Vi proponiamo un breve estratto dal testo , tradotto in italiano, Democracy and Dictatorship. Il periodo è quello della prima metà degli anni ’30, quando Salvemini insegnava ad Harvard presiedendo la cattedra di cultura italiana. La versione integrale del testo può essere trovata, insieme ad altri importanti saggi, in Sulla Democrazia, volume recentemente pubblicato da Bollati Boringhieri e curato ottimamente da Sergio Bucchi.
Approfittiamo di questo numero speciale che esce il 31 dicembre per ricordare che il 2007 è stato il cinquantesimo anno trascorso dalla morte di Gateano Salvemini. Un omaggio dovuto ad una grande personalità, troppo spesso dimenticata.
di Gaetano Salvemini
[…] “Di fronte a problemi tecnici che richiedono l’opera di esperti, il politico, che sia un dittatore o un leader democratico, è come colui che cerca un dottore per un amico malato.
Il malato soffre di mal di testa. Fosse pure l’uomo più ignorante al mondo, egli solo è competente a dire se si sente bene o male, e se il dolore di cui soffre è alla testa, allo stomaco o al fegato. Ma non è competente a diagnosticare la sua malattia, né a prescrivere il rimedio per essa. Può pensare che la sua malattia sia nella testa, mentre in realtà è affetto allo stomaco o al fegato. L’amico del malato non è più competente di lui a risolvere i problemi tecnici della diagnosi e della prescrizione. Cerca un esperto – il medico – egli chiede di risolvere quei problemi tecnici. Colui che sceglie un medico non è in grado di giudicare in anticipo se il medico sia bravo o meno. Se potesse giudicare dell’abilità tecnica del medico sarebbe egli stesso un medico e non avrebbe bisogno di andare in giro a cercare un altro esperto.
Una volta scelto il medico, il paziente guarisce, perché doveva guarire, o muore, perché doveva morire. Se il paziente si rimette, tanto lui che il suo amico concludono che il dottore era un bravo esperto. Se il paziente muore, la colpa è del dottore. Se la malattia si prolunga troppo, il paziente e il suo amico passano da un esperto all’altro, finché il paziente guarisce o muore. Se non cambiaste dottore, il vostro dottore diventerebbe il vostro dittatore e voi non sareste più suoi pazienti, ma suoi sudditi.
Nelle questioni politiche il popolo, la folla, il volgo sono il paziente. Il loro compito, in un governo democratico, non è quello di risolvere i problemi tecnici. E’ semplicemente quello di dire se si sentono bene o si sentono male, e lo dicono tramite la stampa, le associazioni, o il giorno delle elezioni. Se il popolo si sente bene, attribuisce il merito della sua prosperità al partito al potere, e il giorno delle elezioni rielegge i politici del partito al potere. Se non si sente bene, vota per i politici dell’opposizione. I politici eletti in questo modo non sono esperti. Essi sono gli amici della persona malata i quali procurano i dottori che la cureranno. Scelgono gli esperti ai quali è affidata la soluzione dei problemi tecnici. Li cambiano se la soluzione tarda troppo ad arrivare o se le condizioni peggiorano anziché migliorare.
In un governo democratico voi potete costringere i vostri rappresentanti a cambiare il vostro medico. Sotto una dittatura siete schiavi degli esperti scelti dal dittatore fino a quando essi godono della fiducia del dittatore, dei suoi consiglieri personali o della sua amante. Non avete alcun canale a disposizione per far sapere se il dittatore e i suoi esperti hanno guarito o aggravato i disturbi di cui soffrite. Ma il dittatore e i suoi giornali sono lì per annunciare al mondo intero che siete in piena forma, che siete gli esseri più felici dai tempi del giardino dell’Eden. E in tutto questo si troverà sempre un numero sufficiente di giornalisti prezzolati, di colonnelli in pensione, di femmine mezzo innamorate e di ragazzini immaturi pronti a credere che tutti stanno bene grazie ai poteri magnetici del dittatore.
Gli esperti sono necessari in tutti i tipi di governo. L’unica cosa che è dato sapere, sia in una democrazia, sia in una dittatura, è che i danni prodotti dagli errori, dalla disonestà, dalla ostinazione di esperti senza scrupoli saranno pagati dal popolo.
La differenza tra dittatura e democrazia è che in democrazia il leader deve rendere conto ai rappresentanti dei cittadini dei risultati del lavoro dei suoi consiglieri, mentre i consiglieri del dittatore devono rendere conto solo a lui. Non potete mettere in discussione il loro lavoro, perché ciò getterebbe dei dubbi sulla saggezza del dittatore che li ha scelti. Non conoscete neppure i loro nomi. I consiglieri del dittatore formano una combriccola segreta di padroni irresponsabili che brigano dietro le quinte, mentre il dittatore domina la ribalta minacciando di mandare ogni oppositore davanti al plotone d’esecuzione”. […]