Dal “bipolarismo bastardo” al “bipartitismo stronzo”

di Alessandro Guadagni

Bipartismo Stronzo

Si sa, l’Italia è da sempre un laboratorio di esperimenti politici di altissimo livello. I Comuni, le convergenze parallele, la non sfiducia, la conventio ad excludendum. Fra questi spunta ormai da qualche anno il “bipolarismo bastardo”, o muscolare, o coatto, che dir si voglia.
Ma come tutte le più belle cose, anche questo è soggetto al divenire. Alla trasformazione, alla sublimazione.

E da quando Margherita e Ds si sono accoppiati, da quando si è dichiarato che il frutto del loro amore, il giovane Pd, andrà da solo alle elezioni, dall’altra parte si è corsi ai ripari. “E non si dica che noi siamo un caravanserraglio, e che cribbio!”, e via ad un loro partito unico. Che poi la decisione sia presa a due mesi dalle elezioni, che non vi sia stato modo per i loro elettori di discutere e ratificare, non è affar nostro. A noi interessa solo notare che lo scenario politico, ad oggi, è decisamente nuovo.

L’ estrema destra che chissà che farà, questo Partito delle Libertà dei moderati, Casini solo e male accompagnato, il Pd di centro, la Rosa Bianca (il cui nome è un’offesa alla memoria) del “sono più centro io di te”, la Sinistra Arcobaleno. Poi svariati partitini e partitacci, sempre esistiti o nati da beghe personali poco importa, che non hanno pressoché alcuna importanza. Eppoi, non fra questi ultimi (?) il Partito Socialista.
E’ chiaro da questo schema che coloro i quali potranno realisticamente mirare alla vittoria sono due, ce lo dicono quei numerini percentuali che leggiamo accanto ai loro nomi, e gli altri faranno colore, daranno noia al di più, ma avranno scarso peso.

E ciò è il portato non di una legge elettorale in particolare, o almeno non principalmente di quella, ma di un mutamento sistemico, di una rivoluzione copernicana partitica.
Ci raccontano che questa sarà una campagna elettorale dai toni più pacati, più educata, se vogliamo, senza l’odio che ha contraddistinto i passati scontri. Ovvio, questa volta non bisogna insultare l’avversario, non cerve dire di odiarlo. Questo sentimento è implicito alla competizione, ne è l’humus. Guardi, amato elettore, che gli unici che possono vincere siamo io e lui. Se non voti me ti becchi lui… decida Lei, non Le spiego nemmeno chi sia lui… lo conosce, siamo i soliti da una vita… Tutto ciò che posso fare è dirle di stare attento…
La leva del ricatto fa fulcro non più solo sui soliti “indecisi”, ma anche su coloro i quali hanno sempre, per tradizione o volontà, votato lo stesso partito.

Una minaccia allusiva, più subdola che mai, simbolo di quella nuova fase di cui parlavo, di un bipartitismo imposto dalla “tirannia della maggioranza”, calato dall’alto sulla testa di elettori che da un momento all’altro vedono scompaginato il loro universo elettorale.
Un bipartitismo infame, che costringe a scelte da maggioritario a doppio turno, ma saltando il primo. Un bipartitismo coattivo, in cui la possibilità di scelta è ridotta fra due che scegli per non scegliere l’altro. Un bipartitismo stronzo.

Una parentesi dovuta al nostro (?) Partito Socialista. Un passo avanti è stato fatto: siamo apparsi sui giornali, alle televisioni, se ne è sentito il nome, magari di sfuggita se ne è visto anche il simboletto.
Non in prima persona, altri parlavano di noi. Per dire che non ci vogliono, per carità, voi accanto a noi? non sia mai! Ma è un punto di partenza, via.
La campagna elettorale inizierà anche per noi, che non si sia ancora costituito il Partito è cosa da poco, non credo la sostanza cambierà. Questa situazione mi ricorda un po’ un vecchio sketch di Guzzanti, che imitando Prodi diceva: “Sono fermo, immobile, non mi muovo… Sono un semaforo”. Ecco il Ps è uguale, inerme, inattivo… Non regola assolutamente il traffico che gli sfreccia sotto al naso, ma di certo ha tutti i colori del caso. Il rosso, del simbolo; il verde, della rabbia dell’esclusione; il giallo, della faccia contrita di Boselli.

Chi vivrà vedrà, affiliamoci gli artigli, vendiamo cara la pelli. E’ tutto ciò che ci rimane da dire, e da fare. Cercare di esserci per tentare almeno di scardinare questo bipartitismo spray.
Sperando un domani di non dover subire un monopartitismo figlio di…