Author: Federico Boem

  • [PreElezioni] Otto pezzi facili

    Berlusconi è entrato in Matrix e fregandosene di regole e leggi ha mostrato a tutti come votare. Berlusconi ha poi precisato che l’Oracolo e il Mastro di Chiavi sono della stessa opinione e che l’agente Smith è comunista. “Praticamente sono già l’Eletto” ha concluso.

    Casini ha fatto sapere che attenderà il risultato delle elezioni a casa con la famiglia. Quale delle due?

    Bossi, quello un po’ malato e con la passione per i fucili, è deceduto nella sua villa di Beverly Hills e….ah no quello era Charlton Heston.

    Al Falco e al Griso che lo ammonivano “Non s’ha da fare”, Veltroni ha risposto piangendo e commentando un pezzo jazz.

    Gianfranco Fini ha detto…Come scusa? Chi?

    Giunto alla fine dell’Arcobaleno, Bertinotti ha trovato una pentola d’oro e, gridando “questa è mia”, ha abbracciato il capitalismo seguendo lo gnomo custode nel PDL.

    Daniela Santanchè contestata per aver fatto il saluto romano durante una visita a Predappio. Indignata si difende : “Macchè fascista, salutavo il Duce”.

    Boselli, dopo aver accesso un cero alla Santa Vergine Maria per scongiurare uno sconfortante risultato elettorale, ha riaffermato la vocazione laica, liberale e pluralista del Partito Socialista.

  • INTERVISTA AD ARISTOTELE

    Per intervistarLo ho dovuto sudare le pene dell’Inferno. Letteralmente, o quasi. Visto che vivendo Lui nel Limbo, ho potuto evitare le malebolge che invece si è dovuto sorbire il povero Dante. Ma il Poeta si sa, voleva anche mondarsi dei peccati. Invece a me bastava fare quattro chiacchiere con Lui, sì con Aristotele, per parlare di attualità e politica con uno dei più grandi pensatori del passato, il maestro di color che sanno. E credetemi ne è valsa la pena.

    Innanzitutto mi complimento con Lei, ancora in ottima forma.

    A differenza di Achille, che avrebbe preferito essere l’ultimo dei rematori piuttosto che un principe nel regno dei morti, io qua ci sto bene. Credo che ciò che conti sia il ricordo che serbate di me, non sono un tipo attaccato alla poltrona insomma.

    A questo proposito avrebbe molto da insegnare ai politici italiani…

    Non è possibile o non è facile mutare col ragionamento ciò che da molto tempo si è impresso nel carattere e nell’abitudine

    (more…)

  • Per un partito … Democratico

     

    Per un Partito … Democratico

    “Non pretendo di essere un gran leader, preferisco essere un gran democratico”
    José Luis Rodríguez Zapatero

    Il 9 Marzo 2008 José Luis Rodríguez Zapatero ha vinto le elezioni politiche in Spagna e ha visto riconfermato il suo mandato alla presidenza del governo.
    Il suo successo dovrebbe far riflettere perché si è concretizzato alla luce di numerose battaglie sia in ambito sociale che in quello dei diritti civili.
    Il socialismo di Zapatero è risultato vincente perché si è dimostrato nuovo e moderno senza perdere di vista i principi fondamentali di un partito di tradizione riformista e popolare.

    (more…)

  • [Valori] Ma anche NO

    Nel manifesto dei valori del PD, al punto 3 leggiamo:

    “La laicità presuppone uno spazio pubblico di libero confronto: noi concepiamo la laicità, non come il luogo di una presunta neutralità, ma come rispetto e valorizzazione del pluralismo degli orientamenti culturali, e quindi anche come riconoscimento della rilevanza, nella sfera pubblica e non solo privata, delle religioni, dei convincimenti filosofici ed etici, delle diverse forme di spiritualità. Le energie morali che scaturiscono dalle esperienze culturali, spirituali e religiose, quando riconoscono il valore del pluralismo e del dialogo, rappresentano un elemento vitale della democrazia.”

