[Deviando] Paroxetina Rosapugnante

Articolo di Lorenzo Perferi

Paroxetina rosapugnante

Una “sorta” di nostalgia, una “certa” mancanza, un vuoto allo stomaco…. Un vuoto politico.
Un sentimento strano ha avvolto il limbo politico dei socialisti liberali in Italia dopo la scomparsa della Rosa nel Pugno.

Una rabbia inconsueta, una mancanza inspiegabile, un senso di necessità primaria.
Ed è così per circa un anno una schiera di “malinconici” ha cominciato ad allontanarsi dalla politica, sulla forza della sua spinta centripeta, convinta che non avrebbe mai più messo piede all’interno di un seggio elettorale.
Il collettivo da terapia si è riunito in maniera carbonara in sedute di outing corale, assumendo quantità industriali di paroxetina per frenare l’ansia universale ormai padrona, si è espressa in maniera quasi leopardiana nei vari blog che spopolano sul web nomando la rimembranda Silvia con l’appellativo di Rosa. Un (ri)corso storico maledetto ha creato un’etnia di diseredati, di incompresi, di asociali cronici, di misantropi incorreggibili, di vagabondi incattiviti.

Alla luce delle ultime vicende politiche questa piccola “comunità” di liberal-punk ha deciso di smettere di sperare e a gran voce ha deciso di scrivere nero su bianco un ultimo disperato appello molto più incazzato e utopico di qualsiasi lodevole sciorinata pannelliana.
L’Italia non può essere privata di una forza innovatrice, riformista, liberale e socialista che ogni volta ha dimostrato di essere con i propri programmi non solo al passo con i tempi, bensì proiettata in un futuro oscuro e proibito alla maggioranza dei partiti burocratici, lobbistici e perbenisti che spopolano in un terreno anche troppo fertile come quello della nostra penisola.

Non c’è bisogno di ripetere neanche una parola di quel programma così splendido che abbiamo cercato di regalare ai cittadini italiani con l’esperienza della Rnp. Non ce n’è bisogno perché nei nostri pensieri quel manifesto è divenuto un tatuaggio indelebile e un sogno ricorrente nelle nostre notti insonni.. Ciò che più ci duole è vederlo scimmiottare da un frate francescano durante le sue domeniche nelle campagne umbre.

Bene, cari fantomatici (ma neanche troppo) detentori delle chiavi dei nostri sogni, voi che avete sempre combattuto per sostenere i diritti inalienabili degli individui, la loro libertà di pensiero ed espressione; voi che con la rapidità di uno sputo avete dissipato la bramata alleanza Radical-socialista… adesso difendeteci, date un contenitore a questo drappello di diseredati, di disadattati sociali. Lottate per il nostro diritto supremo e inalienabile ad avere sulla prossima scheda elettorale una rosa rossa di rabbia verso il conformismo “de sinistra” e il perbenismo del “we can”.

Una rosa di diritti civili e di innovazione economica, un rosa di scuole ed università virtuose, di nuove frontiere per il mondo del lavoro e dell’impresa, una rosa giusta e non giustizialista, una rosa di libertà scientifiche ed individuali…. Una rosa liberale e socialista.

Dateci voce o ci condannerete ad un cinismo inverosimile per degli idealisti come noi, ci costringerete a diventare ciechi, malinconici e pure un po’ patetici nel nostro ridurci a decantare l’amore per tutte le povere Silvia che riempiono questa maledetta nazione di veltruscONANISTI … anche Silvia merita di essere libera dalle nostre ansie.