[Antisemitismo da cortile] Dal boicottaggio di Israele alla lista H5N1

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La farsa si ripropone macabra, ai nostri occhi, alle nostre orecchie, finanche alle nostre narici: immagini, suoni, odori che la memoria nazionale sperava, senza accurata riflessione, di aver rimosso.
La retorica banalizzante sulla Shoah, che Ernesto Galli della Loggia ci ha ricordato essere:_ ”il peggior avversario di una memoria ancora da definire, non solo sul piano storiografico ma soprattutto morale”, e le ‘incerte’ responsabilità nazionali della nostra popolazione in quella imprescrittibile tragedia sono il nostro calvario repubblicano.E ancora, il coma farmacologico imposto, da sessant’anni a questa parte, al pubblico dibattito nostrano, sulle origini di quell’antisemitismo italiano, ci mostra quanto la nostra comunità sia ancora vulnerabile a certi rigurgiti che vorremmo defunti accanto a corpi di milioni di cittadini europei di religione ebraica in campi cenerei dell’Europa centrale e orientale.
Il boicottaggio contro il governo israeliano, ospite nel maggio prossimo della Fiera del Libro di Torino 2008, promosso da un cartello di sigle comuniste, filo palestinesi, alter mondialiste, ci ricorda due stanche verità: la sinistra comunista (Pdci in testa) propagandando un putrido antisionismo, sguazza nella melmosa ambiguità dell’antisemitismo sovietico e pan-arabo, avvedendosi, accuratamente, dal volersi sbarazzare di una pagina, più che opaca, della propria identità ideologica.
In secondo luogo, le risposte che l’autorità pubblica italiana dispiega a fronte di questo genere di violenze antidemocratiche sono sempre, colpevolmente e tardivamente, flebili.
A guardar bene, il paradosso di tutta questa vicenda, è che l’invito rivolto a Israele dal comitato della Fiera di Torino, è stata una soluzione di ripiego al programma originale.
Il paese previsto come ospite per quest’edizione 2008 sarebbe dovuto essere l’Egitto.
Per ragioni diverse il governo egiziano si è sottratto improvvisamente dall’impegno assunto.
Il comitato organizzativo allora si è mosso, non senza suggerimenti di ‘maestri’ illustri della Fiera, verso la scelta e l’invito ad Israele.
Apriti cielo! Ebrei e pure israeliani. Più che un affronto agli occhi dei tanti rottami di marxismo jihadista che assediano la nostra vita pubblica .
Se si ordinano i diversi tasselli di questo mosaico, l’episodio maleodorante va a comporre, assieme ad altri, una figura piuttosto raccapricciante: dall’ hackeraggio al sito della casa editrice Lindau, disposta a dare alle stampe volumi di autori italiani, europei o israeliani di origini ebraiche di spirito libero sino alla black-list stilata dal pavido H5N1 che annovera docenti dell’ateneo di Roma La Sapienza, rei di essere una ”minoranza etnica solidale ad una entità politica extranazionale come Israele”. Tutto considerato ci pare avventato promuovere un’interpretazione orchestrata dei vari episodi. Gli idioti, in genere, ignorano di viaggiar in compagnia .
Ciò nonostante di offensiva si tratta.
Al grido del ‘quoi faire’, Giorgio Israel, docente presso la facoltà di matematica della Sapienza (uno che in quella lista c’è finito) suggeriva al governo israeliano, dalle colonne de ‘Il Foglio’ di due sabati or’ sono (ancor prima che emergesse alla cronaca la H5N1’s List) di rinunziare ‘ratzingerianamente’ all’invito di Torino, qualora il comitato della Fiera avesse ceduto al clima di intimidazioni.
Oggi sappiamo che il comitato organizzativo della Fiera ha confermato l’invito.
Non ha rinunciato. Ha retto alle bordate dei violenti anche grazie alla mobilitazione di tanti uomini e donne . Ma una crepa parrebbe emergere: basta leggere quella lettera di motivazione rivolta a Tariq Ramadan, che campeggia ‘in media pagina’ alla homepage della fiera di Torino, accanto a ben altre lettere (come quella rivolta al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano), che invita il discusso ‘fratello musulmano’ a comprendere le ragioni della presenza di Israele in qualità di ospite alla fiera.
Ci domandiamo per quale ragione si sia resa necessaria da parte del Sig. Ferrero e del Sig.Picchioni, rispettivamente Direttore e Presidente della Fiera Internazionale del Libro, una così prona puntualizzazione, rivolta ad un uomo dalle controverse posizioni che in più occasioni ha dimostrato lo stesso antisemitismo mal celato che oggi sentiamo di dovere contestare in quanto lesivo della libertà religiosa di tutti i nostri cittadini. Il nostro invito all’astensione da equi-vicinanze sia colto. Che le ricerche pavide di consenso diffuso siano bandite.
Siamo impazienti di ascoltare, di leggere, di parlare di Israele accanto ai suoi scrittori che siano ebrei o no, pacifisti o militaristi, atei o credenti.
Vogliamo accoglierli e ascoltarli. Onorarli.
A maggio, a Torino, Israele.