    Questa analisi, per quanto possa sembrare animata da un sincero spirito laico è, a mio parere, piuttosto viziata dalla sudditanza confessionale che impera nel nostro paese. Al solito tratterò gli argomenti per punti, con la finalità di rendere più chiaro il mio pensiero. (more…)

  • [Balkanika] Kosovo: una questione europea

    In Kosovo nasce un fiore chiamato bozur. E’ un fiore rosso dal colore sanguigno che il folklore popolare attribuisce al sangue che innumerevoli volte ha macchiato la terra della regione. Nel 1389 il principe serbo Lazar Hrebeljanović formò una coalizione di signori cristiani per fronteggiare le armate del sultano ottomano Murad I. Sebbene Lazar venne ucciso ed il suo esercito sgominato, la morte del sultano lasciò una situazione incerta ed instabile in tutta la regione. Quella battaglia, nella Kosovo Polje (la Piana dei merli), viene ricordata ancora oggi dai Serbi come l’inizio della fine della loro indipendenza ma anche allegoricamente come il sacrificio del popolo serbo per salvare l’Europa dall’avanzata ottomana. E’ una mitologia pericolosa, che vede il nazionalismo più feroce mischiarsi alla dimensione cristologica del sacrificio. Il Kosovo dunque è una delle sedi originarie della cultura e del folklore serbi, ma anche il luogo dei più importanti centri di culto della chiesa serbo-ortodossa come il monastero di Dečani e pur tuttavia la maggioranza della sua popolazione nell’ultimo secolo è di origine albanese. I due popoli sono ferocemente divisi per cultura e tradizioni e lingua ma uniti da una storia comune che rende il Kosovo, mai come altro luogo, l’esempio più eclatante della condizione della polveriera balcanica.
    (more…)

  • [FuoriLinea] Perchè voterò PD

    Politicamente scorretto. Labouratorio ci piace così, anche quando è politicamente corretto votare PS. Lo ripetiamo: ogni affinità è divergenza. Labouratorio mostra tutto il suo lato “free”, libero dai condizionamenti MA ANCHE autolesionista e un pò masochista…non aggiungiamo altro, visto che il titolo dell’articolo è eloquente! Buona lettura!

    spelloni1.jpgNormalmente nelle argomentazioni politiche si ricerca l’aderenza dei programmi e degli intenti ai propri ideali ed ai propri valori. La passione è una componente fondamentale della politica stessa ma a volte mi sembra che la nostra società sia pronta a dimenticare l’antico insegnamento che ci arriva dal passato, ovvero che la politica è anche un’arte. L’arte della politica richiede quindi non solo la passione ma soprattutto la ragione e con essa la scelta ragionevole. Ho deciso che alle prossime elezioni politiche di Aprile darò il mio voto al Partito Democratico. Ho preso questa decisione sulla base di riflessioni che considero razionali e ragionate e che quindi sono, a mio avviso, il modo migliore per creare una base di intenti con gli altri elettori, al di là del loro colore politico.
    (more…)

  • Sogno un premier svedese che governi per 5 anni ed insegni a farlo…

    E’ caduto il governo Prodi. In Italia di fronte ai momenti di crisi magicamente scompare quella che è l’essenza del governare: l’assunzione responsabilità. Lo si vede a Napoli, dove chi pretende il magistero morale sulle coscienze, la Chiesa Cattolica, ricorre a riti magici dal sapore medievale per chiedere l’intercessione del santo patrono sperando in improbabili miracoli. Lo si vede in Sicilia dove di fronte ad una condanna per reati in odore di Mafia si festeggia con cannoli alla ricotta ritenendo che non sia sufficiente per dimettersi all’istante.
    Lo si vede in Senato, dove al crollo di un governo, momento critico per la vita di un paese e soprattutto per le sorti dei cittadini, si brinda come si fosse nella peggiore osteria. Lo si vede in chi, di fronte ad una crisi economica che percorre i mercati di mezzo mondo preferisce anteporre le proprie vicende personali al benessere del paese. (more…)

