[Elezioni Usa] Ralph Nader alla riscossa

AA.VV. Public Interest Advocate looking for Presidential bid: Ralph Nader alla riscossa.

Costò la Presidenza USA a Al Gore nel 2000.
Viene bersagliato da anni dai blogger più ferocemente anti-repubblicani che lo accusano di essere una delle cause della vittoria di G. W. Bush sempre nel 2000.

Ralph Nader ci riprova. Lo scorso mese, in un sito ad hoc, il noto avvocato dei consumatori annunciava un exploratory presidential campaign, ovvero un mandato di ricerca di sostegni politici per la campagna 2008, che oggi si è tradotto, al margine della NBC’s ‘Meet the press’, in un annuncio in grande stile, da parte dello stesso Nader, di una candidatura per le Presidenziali Usa 2009.

Il candidato dichiara di essere convinto di raccogliere a sé i ‘delusi’ dei due maggiorenti partiti ( di tabacciana memoria), di porre questioni sul tavolo che altri front runners o semplicemente candidati, non hanno priorizzato nei loro programmi: si va dall’adozione di un’assicurazione nazionale per l’assistenza medica ( in realtà la candidata Rodham Clinton propone qualcosa di simile), all’impeachment per il duo Bush-Cheney, dall’abbandono del nucleare civile e militare alla diminuzione del budget di difesa, sino alla proposta, per il medioriente, della nenia corale bertinottiana, del ‘due popoli due stati’ per i palestinesi-israeliani e del ritiro immediato dall’Iraq.
E ancora la riforma dell’istituto della presidenza della repubblica federale in vista di un bilanciamento in chiave parlamentare del sistema istituzionale, sino alla messa a bando della personalità giuridica, niente di meno che delle corporations di cui Nader, sin da giovane avvocato di interesse pubblico, è stato acerrimo avversario.

Ralph Nader gode di un indiscutibile appeal elettorale nei confronti di tutta quell’area politica che potremmo definire, con parametri Usa, ultra-liberal, ovvero un area di consenso che non differisce per costituzione dalle nostre ‘sinistrate arcobaleno’. Principalmente un candidato che riceve voto giovanile e che annovera appoggi politici molto eterogenei.
C’è un po’ di tutto nella sua ‘constituency’ (serbatoio elettorale): l’ultra-libertarismo (anima dimenticata nella genesi della nazione americana), l’ambientalismo nimby-sixty, il socialismo americano e ciò che resta del movimento anti-militarista pro-diritti civili.

L’ avventura di Nader come ‘presidenziabile’ incominciò nel 1992, con una corsa alle primarie sia in campo repubblicano che democratico, fallita anche per gli acuti boicottaggi subiti da parte dei giovani candidati Clinton e Gore. Nel 1996 e nel 2000 riprovò con il Green Party dal quale ricevette l’investitura a candidato. Sotto quella sigla nel 2000 ottenne il suo risultato migliore, raccolgliendo il due e sette per cento su base nazionale come terzo candidato. Nel 2004 con l’endorsement del Reform Party, corse da candidato indipendente, raccogliendo un miserrimo zero punto sette per cento.

Oggi le sue possibilità di essere rilevante in una corsa per la Casa Bianca, appaiono ben più modeste di quanto non fossero già nel 2000. Stanco politicamente, ostracizzato dal sistema dei media nazionali privati (la NBC è statale), propugnatore del tax and spend, offrirà una proposta politica del tutto inadeguata a quella che è una terribile cronaca annunciata: recessione economica negli USA ( e dunque in Europa).

Nader accusa la Sen. Clinton di essere la democratic corporate candidate, in breve di essere al soldo dei grandi interessi industriali e lobbisti statunitensi. Obama, da par suo, è un candidato che e citiamo:_ ‘che aveva incominciato bene ma che si è perso per strada’, come lo stesso Nader ha avuto modo di dichiarare al margine di un intervista rilasciata alla redazione della internet Tv democracynow.org

Finirà che, anche questa volta, la sua candidatura risulterà effimerà ed assisteremo ad un suo probabile appoggio verso il Sen. Obama che si verdà danneggiato, qualora il Senatore dell’Illionis dovesse spuntarla nel confronto con la candidata Rodham Clinton.

Insomma i repubblicani, di cui il Sen. McCain sarà il più probabile candidato, dati per già per sconfitti, e in difficoltà, nel difendere la reggenza di GWB, potrebbero vedersi regalare qualche altra freccia da aggiungere al loro arco, qualora Nader dovesse schierarsi per Obama.

Insomma un altro Presidente repubblicano è più probabile di quanto non si creda, e tutto sommato, per i governi europei, un Presidente come McCain alla Casa Bianca sarebbe meno problematico, sul piano internazionale, di quanto non lo sarebbe un Presidente, come il Sen. Obama, consigliato com’è, in politica internazionale, da uno vecchio arnese nocivo come Zbigniew Brzezinski (già consigliere del Presidente Carter alla Sicurezza nazionale).
Obama for President non promette nulla di buono, per nessuno.