe nel regno dei morti, io qua ci sto bene. Credo che ciò che conti sia il ricordo che serbate di me, non sono un tipo attaccato alla poltrona insomma.

A questo proposito avrebbe molto da insegnare ai politici italiani…

Non è possibile o non è facile mutare col ragionamento ciò che da molto tempo si è impresso nel carattere e nell’abitudine

La politica dunque non è ragionamento?

Sarebbe assurdo pensare che la politica sia le forma più alta di conoscenza, a meno dinon pensare che l’uomo sia la realtà di maggior valore nel cosmo.

E allora perché fare politica?

Beh perché l’uomo è per natura un animale politico

Quindi l’impegno politico e civile oltre che un dovere sono un’inclinazione naturale.

La cosa importante, credo, è esserci. Se mi concede una metafora, non sono i più forti, o ipiù belli, a vincere nelle Olimpiadi; ma prima di tutto coloro che partecipano. Parteciparedunque è la cosa fondamentale.

Purtroppo in Italia la partecipazione scarseggia, anche a causa di un sistema che ha a favorito una vera e propria casta di privilegiati.

Quando è corretto, l’uomo è il migliore degli animali, ma quando è separato dalle leggi e dalla giustizia è il peggiore di tutti.

Condivido. L’attuale campagna elettorale poi è al limite del ridicolo. Si sente dire di tutto e le promesse fioccano da destra a sinistra.

Il millantatore è colui il quale fa mostra di titoli di merito che non possiede, esagerando il suo controllo del mondo, di cui in realtà è privo.

Sembra il ritratto di Berlusconi.

La storia è ricca di epigoni.

Leggi ad personam, conflitto di interessi irrisolto, indagato più volte per reati di varia natura e tuttavia si mostra come un paladino della Chiesa e dei valori tradizionali, come è possibile?

Un tiranno deve mostrare una devozione religiosa non comune. Le persone sono meno preoccupate delle azioni illegali da parte di quel governante che considerano pio e timorato della divinità. Inoltre protestano molto meno facilmente contro di lui, pensando che abbia la divinità dalla sua parte.

Cambiando argomento, Lei come si considera politicamente?

La libertà è la base di uno stato democratico.

Potrebbe essere un po’ più preciso?

Se la libertà e l’uguaglianza sono caratteristiche proprie della democrazia, credo che saranno ottenute nel modo migliore quando tutte le persone simili condivideranno il massimo, sia nelle possibilità che nella responsabilità.

Ma questo è socialismo liberale ante litteram! Alcuni però accusano la sinistra di essere utopica.

Nel concepire un ideale possiamo presumere quel che vogliamo, ma dovremmo evitare le impossibilità.

Lei è veramente saggio, vorrebbe dare ai nostri lettori un ultimo consiglio politico?

La società e lo stato non sono mere aggregazioni dove si ha un posto comune per una vita più sicura o per la ricchezza dei commerci. La realtà politica esiste per amore dell’agire nobilmente e non per la semplice convivenza.

La ringrazio molto per il tempo da Lei dedicatoci.

Tornate a trovarmi, qui ci sono sempre le solite facce.

Come nella politica italiana!