  • [Papa a La Sapienza]Lettera a Repubblica

    papa1.jpg

    Oggi ho pranzato fuori. E mentre alla TV guardavo le folle osannanti in San Pietro improvvisamente ho capito come impostare quel che volevo scrivere da qualche tempo circa la questione della protesta alla Sapienza.
    In aggiunta tutto quanto avevo letto finora non mi soddisfaceva. E allora, vuoi per volontà di chiarezza, vuoi per narcisismo ho deciso di farlo sotto forma di una lettera. Una lettera alla Repubblica.
    Vuoi perchè è il giornale che leggo, vuoi perchè spero che la legga Scalfari, che nel suo editoriale di oggi mi piace fino ad un certo punto.
    Che dire, ecco qua il frutto del mio lavoro.

    (more…)

  • Giù le mani dalla speranza. Un commento alla SPE SALVI di Papa Benedetto XVI

    Alle quattro virtù cardinali, prudenza, giustizia, fortezza e temperanza, il cattolicesimo aggiunse le tre virtù teologali, fede, speranza e carità che, per loro definizione, non possono nascere dal solo sforzo dell’uomo ma sorgono ispirate direttamente dalla grazia divina. Le tre virtù teologali rappresentano una sorta di trinità etica del cristianesimo e per le stesse ragioni della Trinità più famosa non possono essere concepite separatamente senza rimandarsi l’un l’altra.
    La fede in Dio è la speranza della salvezza che ci ha promesso attraverso la carità. E d’altra parte la speranza sancisce la fede nel segno della carità. I tre concetti sono vincolati e forse rappresentano aspetti diversi di una medesima condizione che si riassume nell’esser eticamente cristiani. Nonostante cambiando l’ordine degli addendi il risultato non cambi, sarà utile considerare queste dimensioni etiche separate. Del resto è proprio sul terreno della speranza e delle sue accezioni che il pensiero laico ha sfidato la dimensione religiosa.

    (more…)

  • Le seduzioni dell’Aventino

    La tradizione socialista è una cultura politica consolidata in Europa nelle sue espressioni più alte. E’ una tradizione che affonda le sue radici nelle pagine migliori dell’Illuminismo ma che non cede al richiamo delle soluzioni facili del Terrore. Il socialismo è nato là dove all’ideale etico seguiva necessariamente l’azione pratica, ed è sull’etica e sulla pratica che si sono consumate le scelte, le battaglie ed anche le scissioni della sua storia. La coerenza ai propri valori ed alle idee sono una delle forze motrici di qualsiasi azione politica ma se uniti alla cultura del particulare di guicciardiniana memoria, sono anche la premessa all’immobilità.

    Certi valori poi, mettono d’accordo molti: libertà d’espressione, laicità, giustizia sociale, legalità. Sono grandi bandiere che mettono in bella mostra il “cosa” cioè l’orizzonte di senso della vita politica. Ma ciò che distingue i proclami dalle riforme non è il “cosa” ma il “come”. Come garantire quei valori e quegli ideali, con che strumenti, con quali azioni, con quale cultura. Per una sinistra moderna, liberale e socialista la sfida sta proprio in questo suo primo passo. Alla luce di questo passo si pongono dunque due letture possibili. O si dà battaglia per i valori di questa sinistra all’interno di una coalizione che mira ad essere di governo, oppure si cede alle seduzioni dell’Aventino andando per una strada solitaria e si smette, di fatto, di fare politica.

    La riflessione di base può anche essere meno sofisticata. E’ una questione di poltrone oppure no? La storia ci insegna che non basta la genuinità delle idee per vederle affermate né la loro presunta universalità. Mettersi in gioco oppure riproporre il disagio di una conventicola di intellettuali critici e inascoltati. Adesso si scelga.