Finchè Bordin fa la rassegna i Radicali non moriranno – Intervista a Tommaso Labate

Tommaso Labate

Tommaso Labate ancora non ce l’ha la biografia su Wikipedia, ma è questione di poco e comunque rimediamo subito. Calabrese dal 26 novembre 1979, sagittario ascendente e purtroppo interista. Dall’estate del 1994, nella sua famiglia pidiessina ex pci, sono stati tutti veltroniani, escluso lui. Studia e si laurea alla Luiss con tesi sul caso Moro e di lì a breve arriva al Riformista diretto da Antonio Polito.
Dopo la partenza di quest’ultimo, che annunciò di essersi iscritto al Partito Democratico con la candidatura al Senato tra le fila della Margherita, il nostro diventa firma apprezzata del Riformista di Paolo Franchi. Segue in particolare, negli ultimi mesi, le vicende del PD. Di lui un collega ebbe a dire: “Tommaso è un cane da tartufo!”. Per conto mio posso dire che si tratta di uno dei ragazzi più brillanti che mi sia capitato d’incontrare (e l’infame è pure due giorni più giovane di me!).

Sia come sia approfittiamo del suo fiuto per chiedergli dei tartufoni della politica di oggi … e non solo …
Partiamo col pendolino: Menichini ci ha detto che lo sogna al 40%. Te quanto gli dai al PD?

36,5

Che cosa fa la Rosa Bianca?

Se si votasse col Mattarellum, potrebbe aspirare al target Patto Segni. Visto che non si vota col Mattarellum, deve soltanto sperare nella follia improvvisa di un Casini che si slaccia dal Cavaliere. Con l’Udc può sperare in qualche manciata di deputati. Senza, più semplicemente, no.

Don Lurio Veltroni pare aver deciso di ballare da solo. Secondo te tiene duro? E nelle amministrazioni locali come la si risolve?

Secondo me, alla fine, al locomotore Pd potrebbe anche attraccare il vagone dei dipietristi e poi, all’ultim’ora, credo che a sinistra qualcuno possa ambire a seguire la strada del transfuga sinistrodemocratico Famiano Crucianelli.

Scusa, ma mentre ti scrivo c’è proprio Veltroni (con eccesso di sbiancante per denti) che ospite a Matrix mette insieme Ferrara e Di Pietro, in nome di quel “totalmente disinibito sincretismo” di cui ha scritto proprio l’Andrea Romano che gli dava di Don Lurio. Per ora va alla grande, ma quanto può reggere questo Dadaumpa?

La risposta ce la daranno i dati del Viminale, la notte del 14 aprile. Dio non voglia, ma se va sotto il 30 è finita.

Torniamo ai “territori”: il PD in Piemonte. Una regione molto importante, non solo per i tartufi di cui ti danno per esperto, ma anche per affermare la più forte presenza democrat al nord e soprattutto per la delicata partita del Senato. E’ quello il fronte più caldo e interessante dei tanti presenti dentro al PD in vista delle elezioni?

E’ una delle regioni chiave, quella in cui è in corso il risiko democrat più interessante. Governatore Bresso al Senato; presto nuove elezioni per la Regione (candidato Chiamparino) e comune di Torino (candidato Fassino). Le elezioni, però, si decideranno in Liguria, Lazio, Campania e Calabria.

Questo non è un PD con i baffi e non poteva esserlo. So di toccarti negli affetti e che, se sarai sincero, non sarai obiettivo, ma te lo chiedo comunque: “dove va” D’Alema?

Forse, va a riprovare un duello per la presidenza di una Camera. L’altra volta perse (per ritiro) il braccio di ferro con Bertinotti per lo scranno principale della Camera dei Deputati. Oggi potrebbe giocarsela con Marini per quello del Senato.

Per contrappasso ti permetto d’infierire sui miei di affetti. Di che morte moriranno i Radicali?

Non moriranno mai, finchè c’è la radio con Bordin che fa la rassegna.

Te eri a Bertinoro per il Riformista. A quell’assemblea che a Macaluso ricordò un’assemblea socialista anni ’50, con anarcoidi, liberal-libertari, radicali e diversi giovincelli. Non è stata un’onda lunga quella. E’ stato l’ultimo sussulto socialista di cui avremo ricordo?

Boselli, Villetti, Angius e soci stanno continuando a chiedere posti in Parlamento a Veltroni. E sussultano, mio caro, caspita se sussultano! (quanto ci sia di “socialista” in tutto questo, però, non lo so).

Tirami fuori una trovata assurda per salvare una forza socialista alle prossime elezioni. Candidiamo Veronica Lario? Proponiamo Pannella a capo della CEI? Travestiamo Bobo da Bettino? Illuminaci!

Ci si salva mettendoci la faccia. Se un partito? Sei socialista? Lista del Partito Socialista in tutte le regioni. Purtroppo per l’attuale classe dirigente socialista non credo che sia una speranza ultima a morire. Credo che per loro sia il morire (politicamente s’intende) l’ultima speranza.

30 anni fa l’assassinio di Moro. Ricordi la polemica tra Aniello Coppola, direttore filocomunista di Paese Sera, e il Leonardo Sciascia che – sintetizzo volgarmente – diceva quello Stato era da buttare? Nel rileggere quelle pagine a chi ti sei sentito più vicino per sensibilità?

A Coppola. Quello Stato non era da buttare. E lo dimostrò.

Nel sondaggio fra intellettuali Post-Sessantottini (Mughini, Pace, Cacciari, Piperno, Negri, Capanna e Strada) chi voteresti?

Mughini; è l’unico simpatico della lista! Io avrei votato Boato, che però non è presente.

Chi la vince la Champions League?

Il Liverpool

(Sciocca superstizione. Sappiamo benissimo che voleva dire Inter. Glielo concediamo solo in cambio di una prossima intervista dopo le elezioni).