L’Europa dei Diritti Civili: Adozioni a single e conviventi

Prima o poi il countdown doveva iniziare e sinceramente mi aspettavo proprio che partisse dai piani alti europei. Quello di cui sto parlando è l’estensione del diritto di adozione ai single e alle coppie non sposate che potrebbe introdurre la facoltà di adozione anche da parte di coppie gay, ovviamente Stato membro permettendo.

Ma la proposta che arriva dall’Europa è insieme esaltante, perché introduce un nuovo modo di concepire la vita e i rapporti sociali (cosa che in Europa già conoscono più di noi) e anche molto importante per la politiche nazionali degli Stati membri. Il vicesegretario generale di Consiglio d’Europa Maud de Boer Buquicchio nel presentare il testo a Strasburgo ha detto che “ I cambiamenti della società hanno reso indispensabile un’evoluzione del testo del 1967 ” e continua su una linea progressista sottolineando che “ la nuova convenzione, che abbasserà l’età dei genitori adottivi a 30 anni e introdurrà il consenso all’adozione anche da parte del padre non sposato, è inquadrata tutto sul migliore interesse del minore, che sarà coinvolto e ascoltato nel processo decisionale, nonché sarà autorizzato a conoscere le sue origini”.


Il diritto ai single in questione è un’assoluta novità nel panorama europeo, ma ciò che la rende speciale e innovativa è che a questa estensione dei diritti partecipano anche le coppie omosessuali. Gli omosessuali sono riconosciute come persone titolari di diritti e doveri come le altre, tanto da richiamare implicitamente: la Carta di Nizza del 2000 sui Diritti Fondamentali (o Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea), nella quale si racchiudono in un unico testo, per la prima volta nella storia dell’Unione europea, i diritti civili, politici, economici e sociali dei cittadini europei nonché di tutte le persone che vivono sul territorio dell’Unione, raggruppati in sei grandi capitoli: Dignità, Libertà, Uguaglianza, Solidarietà, Cittadinanza, Giustizia; poi il Trattato di Lisbona – firmato il 13 dicembre 2007 dai capi di Stato e di governo dei 27 Stati membri dell’Unione europea – nel quale si continua a specificare gli stessi valori e principi degli europei, ma introducendone di nuovi come la Dignità umana, libertà, democrazia, uguaglianza, Stato di diritto e rispetto dei diritti umani. Il Trattato stesso dice che “Essere europei significa condividere gli stessi valori e, in quanto cittadini dell’UE, godere di diritti importanti”. Il quadro socio-politico è diventato molto complesso dato che l’Europa ha cercato di rafforzare la tutela di questi diritti, elevandoli a valori fondamentali dell’UE, sanciti all’inizio del trattato di Lisbona. Tutti questi diritti sono comuni ad ogni Stato membro e soprattutto per qualsiasi paese europeo che intenda diventare membro dell’Unione è tenuto a rispettarli (monito questo ad una apertura alla Turchia in futuro).

Ritornando al nostro discorso credo che la proposta europea sia una rivoluzionaria novità, anche se non arriva proprio dall’Ue, bensì dal Consiglio d’Europa – un organismo internazionale (rappresenta 47 Paesi) indipendente dall’Unione europea – il concetto di fondo comunque rimane lo stesso: il ‘dato socio-culturale’ delle adozioni per le coppie di fatto e per i single, diventerà un dato politico il 5 e 6 maggio prossimi, quando si adotterà la nuova Convenzione europea sull’adozione dei minori.

La nuova Convenzione sarà adottata a maggio, poi ci sarà la ratifica degli Stati membri, i quali in quel momento potranno adottare riserve e scegliere di estendere o meno il diritto anche alle coppie gay. Capite l’importanza cruciale di tale provvedimento? Questa scelta dello Stato membro, con riserva, può diventare una battaglia politica in ambito nazionale e potrebbe arrecare dei problemi al partito-coalizione che sarà al governo, dopo le elezioni del 13-14 Aprile. Io ovviamente parlo da persona non estranea ai fatti e parzialmente infetta da giudizio, ritenendo che tale questione debba entrare – cosa che dovrebbe fare in maniera più viva il PS – nell’agenda politica italiana. Proprio in Italia, dove la legge del 2001 consente le adozioni solo ai coniugi uniti in matrimonio da almeno tre anni, sarà necessaria una legge di autorizzazione alla ratifica (creando non pochi problemi nei due grandi partiti PD e PDL). Ma se decidesse di non adottarla? Che cosa succederà? E’ finito il tempo del ‘buonismo’ gratuito, adesso serve forza e coraggio per difendere i diritti di molte persone interessate alla proposta europea.