Yes, we can. Survive.

Ultime due settimane di una delle più deprimenti campagne elettorali degli ultimi due secoli, i contendenti si preparano ad affilare gli artigli in vista degli ultimi decisivi giorni per fare breccia nel muro dell’indifferenza, meritata, del popolo bue.

Previsione scontata, l’assenza per legge dei sondaggi e la necessità di sopravvivere all’esito della tornata elettorale spingerà i nostri democratici eroi a cimentarsi nell’impegnativo compito di rendere credibile la fantomatica rimonta veltroniana onde poter perpetuare fino all’ultimo l’appello accorato al inutile voto utile.

Dunque la parola d’ordine dalle parti del loft da qui al 13 Aprile sarà inevitabilmente: “si può fare”, con tanto di discesa in campo di molti dei campioni dell’antiberlusconismo militante (alla Flores D’Arcais per intenderci, che non a caso ha recentemente esplicitato il suo endorsment al PD).

Del resto non è un mistero per nessuno che, sebbene difficilmente si creda alla vittoria alla camera, la percentuale di voti che prenderà il PD determinerà la permanenza o meno del nostro Wolontario presidente alla segreteria dello stesso, non ne hanno mai fatto mistero nemmeno i più stretti collaboratori come Goffredo Bettini, che anzi si è premurato intelligentemente (si fa per dire ovviamente) di fissare la soglia medesima al 35%. Insomma si può perdere, ma con onore, e possibilmente, eliminando la concorrenza a sinistra.

Mentre dunque i sostenitori di Baffino iniziano ad affilare i coltelli per spartirsi quel che resterà del PD (visto che la soglia bettiniana sarà difficilmente raggiunta) in data 15 Aprile, il nostro sempre brioso Cavaliere si accinge anch’esso ad inculcare nelle teste del suo poco entusiasta elettorato che effettivamente il pericolo democratico è alle porte e occorre mobilitare tutte le forze possibili per ricacciarlo indietro.

Come se non bastasse, oltre agli appelli sempre più pressanti per il voto utile, i due contendenti si accingono a tirare fuori dal cilindro qualche proposta choc per gli ultimi giorni, dall’abolizione delle tasse al raddoppio delle squadre italiane in champions, passando per l’istituzione della concubina di quartiere.

Prepariamoci al peggio allora, stanno per arrivare fiumi di email, centinaia di volantini, telefonate minacciose, appelli televisivi, tutti inneggianti alla necessità di prodigarsi per salvare l’Italia dal pericolo Berlustroniano votando in massa per il partito Veltrusconiano.

Allacciamo dunque le cinture e prepariamoci all’inevitabile drammatizzazione dello scontro; contromisure particolari per i poveri sostenitori delle vieppiù vituperate alternative non se ne vedono, se non ascoltarsi almeno una volta a sera gli splendidi inni dei due magnifici partiti e continuare a sparare nel mucchio (come peraltro avviene in questo articolo) sperando che il mucchio continui a dimostrarsi “unfit to lead Italy”.

Per il resto restiamo tutti in attesa di conoscere l’importantissimo esito di elezioni mai così scontate nella storia della Repubblica, consapevoli che se c’è una cosa che sì, possiamo fare, questa è sopravvivere, possibilmente intellettualmente integri.