Le immagini delle strade di Napoli invase dai rifiuti hanno fatto il giro del mondo. Inutile sottolineare il danno all’immagine subito dal Bel Paese sommerso da un fiume di “munnezza” più simile ad una favela brasiliana che ad una moderna metropoli europea. Di fronte all’insorgere di un problema per cui esistono le soluzioni tecniche le responsabilità ricadono interamente sulla politica. Alcuni commentatori hanno parlato del problema delle infiltrazioni malavitose nella gestione dei rifiuti e nella strumentalizzazione delle proteste dei cittadini contrari alla riapertura delle discariche. Senza dubbio la questione mafiosa è un dramma dell’Italia che nel Sud assume una dimensione emergenziale ma è altrettanto innegabile che se tale realtà esiste non si capisce perché non si verifica lo stesso fenomeno a Palermo piuttosto che a Reggio Calabria o a Bari.
Category: Politica Interna
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Emergenza rifiuti o emergenza Camorra? La vera emergenza è la politica
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Abuso dell’Ingegneria Elettorale
L’anno dispari 2007 è finito ed è la volta del 2008 – che è anno pari e per la Cabala sembrerebbe essere quello della svolta – ma i timori e le preoccupazioni sono le stesse, arriverà Godot? L’agenda politica, in queste settimane, si è focalizzata su un tema che, a quanto pare, sembra abbia rimesso in moto il treno della politica e riacceso di nuovo l’interesse dell’opinione pubblica sui partiti. La discussione si è concentrata sui “modelli”: spagnolo, sistema tedesco, doppio turno alla francese. A leggere i quotidiani di queste settimane si ha l’impressione di trovarsi di fronte a tanti professori di diritto e a politologi di fama mondiale, tanto da far gridare allo scandalo anche Giovanni Sartori sulle pagine del Corriere della Sera. I neopartiti cuciti su misura per un’opinione pubblica volatile, con i loro premier ombra sempre più alla ribalta, invece di dare un indirizzo politico forte e chiaro, indicando rimedi per uscire dalla grave crisi in cui versa la democrazia italiana, si sono, fino a questo momento, limitati a reclamizzare altri modelli, con parvenze demagogiche.
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La transizione infinita e l’onestà di Veltroni
Finalmente parole di chiarezza, sia pur amare: l’accordo che si profila fra le principali forze politiche a partire dalla bozza Bianco non chiuderà la lunga transizione italiana. Sarà anzi esso stesso provvisorio. Ripensare davvero gli assetti istituzionali richiederebbe un dibattito di ben altro spessore, con il coinvolgimento reale dei cittadini e una vera assemblea costituente.
Walter Veltroni, che pure ha ribadito l’urgenza di provvedimenti quali la riduzione del numero dei parlamentari e il superamento del bicameralismo perfetto, ha avuto l’onestà di non spacciare per “storica” l’eventuale intesa sulla legge elettorale, volta nella migliore delle ipotesi a iniziare il percorso della Grande Riforma.
Già: è desolante constatare come il nostro Paese, a differenza di altri con una struttura socio-economica non troppo dissimile, non riesca a rispondere alla profonda crisi che l’attraversa con un disegno riformatore di ampio respiro e sia costretto perennemente a rincorrere le emergenze e a tamponare le ferite: una liberalizzazione di qua, un “vassallum” di là. E la stessa frammentazione del quadro politico è madre e figlia della transizione interminabile.
Anzi: la maggioranza delle dicotomie che caratterizzano lo scenario attuale – via parlamentare-via referendaria, partito all’americana-partito tradizionale, laici-cattolici – appare sempre più vuota dinanzi alle vere sfide che si profilano e alla posta in gioco: vivere in una società libera e plurale. -
Mia cara e dolce munnezza…
E’ da 14 lunghissimi anni che in Campania imperversa il problema dei rifiuti e del loro smaltimento. Un’emergenza continua, che va oltre l’immaginabile.
E’ di quest’oggi (NB: Domenica 6 Gennaio) l’avvertimento del commissario all’Ambiente della UE, Stavros Dimas, che giudica “impossibile che un’emergenza duri 14 anni” e che “le dichiarazioni di buona volontà non ci basteranno più. Le autorità italiane dovranno agire, prendere misure concrete e immediate per risolvere la situazione tenendo in considerazione sia le esigenze di salute pubblica sia quelle di protezione ambientale. Occorre raddoppiare gli sforzi”, ritenendo inoltre insufficiente l’apertura di 4 nuove discariche (Serre, Savignano Irpino, Terzigno e Sant’Arcangelo Trimonte).
Sorge un microscopico problema: siamo sicuri che riusciranno ad aprirle quelle 4 discariche?Oppure ci saranno rinvii?O peggio ancora resistenze delle comunità locali? Tutto si gioca su questi fattori.
Abbiamo da una parte l’irresponsabilità della “premiata ditta” Bassolino-Iervolino, responsabili in primis (soprattutto Bassolino, al potere in Campania prima come sindaco e ora come governatore, che a qualsiasi domanda risponde “non so nulla”) di un vero e proprio disastro ambientale e che, inoltre, continuano a rimpallarsi assurdamente le colpe (”colpa del sindaco” per Bassolino, “colpa dei commissari straordinari” per la Iervolino…e i commissari straordinari cosa diranno?).
Dall’altra parte c’è la disperazione della gente, che la porta ad agire nei modi più autolesionistici a cui la storia umana abbia mai potuto assistere. La gente è pervasa da una sorta di follia collettiva paragonabile solo al più spettacolare dei film hollywoodiani. Quella però è finzione, qui siamo nella realtà.